Menu
Cerca Effettua una ricerca

📰 Categorie

📍 Località

Cilento: Gianguarino Cafasso, il pusher morto amico di tutte e custode dei segreti dei vip

📅 lunedì 23 novembre 2009 · 📰 CronacaCilento

Null
Credits Foto

Il padre: altro che overdose, è morto come un cane. Nessuno ci ha cercato

«Hanno ucciso nostro figlio»

I genitori di Gianguerino Cafasso: «Non era un pusher, aveva paura»

«Ho in mano mezza Roma, so delle cose che non potete immaginare...c’ho dei clienti tra i politici che se ve lo dico, li potrei rovinare». Chissà se il pusher Gianguarino Cafasso avrebbe mai immaginato di diventare il centro di una spy story. Il principio da cui tutto sarebbe partito: “una soffiata”, quattro carabinieri corrotti che fanno il blitz, il presunto ricatto, gli arresti e la disfatta di un uomo politico di belle speranze.

Gianguerino Cafasso pusher


Era nato in un paesino vicino Salerno, Gianguarino detto Rino, e aveva soltanto 36 anni, quando il 12 settembre scorso una partita di cocaina, probabilmente tagliata male, lo ha cancellato da questa terra. È passato forse dallo stordimento alla morte, sdraiato sul letto di un hotel a ridosso del Raccordo anulare, mentre il suo fidanzato-trans, Jennifer, provava a farlo riprendere. Arresto cardiocircolatorio, il verdetto del medico legale: una formula di rito per dire che il cuore ha smesso di battere. Nessuno, però, in quell’occasione si è occupato più di tanto di questa morte, perché nulla sembrava misterioso. Poi è arrivato l’arresto dei carabinieri, lo scandalo, Piero Marrazzo che si dimette, e i testimoni che cominciano a parlare di Cafasso come del fornitore di droga di mezza Roma Nord. Si scopre anche che prima di morire l’uomo stava cercando di vendere un video che raffigurava l’ex governatore della Regione Lazio e che ha cercato di “piazzarlo” a Libero, attraverso un contatto del suo avvocato con due giornaliste. Allora le sue parole diventano profetiche: «C’ho mezza Roma in mano, c’ho dei clienti, ma devo guadagnare soldi e scappare». Ha paura, Gianguarino, e dice che gli servono soldi per lasciare la città e cercare di salvarsi da chi lo vuole uccidere.

Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ha preso in carico gli atti di quella morte. L’autopsia è stata effettuata, ma mancano ancora i risultati definitivi dell’accertamento tossicologico che si avranno a giorni. E se poi quei dovessero rivelare qualche stranezza, la procura potrebbe decidere di chiedere la riesumazione della salma. Nel frattempo, ci sono i carabinieri arrestati che fanno il suo nome, sono loro che dicono, sapendo di non poter essere smentiti, che la “soffiata” di un festino a base di droga in via Gradoli, arriva da lui. E che è sempre lui a girare il filmato con l’ex governatore. Loro, i militari “infedeli”, sarebbero stati solo i mediatori di una trattativa che ha fatto il giro d’Italia, passando per diverse redazioni di giornali.

Quali fossero i pericoli che Gianguarino temeva lo ha rivelato in parte Jennifer ai magistrati che lo hanno interrogato non molto tempo fa. Non aveva il permesso di soggiorno e così le è stato emesso il decreto di espulsione. Ha parlato, però, il trans della droga, del grosso giro che prolifera nelle zone Nord della Capitale, di Gianguarino che temeva per la sua vita. Ora, nei quartieri a ridosso di via Gradoli e della Cassia, il posto del pusher morto sarebbe già stato preso da un sostituto. La gestione del mondo che ruota intorno ai trans avrebbe nuovi referenti. Sebbene l’attenzione della magistratura e dei media abbia fermato il mercato per qualche tempo, il businnes di prostituzione e droga non sembra avere ostacoli. E se dopo la strana morte di Brenda, la procura dovesse decidere di riesumare il corpo di Gianguarino Cafasso, di sicuro nessuno si occuperà di rappresentarlo come parte civile. Aveva una famiglia d’origine Rino, in un paesino a pochi chilometri da Salerno, ma i parenti, che l’avvocato difensore ha cercato, si sono guardati bene dal rispondergli.
C.Man.

Fonte: ilmessaggero.it

Cilento Notizie su GNews
Leggi il nostro regolamento dei commenti prima di commentare.