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Agropoli riavrà presto il suo Castello

📅 05/09/2007 · 📰 AvvisiSalerno

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Il convegno “Un futuro comune per il Castello”, che si è svolto martedì pomeriggio 4 settembre nella Sala dei Francesi del Castello, che ha visto protagonista l’On. Francesco Rutelli, Ministro per i Beni e le Attività culturali, cui hanno partecipato il presidente della Provincia di Salerno Angelo Villani, il Commissario del Parco del Cilento Giuseppe Tarallo e il Sindaco di Agropoli Franco Alfieri, è il primo passo dell’iter che verrà portato avanti con determinazione dall’Amministrazione guidata dal Sindaco Franco Alfieri.

Il Castello, che risale nel suo attuale impianto al XIII secolo, diverrà l’attrattore culturale della città ospitando un polo museale ed un centro convegni, che potrà operare tutto l’anno.

«Il Cilento rappresenta una “specialità che è interesse di tutto il Paese promuovere - ha affermato il Ministro dopo aver visitato il Castello – Questo è un luogo di storia e quello che si potrà fare per la sua acquisizione lo faremo tutti insieme e il Ministero non si tirerà indietro. Ci vedremo presto a Roma – ha concluso il Ministro Rutelli – per darci un programma comune a tutte le istituzioni interessate»

«La visita e quello che interpreto quasi come “un sopralluogo” del Ministro Rutelli mi onora e mi conforta nella volontà di acquisire alla città un importante bene storico - è quanto afferma Franco Alfieri, Sindaco di Agropoli – Le presenze del Presidente della Provincia Angelo Villani, del Soprintendente Giuseppe Zampino e delle altre autorità locali sancisce la volontà di tutta la filiera istituzionale, dal governo centrale a quello locale, ad andare avanti in tempi spediti. Né mi preoccupa il reperimento delle risorse – conclude Alfieri - poiché, per l’acquisizione e la realizzazione di questo progetto, cui stiamo già lavorando, conto di attingere a tutte le fonti di finanziamento possibili ed in particolare a quelle europee».

IL CASTELLO: LA STORIA

Il primo baluardo del Castello risale al VI sec. D.C. quando i Greci-Bizantini edificarono sul promontorio di Agropoli una cinta muraria fortificata a protezione del borgo.

Da allora una lunga ed affascinante storia ha caratterizzato le sorti del castello. Tra il XIII e il XV sec., nel periodo delle incursioni e delle devastanti razzie ai danni dell’Italia meridionale, il castello fu occupato per quasi un trentennio dai Saraceni. Fu, poi, uno degli scenari in cui si svolsero le alterne vicende del regno di Napoli: conquistato dai normanni passò agli Svevi e agli Angioini pur essendo sempre stato di proprietà dei vescovi di Capaccio a cui apparteneva dalla fine del VII sec.

Nel 1100, proprio nel Castello, venne stipulato un importante contratto nel quale si concordavano i confini tra i beni della Badia di Cava e quelli del Vescovo di Capaccio. Di quest’epoca è l’intervento di ricostruzione che, successivamente alla guerra angioino-aragonese, porta il Castello ad assumere la sua attuale struttura.

Tra i feudatari che si successero nei secoli, vanno menzionati i Sanseverino, cui faceva capo tutta la Baronia del Cilento fino al 1552, e i Delli Monti - Sanfelice, duchi di Laureana, dal 1662 al 1806. In questa famiglia spicca l’eroica figura di Luisa Sanfelice, che allontanata da Napoli, vi si rifugiò con il suo amante.

Con l’abolizione del feudalesimo, dopo un breve periodo di occupazione militare francese il Castello, che aveva ormai perso la sua funzione strategica e difensiva, venne abbandonato. Ebbe così inizio il lento declino del monumento che venne progressivamente invaso dalla vegetazione e subì, nel tempo, i danni dovuti non solo all’incuria e all’abbandono, ma spesso anche all’opera di ospiti occasionali.

IL CASTELLO: LA STRUTTURA

La struttura dalla caratteristica pianta triangolare è stata rimaneggiata nel tempo per adattarla alle innovazioni dell’arte militare: del periodo angioino restano la cortina e il fossato, dell’età aragonese le torri abbassate e rinforzate alla base con “scarpa” per offrire una superficie obliqua ai proiettili in seguito alla introduzione delle armi da fuoco e delle bombarde. Solo molto più tardi si definì un nuovo adattamento a carattere residenziale con i Sanseverino, con la corte baronale ed il loggiato. Nel Castello resta la bella e grande “Sala dei Francesi” nella facciata settentrionale che prende il nome da un episodio vissuto da una guarnigione francese nel 1808, allorchè, sistematasi nel palazzo del governatore, ormai in abbandono dopo le leggi eversive della feudalità (1806), e ripristinando un vecchio cannone, mise in fuga una nave da guerra britannica che inseguiva una imbarcazione carica di munizioni, diretta in Calabria e comandata da un pirata maltese che Gioacchino Murat aveva nominato capitano.

Fonte: cilento.it

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