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Ostigliano, storia di un antico rituale: “la processione delle lanterne”

📅 mercoledì 22 giugno 2016 · 📰 CulturaCilento

22062016 san giovanni
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foto autoredi Giuseppe Conte | Blog

Il ruolo della “processione delle lanterne” ha di certo significato un avvenimento importante per la comunità di Ostigliano: un rituale sicuramente cristianizzato proveniente da radici ben più lontane. In esso hanno convissuto lo spirito della fede affiancato ad elementi di purificazione come il fuoco e la consequenziale luce che illumina indiscutibilmente la sfera cattolica.

Non a caso il “fuoco”, emblema della luce, è l’elemento più rilevante nella simbologia cristiana. Una simbologia ereditata già dalle civiltà precristiane, poiché, il fuoco (la luce) è da sempre stato di vitale importanza e sacro ad ogni civiltà, indipendentemente dalle sue connotazioni.

Particolarmente celebrativi sono stati i fuochi accesi in determinati periodi dell’anno, special modo in concomitanza dei solstizi e degli equinozi, avvenimenti particolarmente “sacri” nelle civiltà precristiane e di una certa importanza soprattutto nelle credenze contadine.


Non è escluso che il rituale tenutosi ad Ostigliano, sia proprio calcato su un connubio terra-fede. Del resto, nell'intera Europa sono disseminate antiche usanze che prevedono l'accensione del fuoco proprio nella notte di San Giovanni.

Nel Cilento, invece, e nel meridione d'Italia in generale, la particolarità di Ostigliano rimane unica e datata.

La vigilia di San Giovanni Battista ricorre il 23 Giugno, giorno di solstizio per l'arrivo dell'Estate, quando le ore di luce superano le tenebre. Del particolare legame del popolo cilentano al Battista, si ha memoria in diversi luoghi: a “San Giovanni del Ruchito” (Celso, Pollica) si conserva la tradizione della visita alla piccola cappella, mentre ad Eredita (Ogliastro Cilento) è di scena il “Volo dell'Angelo”.

La “notte di San Giovanni”, notte della purificazione, del tramando: è la notte della preghiera ma anche del divertimento. Alla sera del 23 era d’uso la raccolta di erbe ritenute curative, utili a scopi medici o semplicemente come una sorta di “portafortuna”, quasi un talismano. Ed è in questo contesto che si innesta la “processione delle lanterne” con il suo caratteristico rituale, rituale rimasto in vita in modo continuativo finoalla metà del '900 ultimo scorso. Oggi rimane limitatamente nelle memorie più longeve e sui miei scritti riproposti negli ultimi anni.

La festa e il rituale. In paese San Giovanni veniva portato in processione almeno tre volte all’anno: il 23 e il 24 del mese di Giugno e il 29 del mese di Agosto. Il “Battista” ebbe l’onere di “battezzare” Gesù: per questo è l’unico Santo che viene commemorato sia nel giorno della nascita sia nel giorno della morte. Seguendo queste cadenze, si giustificano la solennità del 24 e la festività del 29 che, in genere, ricorrono in gran parte dei luoghi in cui vi è devozione verso San Giovanni. La ricorrenza del 29 Agosto chiudeva la stagione estiva, il raccolto dava i suoi ultimi frutti, annunciati proprio con la festività di Giugno: il mirto, i vimini per la produzione dei cesti e i fichi, rappresentavano le fonti di sostentamento principali; quest’ultimo prodotto tipico del posto e assai rinomato fino agli anni ’50 del secolo scorso; in seguito ci si preparava alla raccolta delle olive per la produzione dell’olio.
Alla sera del 23, si teneva la Santa Messa, durante la quale probabilmente, venivano accese le lanterne. La fine delle celebrazioni che, coincideva con il calar del sole, dava inizio al rituale nel suo punto cardine. I fedeli si disponevano in processione recanti tra le mani 24 lanterne accese. Non è escluso che venissero alimentate con l’olio d’oliva locale, al fine di rafforzarne la gestualità. La processione, oltre alle lanterne, si componeva del mezzo busto di San Giovanni Battista, delle “centé” o altri ex-voto e vantava una croce bifronte argentea e lignea, con l’immagine di San Giovanni e simboli cristologici. Il percorso prevedeva le vie principali dell’abitato ma, non è esclusa, la sosta in determinati punti e lo sconfinare sui campi; poteva così aver luogo, la benedizione dei campi, come accadeva per San Vito, evidenziandone la componente agricolo-pastorale. Il numero “24” simbolicamente ricordava la solennità di San Giovanni e indicava le ore del giorno.

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