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Lettera dell'Unione Donne in Italia al Presidente della Regione Campania

📅 lunedì 3 ottobre 2016 · 📰 PoliticaSalerno

Comunicato Stampa

Gentile Presidente,
non abbiamo mai mancato di sollecitare l’attenzione della politica istituzionale sulle questioni più urgenti, al tempo, e ora drammatiche riguardanti la salute femminile nella nostra Regione, in particolare concernenti la disapplicazione della legge nazionale 194/1978, il ricorso largo e spesso ingiustificato al parto chirurgico, la chiusura dei punti nascita in zone densamente popolate, il definanziamento progressivo dei consultori, l’inerzia informativa sui diritti esigibili per legge in materia di salute sessuale e materna. La salute delle donne, pur minacciata, come quella di tutti, da fattori legati alla latitanza della politica in materia ambientale, ha peculiarità imprescindibili e non rimandabili a logiche amministrative e politiche di carattere generalista che spesso precludono l’attuazione dei più elementari principi di equità. La privatizzazione progressiva di tutta l’area dei percorsi nascita e della prevenzione oncologica, ma anche quella della prevenzione delle gravidanze non desiderate, è certamente da mettere in relazione alle drammatiche vicende che, anche di recente, hanno visto la nostra Regione protagonista in negativo.

Come cittadine, operatrici, donne di movimento, riteniamo che le arretratezze del sistema sanitario nell’approccio alla salute delle donne in Campania vadano ben oltre quelle riscontrate sul piano Nazionale. Siamo convinte che alla luce degli irrinunciabili principi che fanno testo ai protocolli internazionali ed Europei, ma anche in chiave di recupero rispetto alle inerzie della precedente amministrazione, sia tempo di provvedere almeno sul piano delle urgenze più impellenti istituendo:

  • Un centro di prenotazione unico accessibile dai consultori per le interruzioni di gravidanza 
  • L’attivazione di una efficace e capillare informazione, col coinvolgimento delle realtà di base e dei consultori, sui metodi contraccettivi. 
  • Un monitoraggio puntuale sulla liceità del ricorso all’obiezione di coscienza nei reparti ostetrici. 
  • Il recupero dei dati non inviati dal 2013 al ministero della Sanità in materia di 194. 
  • Lo studio di un piano di contrasto all’abuso di ricorso ai cesarei 
  • L’applicazione del POMI richiamato con decreto 16/2015 


La protesta sollevata dalle ultime campagne, non solo per lo stile comunicativo, del Ministero della Salute ci vede solidali con le ragioni di chi ha visto lese ragioni e dignità delle scelte personali, ma siamo anche convinte che i grossolani errori commessi a volte i ambito nazionale non siano indipendenti dalla scarsa esemplarità di chi gestisce, o dovrebbe, da vicino la soddisfazione della domanda legata ai bisogni irrinunciabili.

Restiamo in attesa di un suo riscontro, perché ci aspettiamo che anche Lei voglia rompere l’annoso silenzio della Regione sui temi sollevati.

UDI di Napoli, Onda Rosa, Comitato 194, Ferma Le tue mani, SNOQ Napoli, Arcidonna Napoli, Associazione Vocedonna e Stefania Cantatore, Anita Sala (Assessora alle Pari Opportunità del Comune di S. Giorgio a Cremano), Carla Ciccone (Ospedale Moscati di Avellino), Tina Licciardiello, Simona Ricciardelli, Maria Luisa Nolli, Liliana Pagliuca, Lucia Coletta, Laura Capobianco, Laura Fiore, Lisa Giannetta, Enza Turco, Carmela Savarese, Pina Florenzano, Ambretta Occhiuzzi, Chiara Guida, Paola Manduca, Margherita Fusco, Paola Florenzano, Ofelia De Rienzo, Carla Calce, Rossana Panachia, Tania Castellaccio, Gabriella Ferrari Bravo, Annamaria Schena, Mircea Masserini, Caterina Serrao, Giovanna Franchetti, Enza Tempone, Pina Orpello, Iaia De Marco, Udi Territoriale S. Giorgio Portici (NA), Pina Tommasielli, Donatella D’Acunio, Maddalena Robustelli, Simona Sforza, Simona Forte, Carla Calce. Clara Pappalardo, Lia Cacciottoli, Carla Capaldo.

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