FRANK MATANO INFIAMMA I MASTERCLASSER “CONTINUO ANCORA A SENTIRMI COME UN BAMBINO CHE VUOLE DIVERTIRSI”
Un lunghissimo applauso ha accolto l’ingresso in sala di Frank Matano atteso per la Masterclass classic del pomeriggio. Il comico e youtuber casertano, in un’ora ricca di apprezzamenti e sorrisi, si è raccontato a cuore aperto ai tantissimi giurati che attendevano con ansia di poterlo rincontrare. “Ho iniziato a realizzare i miei video per noia”, ha dichiarato l’ideatore di Tonno spiaggiato, la sua ultima fatica cinematografica presente nelle sale italiane durante la scorsa primavera. “Spesso mi hanno chiesto quali stratagemmi avessi messo in pratica per favorire la diffusione capillare del mio video. In tanti mi hanno accusato di aver fatto ricorso al marketing digitale, senza sapere che in realtà ho avuto la fortuna di iniziare in un periodo in cui le logiche di internet erano ben più semplici e in cui la comicità aveva già acquisito una fisionomia altra”.
Un modo di far sorridere differente, in linea con gli orizzonti di attesa di un pubblico cresciuto al passo con le evoluzioni della rete: “La mia è una comicità infantile pensata da un adulto”, ha proseguito Matano. “I miei modelli restano figure ancora insuperate come Robbie Williams, Jim Carrey, Eddie Murphy, Ben Stiller; personalità che dall’improvvisazione, della freschezza hanno saputo farne un marchio distintivo. Io, nel mio piccolo, continuo sempre a sentirmi come un bambino che vuole divertirsi, che non si prefissa un obiettivo di gradimento a monte, ma che soprattutto quando gira un film si impegna a fare in modo che il set abbia sempre un pò la fisionomia della mia stanzetta e delle sere in cui riprendevo gli scherzi telefonici”.
Del ragazzo dei primi anni Matano ha conservato anche la visione a lungo termine: “Ho la sensazione che l’umorismo nel nostro Paese stia andando nella direzione del Black Humor. Credo che Checco Zalone, in questo senso, possa confermarsi il massimo esponente. C’è bisogno di un genio oggettivo per saper far ridere con della “cattiveria” non gratuita”.







