A Castellabate si commemora il Velella nel 64° anniversario dell’affondamento
L’armistizio della seconda guerra mondiale era stato firmato 4 giorni prima, ma all’insaputa della Marina: il 7 settembre del 1943 il sommergibile Velella e i 51 eroici marinai che erano a bordo colarono a picco nello specchio di mare antistante Punta Licosa, dopo il siluramento ad opera di un sommergibile inglese.
Domenica 9 settembre a Santa Maria di Castellabate una solenne cerimonia commemorerà il 64° anniversario dell’affondamento. L’evento è organizzato, come da tradizione, dal gruppo dell’Associazione nazionale “Marinai d’Italia” di Santa Maria, di concerto con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Costabile Maurano.
Alle ore 9 in piazza Matarazzo si raduneranno i gruppi dell’Anmi provenienti da varie parti d’Italia, le altre associazioni, il concerto bandistico Santa Cecilia, le autorità civili, militari e religiose. Alle 9,30 lo schieramento sarà pronto per sfilare lungo Corso Matarazzo, Via Margherita e Lungomare Pepi con sosta al monumento ai caduti in piazza Lucia. Alle 10,30 si renderà onore al monumento dai caduti del mare sul lungomare Pepi, dove si svolgerà la cerimonia di commemorazione con l’alzabandiera, la benedizione e la deposizione di una corona in memoria di tutti i caduti del mare. Infine, la preghiera del marinaio.
Al termine della cerimonia interverranno il presidente del gruppo di Santa Maria dei Marinai d’Italia, Carlo Mileo, il sindaco di Castellabate Costabile Maurano e le autorità presenti.
L’ultima, fatale missione del Velella ebbe inizio il 7 settembre del 1943, quando - insieme ad altri dieci battelli - si avviò a costituire uno sbarramento di sommergibili nel basso Tirreno, per contrastare l’imminente sbarco alleato a Salerno. Dopo la sua partenza da Napoli, però, non se ne ebbero più notizie. È solo nel dopoguerra, in base alla documentazione inglese che si è potuto ricostruire il suo siluramento ad opera del sommergibile inglese Sheakespeare nella serata dello stesso giorno di partenza, al largo di Punta Licosa.
L’esatta posizione del relitto fu individuata a metà degli anni Settanta, quando le reti di alcuni pescatori vi rimasero impigliate e tornarono in superficie a pezzi. Le lamentele dei pescatori misero sull’avviso le autorità che, nel 1976, inviarono sul posto un dragamine e la nave di salvataggio Proteo affinché scandagliassero i fondali e localizzassero il Velella. La missione non riuscì, però, a riportare in superficie il relitto.







