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IL "PERICOLO SISMICO" NEL CILENTO COSTIERO E NEL GOLFO DI POLICASTRO

Terremoto di magnitudo 2.7 del 31-07-2016 ore 17:25:07 (UTC) in provincia/zona Golfo di Policastro (Salerno, Potenza)

📅 lunedì 1 agosto 2016 · 📰 AttualitàCilento

01082016 sisma golfo di policastro ortolani
Credits Foto

Giorno 29 luglio 2016 poco dopo le 6 si è verificato un piccolo terremoto nel Golfo di Policastro.

Secondo la prima ubicazione di INGV, il terremoto si è originato in mare, vicino alla costa di Acquafredda di Maratea a circa 10 km di profondità.


Nessun tipo di danno è stato registrato a differenza dell’evento del 21 marzo 1982 che ebbe magnitudo di circa 5 e che causò vari danni tra Maratea, Tortora ed i paesi confinanti.
Altri terremoti si sono verificati nel golfo e nel Cilento costiero con magnitudo inferiore a 4.

In seguito al disastroso terremoto del 1857 con epicentro tra il Vallo di Diano e la val d’Agri, nei comuni cilentani si registrarono effetti locali variabili dal V al VII grado MCS, vale a dire che procurarono danni lievi agli edifici e nessuna vittima (figira in basso a sinistra).
La crosta del Cilento e del Golfo di Policastro è interessata da faglie attive sismogenetiche che non hanno originato eventi disastrosi negli ultimi 2000 anni. In relazione alla struttura crostale sismogenetica tali faglie non sarebbero in grado di causare terremoti che possano causare danni ingenti al patrimonio edilizio.

La mappa allegata rappresenta una schematizzazione della struttura sismo genetica dell’area compresa tra Golfo di Policastro e Cilento costiero.

Comunque tali eventi potrebbero innescare frane di grandi dimensioni e molto rapide lungo i margini del bacino profondo che caratterizza l’area tirrenica tra il Monte Bulgheria, la costa di Maratea e l’Isola Dino. Tali fenomeni potrebbero, a loro volta, innescare un maremoto che potrebbe interessare le costa del Golfo di Policastro (linea azzurra punteggiata).

Gli studi eseguiti finora hanno consentito di individuare e delimitare le aree nel cui sottosuolo si trovano faglie attive in grado di originare terremoti di magnitudo superiore a 5,4.
Nel Cilento costiero e Golfo di Policastro, non sono state individuate faglie sismogenetiche in grado di originare terremoti

distruttivi come quelli dell'Emilia Romagna e del 1857.
I terremoti avvenuti recentemente nel Cilento e Golfo di Policastro evidenziano la presenza, nel sottosuolo, di faglie attive.

Nel Cilento costiero i terremoti avvenuti hanno avuto magnitudo massima intorno a 4; nel Golfo di Policastro si ebbe un terremoto di magnitudo superiore a 5 nel 1982, in mare, tra Maratea e Praia a Mare.

Le sorgenti sismiche che hanno causato danni lievi ai manufatti sono quelle dell'area epicentrale del sisma del 1857 e dell'evento del 1982 tra Maratea e Praia a Mare.

In base ai dati disponibili e alle conoscenze strutturali si evidenzia che il Cilento costiero e la Basilicata tirrenica sono stati interessati da effetti macrosismici massimi variabili tra 7 ed 8.

Gli effetti locali di un sisma, oltre che dalla vicinanza e dalla "potenza" della sorgente sismica, sono strettamente dipendenti anche dalle caratteristiche geologico-tecniche locali e dal tipo di manufatti interessati dalle sollecitazioni sismiche. Le sorgenti sismiche più pericolose per il Cilento costiero sono ubicabili nel Golfo di Policastro dove, in base alle conoscenze acquisite sono possibili eventi di M<5,4 e nell'alta val d'Agri-valle del Melandro dove sono possibili eventi con M fino a 7,0. Nel Cilento costiero si ha una sismicità di bassa magnitudo, che possiamo definire indotta dalle deformazioni attive che attualmente interessano la parte centrale della catena, che testimonia la complessiva stabilità tettonica del Cilento.

Si ricorda che le faglie attive sismogenetiche in grado di generare violenti terremoti (dal X al XI grado MCS) si trovano più ad est, tra Balvano e Lioni (sisma del 1980), nei pressi di Caggiano (sisma del 1561), tra il Vallo di Diano e l’alta val d’Agri (sisma del 1857) e da Lagonegro alla Valle del Crati e la Sila. Eventi sismici di elevata magnitudo come quello del 1857 potrebbero causare sollecitazioni ai manufatti più preoccupanti di quelle indotte dai sismi che si possono originare nella crosta al di sotto del Cilento costiero.

CONCLUDENDO, NELLA FASCIA COSTIERA AL DI SOTTO DEL
CILENTO E DEL GOLFO DI POLICASTRO, IN BASE ALL'ASSETTO STRUTTURALE FINO AD OGGI RICOSTRUITO E ALLA STORIA SISMICA DEGLI ULTIMI 2000 ANNI, NON SI POSSONO GENERARE SISMI IN GRADO DI ARRECARE DANNI SIGNIFICATIVI (DALL'OTTAVO GRADO MACROSISMICO IN SU) ALL’AMBIENTE ED AI MANUFATTI.

Franco Ortolani

mappa


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