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Chiesa nel caos a Salerno. Perquisita la sede e sequestrati i bilanci della Congrega del Carmine

📅 lunedì 3 agosto 2009 · 📰 CronacaSalerno

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Si divide in due filoni l’inchiesta sulla congrega del Carmine. Con il nucleo tributario della guar­dia di finanza di Salerno, di­retto dal tenente colonnello Francesco Mazzotta, che inda­ga sull’ammanco di oltre 100mila euro dal bilancio del­la confraternita denunciato lo scorso marzo dall’ex priore Bruno De Martino. E i carabi­nieri di via Duomo che, inve­ce, scavano nei conti correnti dell’Ufficio congreghe di via Bastioni, presieduto da don Generoso Bacco. I due filoni di inchiesta, coordinati en­trambi dal sostituto procura­tore del Tribunale di Salerno, Carmine Olivieri, proseguo­no di pari passo. Con i carabi­nieri che hanno già ascoltato varie persone informate sui fatti, tra cui professionisti sa­lernitani che in passato han­no avuto un incarico all’inter­no della congrega più ricca di Salerno.

E le fiamme gialle che, la settimana scorsa, han­no sequestrato vari documen­ti contabili presso la congre­ga del Carmine. Concentran­dosi principalmente sui bilan­ci redatti e approvati durante il lungo periodo di commissa­riamento retto da Vincenzo Pappalardo, poi sostituito dal­l’attuale priora Filomena Tan­gredi. Anche l’Ufficio congre­ghe di via Bastioni è stato per­quisito. Alla ricerca di docu­mentazioni contabile utile ai fini dell’indagine. Lo scanda­lo sulla congrega del Carmine scoppia ad aprile scorso. In re­altà è di un mese prima la de­nuncia che viene recapitata presso la Procura di Salerno. A sottoscrivere l’esposto è l’ex priore Bruno De Martino, che aveva già denunciato la presunta illegittimità della nomina della priora Tangre­di. Qualche giorno prima del­la denuncia, il presidente del collegio dei revisori dei conti, Fabrizio Morea, si dimette. Il commercialista entra in con­flitto con la priora per essersi rifiutato di avviare le pratiche per la richiesta di un mutuo di 950mila euro che sarebbe servito alla ristrutturazione di un palazzo di via Nizza. Lo stesso palazzo che viene cita­to nell’esposto presentato da De Martino.

Il commerciali­sta sostiene di avere bisogno dell’approvazione dell’assem­blea. La priora e il consiglio, però, sono di diverso avviso. Sono giorni caldi per la con­fraternita. Alle dimissioni di Morea segue l’esposto penale di De Martino. Quest’ultimo viene contattato anche dal cardinale di Napoli Crescen­zio Sepe, che chiede di incon­trarlo. Ma De Martino rispon­de con un no secco, affidan­dosi al consiglio del proprio legale di fiducia. Frattanto nell’ufficio del pubblico ministero Olivieri arrivano anche lettere anoni­me di minaccia inviate all’ex priore Bruno De Martino.
Angela Cappetta

Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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