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AGROPOLI_ C'ERA UNA VOLTA....

LEGGENDE, MITI, DETTI TRA PITTURE, POESIE E RICAMI

📅 giovedì 27 ottobre 2016 · 📰 CulturaAgropoli

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foto autoredi Marisa Russo | Blog

Con il Patrocinio del Comune di Agropoli e l'augurio dell'Assessore Crispino, al Centro Sociale Polivalente “Cav.Pietro Antelmo”, Presidente Antonio Voso, Responsabile per la Cultura Marilena Tiso, alla presenza di un folto pubblico coinvolto nelle tematiche proposte, è stata realizzata una serata dal titolo “C’era una volta…” ricordando Leggende, Miti, Detti ed esponendo ricami.

Sono stati proposti detti molti caduti in disuso, ricercati e riproposti in una pubblicazione dalla sottoscritta Marisa Russo e da Felice Pascale. L’interessante ricerca di tali detti realizzata insieme da chi li ha vissuti come cilentano e chi li legge al di fuori, con sguardo critico ed attento, conoscendo la popolazione, ha rivelato fattori caratteriali, usi, tradizioni, convinzioni di un popolo.

“E femmene hanna parlà quanno pisciano ‘e addine”, ovvero mai, è detto che rivela certamente un maschilismo molto diffuso, che ha però allenato le donne in una sottile furberia di rivalsa.

“Chi nun sta a sente a mamma e a ‘u patre se trova spierto e nun ‘u sape”, dichiara giustamente il valore dell’esperienza dei genitori e la necessità di tenerne conto, ma, nello stesso tempo, inculca la paura di perdersi pensando ed agendo da soli, ovvero costruendo una propria personalità, con tutte le conseguenze negative di tale timore, molto spesso evidenti.

“Poco ne voleno l’angeli e assai li cannaruti!” invita alla giusta parsimonia, ma con un deciso epiteto che condanna chi non si limita. Questo detto, come altri, rivela una prudenza che spesso diventa avarizia.

Continuando nell’esaminare questi detti ci appaiono tanti caratteri della popolazione.

Le opere pittoriche esposte, realizzate dagli artisti selezionati in alto in foto, hanno condotto tra Miti, Leggende, Realtà di un tempo, da quelle di diverse antiche culture a quelle legate al territorio Cilento.

Maria Arecchia ha ricordato il Mito di Afrodite e la rosa, che, richiamando al simbolismo del fiore, ricorda come l’amore, le gioie si raggiungono dopo percorsi sofferti come spine, e dell’Albero della Vita simbolo di morte e di resurrezione.

Claudio Guariglia ha ricordato iI “C’era una volta” di tanti prati distrutti.

Carmine Pinto ha espresso la ginestra fiore della rigenerazione del corpo e dell’anima per il messaggio della sua forma e dei suoi poteri una volta più conosciuti, e l’antico arrivo nei nostri territori della bougainville importata dal Brasile. .

Antonio Suriano ha richiamato al c’era una volta della storia di Agropoli con la sua antica porta, con la Torre Saracena e la Chiesa della Madonna del granato, recupero dell’antico Culto della Dea del melograno invocata per la fertilità.

Maria Rosaria Verrone ha proposto due Leggende Cilentane legate ad amori sofferti, quella di Kamaraton trasformata in roccia che si specchia nel mare di Palinuro affinchè egli possa ammirarla in eterno e quella della “preta “ncatenata” di Trentinara, roccia che per la forma sembra rappresentare la metamorfosi dei due infelici amanti suicidi, Isabella ed il brigante Saul.

Elena Vilkov ha dipinto il Mito dell’Aurora ed il leggendario amore confuso di Giuliano de Medici, non dimenticando atmosfere ed oggetti di un tempo passato.

Sono state lette o recitate poesie da Maria Apicella, Leonardo Fiordilino, Maria Luisa Limongelli, Pasquale Mazzarella, Olga Spinelli.

Il corredo della nonna a cura di Marilena Tiso con ricami di un tempo e grossi mutandoni dichiarava iI costume e la pudicizia di un tempo.

L’esposizione dei ricami del Laboratorio curato da Irene Gioia detta “Mani di Fata” mostrava la bellezza e l’unicità di manufatti vibranti l’energia delle esecutrici, ancora proposti per la gioia di chi sa apprezzarli in questa epoca della sola comodità e praticità!

Non sono mancati dolci preparati in casa da esperte mani femminili!

Tutto si è svolto con una socialità spesso rara, in un tuffo in una intensa atmosfera con echi di un passato indimenticabile, spesso rimpianto, che ha molto da insegnare ed il cui recupero diventa sempre più importante.

Giovane, attento e disponibile fotografo della serata Maurizio Santomauro.

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