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Le Confraternite nella Chiesa del Cilento

L’Ufficio Diocesano per la Pietà Popolare e le Confraternite della Diocesi di Vallo della Lucania fornisce un valido sostegno a garanzia dello spirito di preghiera e per coordinare al meglio i gruppi che si alterneranno Venerdì Santo nelle varie chiese cilentane. Ha preparato, in prossimità di Venerdì Santo, un piccolo sussidio per la preghiera e un calendario delle celebrazioni

📅 giovedì 17 marzo 2016 · 📰 CulturaCilento

17032016 confraternite con vescovo
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foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Più volte e diffusamente è stato trattato il tema delle Confraternite. L’origine, l’importanza e la storia delle Confraternite sono ormai familiari; autorevoli studi e ricerche intorno a queste aggregazioni si sono distinti nel solco del tempo millenario. Queste pie associazioni hanno ottenuto una significativa importanza nel mondo cristiano. Trovano ragione della loro origine per il soddisfacimento dello scopo aggregativo fra fedeli, per l’esercizio caritatevole e di pietà e per incrementare il culto. La costituzione delle Confraternite è riconosciuta canonicamente in una chiesa con formale decreto dell'Autorità ecclesiastica e l’eventuale modifica o soppressione delle stesse resta a carico di quest’ultima Autorità. Si distinguono per Statuto, titolo e foggia peculiare di abiti. I Membri si riconoscono per lo stato laico nella vita secolare. In lungo e in largo in Italia, nelle pieghe del tempo, hanno assunto diverse denominazioni: confraternitas, fraternitas, fraterie, confratrie, agape, caritas, consortia, fratele, fraglia, sodalitium, sodalitas, gilda, gildonia, schola. Rilevante è stato il ruolo delle Confraternite nella Chiesa Cristiano-Cattolica. Notevole incisività hanno avuto nel Medioevo, ma specialmente nel tempo della Riforma Protestante; si rappresentarono determinanti nella lotta contro il Protestantesimo in Italia, contro le eresie e nelle situazioni interne ed esterne della comunità ecclesiale. Con la Rivoluzione francese furono costrette, in massima parte, alla soppressione. Le stesse si riabilitarono con il periodo della Restaurazione. Nel crepuscolo della sera dello scorso secolo, a causa del processo laicista delle popolazioni di Europa e per il liberalismo capitalistico della nostra penisola, furono costrette ad una sorta di graduale riduzione della loro intensità. “Il momento più sentito del folklore religioso dei paesi del Cilento Antico, scrive Amedeo La Greca, è certamente il rituale del Venerdì Santo, praticato in particolare dalle congrèe (confraternite) degli stessi paesi; in esso si assomma l'idea del pellegrinaggio a quella della sacra rappresentazione. In questa occasione, le confraternite sono le protagoniste della vita dei villaggi mediante il suggestivo rito della visita agli altari della deposizione, comunemente detti subbùrcri (sepolcri). Non si tratta solo di un momento di alta religiosità popolare, ma anche di un'occasione di incontro con le comunità dei paesi limitrofi. Il rituale non è molto antico (forse risale agli inizi del secolo scorso), ma risulta molto vicino allo spirito popolare; esso trova la sua caratteristica nell'immutabilità, ritenuta con orgoglio segno di decoro e lealtà verso la tradizione del paese. Le confraternite, infatti, rappresentano un particolare modo di sentire il paese, in quanto si considerano le depositarie della sua anima, campioni della sua dignità e custodi della tradizione. Elementi questi che spesso, portati all'esasperazione, sfociano nel campanilismo, che è l'espressione più tipica del modo di sentire del contadino, il quale nell'individualismo esprime il suo stesso essere. Le confraternite, che costituiscono l'unico momento di aggregazione voluta e sentita dal mondo rurale, rappresentano anche l'occasione del superamento di questo individualismo e ne esprimono l'attuazione. Sia il rigido cerimoniale, sia la coralità del rituale, come anche l'accordo dei canti, sono la testimonianza di come l'animo dell'individuo, permeato dalla tradizione, riesce ad esprimersi all'unisono con quello dei confratelli. Anche su questi presupposti spirituali potrebbe essere rifondata la società, la cultura e l'economia dei nostri paesi. Seguire i rituali delle confraternite, o meglio ancora partecipare ad uno dei pellegrinaggi, è il modo migliore per conoscerle e capirle nella loro spiritualità, nel loro essere….” Le confraternite, o "congreghe", ancora oggi esistenti nel Cilento Antico sono quelle di Acciaroli, Agnone, Cannicchio, Cosentini (o della Socia), Celso, Fornelli, Laureana, Lustra, Matonti, Mercato Cilento, Montecorice, Omignano, Ortodonico, Perdifumo, Pollica, Rocca Cilento, S. Giovanni, S. Mango, S. Mauro Cilento, Santa Lucia, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella Cilento, Valle, Vatolla. La visita agli Altari della Reposizione da parte delle Confraternite, ci ricorda Don Pasquale Gargione, è una tradizione che caratterizza da secoli le celebrazioni dell’azione liturgica “In Passione Domini” del Venerdi Santo di alcune parrocchie della Diocesi di Vallo della Lucania. Per aiutare lo spirito di preghiera e coordinare al meglio i gruppi che si alterneranno nelle varie chiese l’Ufficio diocesano per la Pietà popolare e le Confraternite, ha preparato un piccolo sussidio per la preghiera e un calendario delle celebrazioni. Sarà cura dei partecipanti utilizzare per il proprio pellegrinaggio il materiale messo a disposizione dall’Ufficio, per dare sempre un senso spirituale e cristiano a ciò che si fa. Esso è soprattutto un modo per sentirsi uniti spiritualmente.

confraternita omignano cilento


I canti polifonici delle Confraternite, l’originalità formale e l’intensità emotiva sommano la coinvolgente ritualità del Venerdì Santo. I cilentani commemorano la passione e la crocifissione del Cristo, grazie anche alle funzioni delle Confraternite. Di grande aiuto si rappresentano i canti delle stesse che celebrano con sofferenza la morte del Cristo e che aprono il cuore dei fedeli. Tutto però, come risaputo, è legato al preludio della Pasqua, il momento che racchiude in se il mistero cristiano, la ragione e il senso della nostra fede. Ci serva la celebrazione del Mistero Pasquale per passare dai vizi alle virtù e completare la Pasqua con una santa attesa della Parusia, “la seconda venuta”.

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