CASTELLABATE CITTA´ DEL LIBRO
Castellabate è una perla nell'offerta turistica di qualità del Cilento.
Lo è, innanzitutto, per quel grande contenitore di storia e di arte, che è il Centro Storico: un terrazzo spalancato sull'infinito del mare dei miti a conquista di orizzonti sconfinati, con in lontananza la Costa di Amalfi ad ossificare paesi nelle rade paciose alle radici dei Lattari ed il gioiello di Capri, macchia terragna nelle acque delle Sirene.
Dal Belvedere l'occhio spazia ad ampio raggio a conquista dell'ansa di Velia, culla del Pensiero Antico con Parmenide e Zenone che riannodano i fili della Grande Filosofia fin lassù al Castello di Vatolla, dove, all'ombra di un ulivo sacro, Giambattista Vico ideò e scrisse "La scienza nuova", che rivoluzionò la cultura europea dell'era moderna.
Alle spalle fa da quinta maestosa e solenne il Castello dell'Abate, cuore pulsante dell'evangelizzazione dei monaci benedettini della Badia di Cava, ma anche centro di potere politico ed economico per la dimensione geografica dei possedimenti e l'autorità di abati e monaci, che governarono anime, ma furono attenti anche al potere temporale, materializzato in porti ed attracchi difesi contro i corsari predoni e non solo, maneggiando con identica disinvoltura croce e spada sulle "saette" veloci per i mari.
Là, ospite della famiglia Perrotti, Leoncavallo compose la splendida e notissima "Mattinata", ferito nel profondo dall'ispirazione dello spettacolo del panorama, unico ed irripetibile, a gloria di sole e mare. Di qui è passata la grande storia eternata in libri ponderosi da monaci colti e non solo.
Giù, lungo la costa, il territorio espone, con regale disinvoltura, bellezze da estasi di piacere, da Punta Tresino, mostro marino spiaggiato con la testa al cielo e coda e pinne nell'acqua, a Punta Licosa, dove la nenia della risacca canta lamenti di amore e morte della Sirena, gabbata ed umiliata nella sua forza di seduzione da Ulisse pellegrino.
Al centro Santa Maria esalta storia di principato con quella villa sontuosa a margine di mare, dove i feudatari ricchi, potenti ed influenti accolsero regnanti e cardinali a vanto di casato, e San Marco conserva nei flutti porti, navi ed anfore olearie, a memoria di dominio romano.
Su questo universo bello di grazia e di sorriso,, con i giardini pensili sul mare, ricco di storia grande e minuta, governa con intelligenza, passione e piglio decisionista quanto basta Costabile Maurano, sindaco eletto per due consiliature a riprova del suo radicamento sul territoprio e dell'efficienza nella gestione della Cosa Pubblica. Ne ha dato una ulteriore testimonianza di recente, quando in una pubblica manifestazione in onore di Alfonso Gatto, che mi ha visto protagonista d'amore per un Amico e Maestro, ha comunicato di aver intitolato una strada al grande Poeta salernitano nella ricorrenza del centenario della nascita, per le straordinarie liriche dedicate al Cilento, tra cui una a San Marco di Castellabate, appunto. La manfestazione si è tenuta a Villa Materazzi, un'oasi di serenità e di relax all'ombra di pini secolari in pieno centro abitato. La villa ricorda nel nome del primo proprietario un'altra pagina di storia cilentana, quella dell'emigrazione dei tanti, che, con il cuore in pena e gli occhi accesi di lacerante nostalgia, corsero la grande avventura della "fortuna" oltreoceano. La povera epopea dei senza patria e senza terra è stata esaltata da un altro illustre cittadino di Castellabate, emigrante manco a dirlo,Costantino Ianni, in "Il sangue degli emigranti", edito da Galzerano.
A Villa Materazzi si tiene da alcuni anni la "Fiera del Libro Mderidionale". Ideata e realizzata, con intelligenza, impegno e notevoli sacrifici personali dal Prof. Gennaro Malzone, è cresciuta nel tempo per consenso di critica e per partecipazione di pubblico. Ormai è un evento consolidato, anche se la Politica spesso lo snobba, preferendogli le sagre gastrodemenziali,passerelle della vanità e dell'incultura. Gennaro Malzone ha resistito imperterrito, incassando anche qualche colpo basso, ed ha regalato al Cilento una bella iniziativa,che ha contribuito notevolmente a far crescere lo spirito critico e la coscienza civile del territorio. E sì, perchè libro nell'accezione latina del termine liber ha la stessa radice di libertà. Senza libri una società isterilisce e muore, con i libri cresce e matura nella consapevoilezza della libertà e, quindi, della dignità dei singoli e della collettività.
Ed è per questo che vorrei sommessamente suggerire al sindaco di proclamare, in un consiglio comunale pubblico e solenne, "Castellabate città del libro", come orgoglio di identità e di appartenza del territorio e dell'intero Cilento a questa civiltà della cultura codificata con i libri e nei libri, ed anche, perchè no, come valore aggiunto per una offerta turistica di qualità sui mercati nazionale ed esteri.
Questa scelta implica una serie di impegni
1- una programmazione di eventi culturali disseminati lungo tutto l'arco dell'anno;
2- la istituzione di una biblioteca ben fornita con la partecipazione generosa di tutti gli editori che nel corso degli anni hanno partecipato alla "Fiera", biblioteca che possa diventare punto di riferimento di studiosi, intellettuali e, soprattutto, studenti del territorio;
3-recupero, catalogazione, valorizzazione ed esaltazione dei Beni Culturali e della Grande Storia del territorio, a comiciare dal monachesimo (Cava che nel 2011 celebra il millennio della Badia non può e non deve ignorare Castellabate e destinargli risorse, che sono cospicue,, per eventi significativi sul territorio cilentano;)
4- Destinare una "Festa" anche al libro e per il libro con "Premi" significativi ai "lavoratori" del prodotto librario:tipografi, correttori di bozze, responsabili dell'editing e, naturalmente, editori: un premio unico ed originale nel suo genere e che non esiste nel pur vasto panorama del "premificio" nazionale.
Il tutto dovrebbe essere organizzato con rilievo per l'edizione del "ventennale" per coronare degnamente il lavoro, tanto proficuo qianto silenzioso, di Gennaro Malzone, per il quale propongo, fin da adesso, un prestigioso riconoscimento pubblico per la sua opera per la cultura del Cilento e per il Cilento..
Che ognuno faccia la sua parte, nell'ambito delle proprie funzioni e ruoli.
Io, per quel poco che conto e valgo, sono pronto a fare la mia.







