"I FIORI DEL LATTE" UN PLURALE IRONICO PER RIBADIRE LA DISSACRAZIONE IN ATTO
Giovedì 22 novembre ore 21
 
           di Marisa Russo | Blog
di Marisa Russo | BlogSi apre la Stagione Teatrale del Teatro La Provvidenza, Direttore Artistico Don Valeriano Pomari, con uno spettacolo di Biagio Izzo, scritto da Tartaglia, che vuol divertire ma anche richiamare alle gravi problematiche ambientali in particolare della Terra dei Fuochi, nel Casertano.
Due imprenditori vogliono realizzare prodotti caseari biologici, ma con tutto il loro buon intento, non riusciranno per il grande inquinamento sotterraneo. Sarà poi una donna a trovare una soluzione alla loro disperazione.
IL Fior di latte, come la mozzarella bianco prodotto dai tanti simboli, inventato da San Aldemaro, tra riti e messaggi dal macrocosmo al microcosmo, è idoneo simbolo per denunciare, pur nella scelta comica, l’assurda devastante dissacrazione che l’essere umano è riuscito ad attuare!
Sant' Aldemaro di Capua (o Aldemario), detto il Saggio (Capua, 985 – Bucchianico, 24 marzo 1070) è stato un religioso benedettino dell'abbazia di Montecassino, quindi abate di San Lorenzo in Capua, fondatore e riformatore di numerosi cenobi nell'Italia centro-meridionale; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica che ne celebra la memoria liturgica il 24 marzo.
Il mistero di questi prodotti di pasta filata già nasce dalla cura del “pastore” al pascolo degli animali che dovranno dare il latte per la loro produzione. Pastore, non a caso, è termine adoperato per indicare persone sagge, uomini di guida. Un pascolo a contatto con la Natura, in serenità e salute già è il primo passo per la produzione di buon latte. Sarà trasformato in sostanza solida avvalendosi della temperatura del corpo umano, cioè circa 37°, nella cagliata. Il latte è collegato al mistero della Via Lattea. Questo alimento, che quindi unisce la terra al cielo, fu caro al Benedettino San Aldemaro, che lo raccolse e lavorò e fece lavorare i Benedettini per formare questi prodotti che distribuiva anche durante le processioni. Fu il primo a realizzare i formaggi a pasta filata, nella sua regola che unisce lavoro e preghiera, consapevole della grande cultura gastronomica dei Frati Benedettini,
La pasta filata non va nelle forme ma viene modellata a mano, vere sculture realizzate artigianalmente, in un’esaltazione del lavoro manuale tipica dei Benedettini!. Due monaci nell’azione manuale utilizzavano le quattro mani in particolare posizionate in modo da formare una croce.
Felice simbolo quindi “I Fiori del Latte” per denunciare, in chiave comica, la distruttiva dissacrazione che gli umani, inseguendo il Dio Denaro, compiono anche contro sé stessi.
Lo spettacolo, scritto da Eduardo Tartaglia e curato nella regia da Giuseppe Miale di Mauro, vede in scena, insieme a Biagio Izzo, Mario Porfito, Angela De Matteo, Stefano Jotti, Stefano Meglio e Ivan Senin.

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