”VERSO IL DUEMILA” (giugno 1976); TRE LIRICHE DELLA RACCOLTA ‘NEL DOLORE’
Gli eventi acustici,suoni e rumori,sono prodotti dalle vibrazioni di corpi sonori: corpi sonori elastici producono vibrazioni regolari (suoni), mentre quelli “rigidi” ovvero anelastici,generano vibrazioni irregolari (rumori). Le vibrazioni causano movimenti ondulatori delle particelle di aria,che possono essere ‘spingenti’ (di compressione), oppure ‘attenuati’ (di rarefazione). Il suono viaggia con una determinata velocità:nell’aria,il suo spostamento avviene -alla temperatura di 20 gradi centigradi- alla velocità di circa 344 m al secondo (corrispondono, all’incirca,a 1.240 Km|h). Il primo oggetto, costruito dall’uomo,capace di generare un rumore che si propaga più velocemente del suono,è stato la frusta: quando l’estremità d’una frusta schiocca,viene a rompersi la cosiddetta ‘barriera del suono’ e da questa fittizia ‘frantumazione’ indotta dal superamento del limite di 1.240 Km|h, si genera il cosiddetto ‘boom sonico’.Ma vi è un suono particolare,una voce urlante, grido lancinante,spesso non viene udito: l’intenso fluire della voce della sofferenza, che scorre come un fiume silenzioso sulle teste di passanti distratti… “Indifferenza” fu il titolo apparso in copertina di ‘Verso il Duemila’ nel giugno 1976; una immagine perentoria,assai eloquente: vi era gente che passava con distacco ed insensibilità davanti ad un silente poveraccio, il cui grido interiore non riecheggiava,era distante anni luce da queste persone. L’immagine mi indusse ad una elaborazione,la intitolai egualmente,INDIFFERENZA,la lirica apparve (a pag. 30) in un volumetto, ‘Nel dolore’, pubblicato da Studio P Edizioni (presentazione del prof. Claudio Di Mella,n. 22 liriche,n. 34 pagine), Editrice diretta dal dr. Franco Di Matteo. Una mia doppia rappresentazione scultoria associata (in acciaio pastoso e tempera),intitolata ’Violenze e crocefissioni ’,integra la poesia. Tempo d’Estate … Mete turistiche ambite da chi ama il profumo della salsedine marina,la tenerezza di giornate lunghissime,il colore della sorridente natura, il calore esasperante ma dolce delle sue braccia che ti stringono;l’Estate invita a rinascere dischiudendo orizzonti radiosi …Forse farà un po’ sorridere,ma da giovincello non amavo l’Estate; non mi apparteneva,vedevo gelide vie bruciate dal Sole, oscuri paesaggi marini popolati di spettri… Sentivo addosso un peso di anni che,in realtà non gravava,ma da giovani si è pervasi da tale radicale suddivisione,da un forte contrasto:si percepisce il leopardiano ”arido vero” e si sperimentano le prime ferite dell’esistenza; nel contempo,si comprende che è l’unico periodo per davvero stupendo dell’esistenza. In questo senso, aveva capito tutto Leopardi,poeta che,nella nostra età giovanile,credo sia impossibile non amare.“Le estati brevi,spesso sono delle primavere precoci“ (William Shakespeare):Penso ciascuno di noi intuisca questa “verità”, come taluni misteri che improvvisamente l’anima illuminata coglie e svela… Relativamente a tali temi,2 poesie di quel periodo:
UNA VOLTA e ALL’ESTATE; la particolare visuale della stagione estiva,venne definita (lettera del critico letterario Giorgio Bàrberi Squarotti) “singolarmente originale,considerando la giovanissima età”; nel 1976 avevo 20 anni. Sono,rispettivamente, alle pagine 31 e 26 del sunnominato testo. INDIFFERENZA. Non so che cieli oscuri | e notti cupe | e abissi orrendi | e gelidi tormenti | mi porta | il giorno straniero. | Ma in me batte | e vi si esaurisce | un antichissimo grido. | Non ha eco | per gli altri | il suono del dolore.
ALL’ESTATE. Oh amara, amara | e cara Estate,amante | segreta ma non del mio cuore. |Si cammina per te |su gelida via | bruciata dal Sole. | Nascosta tra siepi | crudele tu avanzi | in tragico agguato …| E lame aguzze | di lunga calura | e d’ombre serene | dinanzi ti poni: | ” LA VITA E’ LA’ | FIORITA D’INCANTO | RINASCER TU DEVI! ”. | Oh amara, | amara Estate, l’ambito | silenzio | velato all’incanto | per te s’allontana …| Oh amato, amato rimpianto | di dolce respiro | di tenebra lunga, | di gelo tiranno!
UNA VOLTA. E d’improvviso | scorgo un tremular di foglie … la pallida | dolcezza | d’un alito di brezza …| ricordi, quelle notti | immense, quel dolce | lago luccicante che a te parlava | e l’argentea lama, a sé,| lassù, più volte t’invitava…| brividi | di sogno provavi | ma tenebre | fitte e il mondo | intero sfidavi | e quella | brezzolina, ricordi, leggera | con te spirava; e ti | voltavi | ma in lontananza | infinita i consueti | lidi tu | lasciavi … Era | il tempo migliore |(che più non ritorna,che più non ritorna!) | in petto ardeva forza, | in cuor nuotava | gioia e di volar | bruciava la voglia! | Bella | questa silenziosa | notte lunare | fu | una volta …
Giuffrida Farina



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