Chiesa nel caos a Salerno. Perquisita la sede e sequestrati i bilanci della Congrega del Carmine
Si divide in due filoni l’inchiesta sulla congrega del Carmine. Con il nucleo tributario della guardia di finanza di Salerno, diretto dal tenente colonnello Francesco Mazzotta, che indaga sull’ammanco di oltre 100mila euro dal bilancio della confraternita denunciato lo scorso marzo dall’ex priore Bruno De Martino. E i carabinieri di via Duomo che, invece, scavano nei conti correnti dell’Ufficio congreghe di via Bastioni, presieduto da don Generoso Bacco. I due filoni di inchiesta, coordinati entrambi dal sostituto procuratore del Tribunale di Salerno, Carmine Olivieri, proseguono di pari passo. Con i carabinieri che hanno già ascoltato varie persone informate sui fatti, tra cui professionisti salernitani che in passato hanno avuto un incarico all’interno della congrega più ricca di Salerno.
E le fiamme gialle che, la settimana scorsa, hanno sequestrato vari documenti contabili presso la congrega del Carmine. Concentrandosi principalmente sui bilanci redatti e approvati durante il lungo periodo di commissariamento retto da Vincenzo Pappalardo, poi sostituito dall’attuale priora Filomena Tangredi. Anche l’Ufficio congreghe di via Bastioni è stato perquisito. Alla ricerca di documentazioni contabile utile ai fini dell’indagine. Lo scandalo sulla congrega del Carmine scoppia ad aprile scorso. In realtà è di un mese prima la denuncia che viene recapitata presso la Procura di Salerno. A sottoscrivere l’esposto è l’ex priore Bruno De Martino, che aveva già denunciato la presunta illegittimità della nomina della priora Tangredi. Qualche giorno prima della denuncia, il presidente del collegio dei revisori dei conti, Fabrizio Morea, si dimette. Il commercialista entra in conflitto con la priora per essersi rifiutato di avviare le pratiche per la richiesta di un mutuo di 950mila euro che sarebbe servito alla ristrutturazione di un palazzo di via Nizza. Lo stesso palazzo che viene citato nell’esposto presentato da De Martino.
Il commercialista sostiene di avere bisogno dell’approvazione dell’assemblea. La priora e il consiglio, però, sono di diverso avviso. Sono giorni caldi per la confraternita. Alle dimissioni di Morea segue l’esposto penale di De Martino. Quest’ultimo viene contattato anche dal cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, che chiede di incontrarlo. Ma De Martino risponde con un no secco, affidandosi al consiglio del proprio legale di fiducia. Frattanto nell’ufficio del pubblico ministero Olivieri arrivano anche lettere anonime di minaccia inviate all’ex priore Bruno De Martino.
Angela Cappetta







