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Le precipitazioni piovose diminuiscono. Prof. Ortolani: è urgente adeguarsi

E' necessaria una intelligente riorganizzazione circa l'uso della risorsa idrica

📅 mercoledì 1 novembre 2017 · 📰 AmbienteCilento

01112017 diminuzione precipitazioni
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Lunedi 30 ottobre 2017 il prof. Ortolani ha pubblicato la nota dal titolo "Drastica diminuzione delle precipitazioni piovose in Campania nei primi 10 mesi del 2017" nella quale evidenziava come le precipitazioni del 2017 si avvicinano al valore prevedibile per il 2100 come media delle precipitazioni.

Tale previsione è stata esposta nella pubblicazione dal titolo "IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E DELLA DIMINUZIONE DELLE RISORSE IDRICHE SULLA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA ED AMBIENTALE DELL'AGRICOLTURA IRRIGUA IN ITALIA MERIDIONALE" pubblicato su SIGEA (Società di Geologia Ambientale), n. 3/2017, autori Franco Ortolani e Silvana Pagliuca, sulla base dei dati sperimentali relativi al pluviometro di Montevergine che evidenziano una progressiva riduzione degli apporti meteorici a partire dal 1880, come misurati alla stazione meteo ubicata a 1280 m slm. I dati di Montevergine sono contenuti nella pubblicazione "Time Series Analyses of Climatological Records from a High Altitude Observatory in Southern Italy (Montevergine, AV)" di V. Capozzi e G. Budillon, SISC First Annual Conference, ADVANCES IN CLIMATE SCIENCE, 2014.

Si fa riferimento ai dati pluviometrici di Montevergine perchè tale stazione è molto importante per la serie storica dei dati climatici in quanto è perché ubicata sul serbatoio idrogeologico carbonatico carsificato del Monte Partenio che con gli altri acquiferi carbonatici ci rifornisce di acqua potabile.


Proiettando l'andamento del periodo 1880-2010 si era prevista una riduzione di circa 200 mm fino al 2050 e di circa 600 mm dal 2010 al 2100 (portate medie).

Ricordiamo che i dati fino ad ora registrati evidenziano che a fine 2017 la diminuzione si può aggirare intorno ai 600 mm se novembre e dicembre saranno molto piovosi.

Naturalmente questa del 2017 può essere una oscillazione negativa superata la quale le precipitazioni dovrebbero riprendere i valori previsti secondo l'andamento di oltre 100 anni precedenti, sempre con una tendenza alla progressiva diminuzione.

La prima figura allegata illustra la previsione della diminuzione delle precipitazioni così come risulta nella citata pubblicazione di Ortolani e Pagliuca 2017. La linea rossa tratteggiata indica l'anomalo andamento pluviometrico che ha caratterizzato il 2017.

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Analizzando la seconda figura allegata, tratta dalla citata pubblicazione di Capozzi e Boudillon, 2014, si vede che l'anomalo valore negativo del 2017 può essere considerato come una oscillazione negativa come quelle che hanno caratterizzato le precipitazioni piovose a Montevergine nei decenni precedenti (linea viola).

La terza figura allegata evidenzia che la diminuzione delle precipitazioni è particolarmente significativa per quanto riguarda la ricarica idrica dei serbatoi idrogeologici carbonatici carsificati (aree delimitate in azzurro trasparente) sui quali le piogge raggiungono i valori massimi in Campania.

Si sottolinea che la Campania soddisfa tutti i fabbisogni idrici con l'acqua erogata dalle sorgenti alimentate dai serbatoi idrogeologici carbonatici come si evince dalla quarta figura allegata, che riporta uno schema idrogeologico con ubicazione dei bacini artificiali e delle principali aree irrigate tra Puglia, Basilicata e Campania (1) bacini artificiali; 2) aree irrigate con l'acqua dei bacini artificiali (1- Tavoliere e piana del F.Ofanto; 2- Metapontino; 3- piana del F.Alento); 3) aree irrigate con acqua di sorgente e di falda; (a: Valle del Volturno; b: Piana del Garigliano; c: Piana Campana; d: Valle Caudina; e: Piana dell'Ufita; f: Agro sarnese-nocerino; g: Piana del Sele; h: Vallo di Diano); 4) rocce alluvionali e vulcaniche con falde utilizzate per l'irrigazione di vaste aree; 5) acquiferi carbonatici che alimentano le grandi sorgenti che forniscono l'acqua per l'irrigazione di vaste aree (A: M. Matese; B: M. Maggiore; C: M. ti Taburno – Camposauro; D: Partenio – M. Tifata; E: M. ti Lattari; F: M. ti Picentini; G: M. ti Marzano – Ogna; H: M. ti della Maddalena; I: M. Cervati; L: M. Bulgheria; M: Gargano; N: Murge); 6) rocce prevalentemente argillose con falde superficiali che alimentano sorgenti temporanee e perenni con limitata portata insufficiente per irrigare vaste aree; 7) traversa di Serre-Persano sul fiume Sele) (da Ortolani e Pagliuca, 2017).

L'irrigazione delle grandi pianure costiere avviene con acqua sorgiva e di falda in gran parte alimentata sempre dagli acquiferi carbonatici.
Solo 1000 ettari circa sono irrigati con l'acqua del bacino artificiale sul fiume Alento nel Cilento.
I grandi quantitativi di acqua potabile (da 50 a 70 milioni di metri cubi) usati in circa 2 mesi per la produzione del pomodoro pelato tra la valle della Solofrana e l'Agro Nocerino-Sarnese sono prelevati dalle falde rifornite dagli acquiferi carbonatici contigui.

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E' evidente che la diminuzione della ricarica idrica e dell'acqua disponibile per l'uso potabile costringerà i responsabili istituzionali a captare anche l'acqua sorgiva che attualmente alimenta l'irrigazione come accade nella Piana del Sele dove durante il periodo irriguo sono prelevati alla traversa di Persano-Serre circa 16.000 litri al secondo riforniti dalle grandi sorgenti degli acquiferi affioranti nel bacino idrografico del Sele.

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E' necessaria una intelligente riorganizzazione circa l'uso della risorsa idrica.

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Da Facebook: Franco Ortolani

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