A CASTELLABATE L’ECO DELLA MAGIA LUCANA
di Marisa Russo | BlogIl titolo del giallo “Una tragica battuta di caccia” di Francesco Serafino, presentato con il professore Genny Malzone al Residence Santa Scolastica, all’interno della Rassegna libri Meridionali, è sembrato in un primo momento un colpo inferto agli animalisti…..subito vendicato nel leggere il testo dall’uccisione inferta ad un uomo, a cui ne seguiranno altre due, durante l’evento!
“Giallo”, secondo l’uso italiano introdotto nel 1929 dalla Mondadori, è il vocabolo che cataloga i libri che fanno gialla “luce” su indagini di delitti.
Serafino fa luce anche sul territorio, la cultura, la tradizione lucana, evidenziandone la magia, ambientando gli episodi a Colobraro, paese della provincia di Matera dove l’aria magica è esaltata da storie ed ambiente.
Già il nome sembra derivare dal latino “colubra” che indica la femmina del serpente.
Detta “terra dei serpenti” Colobraro è situato ai piedi del Monte Calvario, il cui nome anche certo richiama a sofferenze anche misteriose.
È un centro agricolo dell'Appenino Lucano nella valle del fiume Sinni, a 630 m s.l.m., arroccato su uno sprone dal quale domina da sinistra un ampio tratto della valle, nella parte sud-occidentale della provincia al confine con la parte sud-orientale della Provincia di Potenza.
E’ un paese medioevale come Castellabate anche esso legato nella storia ai monaci Basiliani.
Il riferimento al serpente, è molto simbolico, animale che striscia, nascondendosi, richiama a poteri occulti, ma è un animale che cambia la pelle, espressione di una rigenerazione, sputa veleno sostanza potente che può uccidere, ma in alcuni casi anche guarire!
In particolare il richiamo è alla femmina del serpente, come alla femmina umana, la strega!
Il riferimento alle donne nel testo di Serafino in modo soft sembra rifarsi ad un concetto non esaltante, una giovane è sposata ad un ricco nobile per interesse, con un divertente equivoco, una automobile viene scambiata con una fidanzata!
Pare che maghe in tale località ve ne siano state di fama notevole.
A Colobraro si interessò pure l’antoprologo Ernesto De Martino cultore delle tradizioni e credenze popolari.
Molti temono di nominare il nome di tale paese, spesso chiamato, in modo scaramantico più che dispregiativo, "Quel paese", in dialetto lucano (a seconda dei paesi): Cudde puaise o Chille paìse. Ciò a causa della presunta innominabilità della parola "Colobraro" per la credenza superstiziosa che la semplice evocazione del nome porti sfortuna.
A Serafino credo porterà fortuna, infatti non poteva trovare habitat migliore per un racconto misterioso e rivelatore di atmosfere lucane.
Non manca il riferimento gastronomico della bontà e dei poteri salutari del peperoncino rosso……..comunque scaramantico!
Ha dato vita al personaggio del maresciallo Prisciandario, torinese in trasferta in Basilicata, già alla sua seconda avventura ed altre ne seguiranno.
La presentazione a Castellabate di questo autore lucano e del suo testo ha sottolineato il profondo legame tra Cilento e Basilicata ed il sogno di ritrovare nell’unione l’Antica Lucania!
Nel Cilento ed in Basilicata, ben descritta da Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”, simbolicamente Cristo non è giunto, ma nell’interpretazione che ne diedi io nel Progetto Parco Letterario che ottenne il quarto posto nei Parchi Letterari approvati dalla apposita Commissione.
Sostenni, con riferimenti del testo e dell’autore che, pur nella denuncia delle difficoltà di tale territorio e delle molte emarginazioni, Cristo non vi è giunto nel senso che inalterate sono state mantenute credenze e tradizioni di una cultura comunque affascinante e profonda, di una sacralità non datata, ma eterna.
Quel fascino fece chiedere a Levi, torinese come il protagonista del testo di Serafino, di essere seppellito lì, ad Aliano, in una estrema scelta!
“Una tragica battuta di caccia” è in vendita sino al 15 Agosto a Santa Maria di Castellabate alla Vetrina dell’Editoria del Sud, nel Recidence Santa Scolastica.

Presentazione: Professore Genny Malzone e l’autore Francesco Serafino
Foto in alto: grafica ritratto di Francesco Serafino realizzato da Daniela Vitolo
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