Consorzio Velia, un concorso internazionale di idee per rifare il look all’Alento
Un concorso internazionale di idee per la riqualificazione ambientale, turistica, ricreativa, sportiva del fiume Alento. Lo ha bandito il Consorzio Velia, presieduto dall’avv. Franco Chirico, di intesa con gli Enti operanti nell’area vasta del bacino. Il termine ultimo per la ricezione dei progetti e delle domande di partecipazione è il 30 novembre 2009 alle ore 12. Il bando è pubblicato sul sito www. www.consorziovelia.com.
Ai concorrenti viene chiesto di formulare una proposta progettuale per la riqualificazione paesaggistica e ambientale del fiume Alento, inteso come parco fluviale naturalistico attrezzato per lo svolgimento di attività sportive, ricreative, culturali e didattiche. L’area di riferimento è il complesso della diga di Piano della Rocca ma anche il fondo valle dell’Alento. L’obiettivo è quello di garantire una fruizione integrata dei diversi servizi, incentivando l’accessibilità dalla fascia costiera alle zone interne e la destagionalizzazione del turismo, grazie a nuove infrastrutture in grado di attrarre visitatori durante gran parte dell’anno nell’ambito della più complessa offerta del Parco del Cilento.
Il concorso è a procedura aperta e ci sono in palio 110mila euro per il primo classificato, 20mila per il secondo e 10mila per il terzo, al netto di Iva e Cnpaia.
Il consorzio Velia che ha sede a Prignano Cilento si riserva, inoltre, di conferire al vincitore del concorso di idee, mediante procedura negoziata senza bando la redazione di successivi livelli dello studio di fattibilità e/o progettazione come previsto dalle norme vigenti, a condizione che il soggetto sia in possesso dei requisiti minimi di capacità tecnico-professionale ed economica in rapporto ai livelli progettuali da sviluppare.
L’esperienza del Consorzio Velia e la novità rappresentata dal concorso di idee sono sottolineate dal prof. Pasquale Persico, economista e redattore del Piano socio-economico del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Il Bacino dell’Alento come infrastruttura complessa per lo sviluppo
di Pasquale Persico*
Se 18 comuni, due comunità montane ed il Parco si riconoscono in un progetto a scala territoriale vasta, vuol dire che il Cilento ha voglia di cambiare passo.
Questa volta un concorso di idee va incontro ad una comunità allargata per concorrere con questa ad allargare il grado di competenza del territorio.
Con il controllo delle acque del bacino idrografico dell'Alento è stato fatto un passo importante verso l’aumento della produttività dell’uso del suolo e delle risorse, adesso la visione diventa ambizione rinnovata per affrontare il tema del territorio che si fa attrattore di attività per lo sviluppo.
La proposta del Consorzio Velia è anche un appello a tutte le comunità affinché l’analisi del territorio si trasformi in consapevolezza delle proprie peculiarità e delle proprie caratteristiche fino a vedere problemi e bisogni futuri. Nel bando o avviso di concorso si chiede una vera e propria mobilitazione di risorse multiple per attivare dall’interno del territorio e dal vivo delle attività potenziali un percorso concreto di trasformazione anche sociale di una parte consistente del territorio del Parco. Un vero attrattore territoriale con la Natura interlocutore essenziale.
L’attuale fase di programmazione prevede una maggiore concentrazione delle risorse ed un profilo di area vasta più accentuato.
L’abbandono dell’idea di un programma per progetti viene sostituito da un approccio per reti di progetti a massa critica strategica
Il progetto dovrà incrociare risorse strategiche private, nazionali ed europee.
A dire il vero, il piano socioeconomico del Parco aveva già questa caratteristica, il tema della rete ecologica e la strategia di città (La città del Parco) incitavano a cambiare scala nell’approvazione dei progetti, progetti in grado di dare funzionalità multipla alle reti ecologiche ed a quelle culturali (l’effetto città) dovevano camminare insieme fino alla massa critica capaci di attirare investimenti esterni accanto al volano endogeno che si andava pian piano formando.
Il Consorzio Velia e le sue molteplici attività complementari a quelle relative al monitoraggio e riqualificazione ambientale segnalano la voglia di un Territorio di cambiare scala di progettazione.
L’aspettativa di un paesaggio in grado di coniugare bene almeno 5 delle E necessarie a conservare e tutelare il paesaggio del Parco è concreta. Il concorso infatti chiama a definire investimenti in valore (economico, estetico, ecologico, etico, di emozione) mutando il concetto di sviluppo fertile in sviluppo felice, dove la felicità è solo la capacità di uscire dalle difficoltà.
L’ipotesi di continuare ad integrare natura e potenziali attività del tempo libero a ridosso delle aree attraversate dal fiume fino al Mare potrebbe offrire al Territorio una Massa Critica con effetto città evidente, una pausa dall’urbano per i visitatori esterni ma anche occasione di convivialità allargata per gli abitanti del Territorio del Parco che scoprono l’appartenenza ad un' area vasta di grande qualità e percepita come nuova contemporaneità dalle grandi organizzazioni internazionali: Unesco, Onu, Comunità Europea, FAO etc…
Certo sarà un attrattore turistico ma è anche una infrastruttura per il Benessere ed il Tempo libero , cioè una dimensione di aggregazione necessaria per persone che appartengono culturalmente alla dimensione dei paesi isolati o di difficile fruizione comune.
Nello stesso tempo le pratiche di diffusione della cultura dello sport all’aria aperta potrebbero consentire di coniugare altre attività complementari in luoghi contigui.
Ma vi è la seconda direzione progettuale che assume un valore strategico e di chiave multipla verso le stanze della conoscenza e della consapevolezza dei temi ambientali. Questa direzione di risalita del fiume e del sistema dei laghi artificiali dovrà svelare il trade-off tra reti ecologiche complesse e semplici, in connessione con le attività legate all’uso del suolo oggi; una vera e propria università dei saperi dovrà nascere dalle esperienze progettuali relative alla nuova direzione di penetrazione.
L’entrata nel Parco, dalla foce dell’ALENTO verso l’interno, dovrà essere percepita anche come entrata verso i temi della conoscenza; le parole biodiversità, servizi ecologici, energia sostenibile, biotiti, geositi etc non devono più essere patrimonio di pochi studiosi ma di una comunità di ricercatori che ogni anno allarga la sua rete fino ad includere una moltitudine di studiosi in grado aprire nuovi laboratori del cambiamento con approcci alla ricerca innovativi ed attraenti.
Mille laboratori e mille case ateneo dovranno accogliere i protagonisti dello sviluppo ed i nuovi abitanti della Città Possibile.
Parlare di concorso di idee significa aprire un laboratorio internazionale sul potenziale di un territorio che vuole assolutamente sperimentare percorsi di sviluppo che sappiano incrociare progetti di ecologia superficiale (antropocentrici) con progetti di ecologia profonda (max esseri viventi e specie vegetali) fino per trovare la massa critica di un nuovo equilibrio dinamico con modelli gestionali esportabili ad altre aree del mondo, quantomeno nelle tipologia di laboratori del cambiamento, laboratori di ricerca e sviluppo e laboratori di nuovo comportamento creativo, gestionale e produttivo.
*Economista e coordinatore del gruppo di redazione
del Piano socio-economico del Parco nazionale CVdD
Per informazioni:
Consorzio Velia per la bonifica del bacino dell’Alento, loc. Piano della rocca, 84060 Prignano Cilento (SA), tel. 0974 837206 – 837225 – 841580, fax 0974 837154, cons.velia@tiscalinet.it, www.consorziovelia.com.







