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"Sing: La - La - La": intervista ai LUCE - L'Unica Cosa Essenziale

📅 giovedì 20 dicembre 2018 · 📰 AmbienteCilento

20122018 la luce cover
Credits Foto Video

Sono in 4, sono una delle formazioni cilentane più elettrizzanti, sono da poco usciti con un singolo/videoclip (“Sing: La - La - La”) e un EP (“Bevimi”) e sono pronti per far ballare il pubblico di Hope, a Palinuro: sono i LUCE - L’Unica Cosa Essenziale.

Li abbiamo intervistati.

Ciao, ragazzi: prima di tutto presentatevi ai (pochi) che ormai non vi conoscono, nel Cilento!

Ciao, noi siamo i LUCE – L’Unica Cosa Essenziale, una Indie Rock Band dal Cilento. Una classica formazione da 4 elementi, con alla voce Luana Cerbone, alla chitarra Antonio Maiuri, al basso Antonio Cortazzo e alla batteria Daniele Ripoli.

Nascete come cover band beat ma subito vi siete evoluti, abbracciando altri generi e iniziando a scrivere: raccontateci quali sono state le spinte al cambiamento.
Nasciamo nel 2014, all’epoca eravamo i Lu.Ce & The Wigs, una cover band Rock’n’Roll dal tiro 60’s e Flower Power nata proprio a causa di un Woodstock Party in un locale del Cilento che ci ha visto letteralmente crescere. Al nostro fianco si sono susseguiti una serie di amici che hanno dato il loro contributo stilistico alternandosi al basso e facendo crescere ulteriormente la passione per quello che facevamo, finché nel 2017 c’è stata l’esigenza di un’evoluzione. Abbiamo sentito la voglia di buttarci in un progetto inedito e di mettere in discussione quello che era il nostro background, fatto di influenze e vecchi progetti da cover band e non, prendendo una strada che ci permetteva di esprimere completamente il nostro sound.
I Lu.Ce & The Wigs quindi non ci rappresentavano più e siamo diventati qualcosa di più essenziale, come un acronimo… appunto i LUCE – L’Unica Cosa Essenziale.


Come vi siete approcciati, per la prima volta, alla stesura di brani inediti?
All’inizio è stato un vero e proprio esperimento, innanzitutto ci siamo buttati a capofitto nella ricerca del sound che ci rappresentasse davvero. Volevamo staccarci decisamente da quello che era la nostra cover band, ma alla fine abbiamo dato spazio alle nostre radici e giorno per giorno abbiamo fatto crescere le propaggini dei nostri brani dandogli il taglio più affine a quello che siamo, senza cadere troppo nei cliché di qualcosa che sia stato già sentito ma non stravolgendo la nostra essenza solo assecondandola… fino a diventare quello che è oggi il nostro EP “Bevimi”.

Siete usciti da pochissimo con il vostro EP d’esordio, “Bevimi”: parlateci della sua genesi.
Abbiamo ricercato, scelto e messo in discussione più e più volte i brani per il nostro primo EP prima di lasciarci andare completamente al flusso e sentire che era quella la sonorità che volevamo far uscire con questo disco. Dopodiché abbiamo solo aperto la mente a qualcosa che potesse essere un concetto coerente tra lyrics e musica. In effetti la parola “flusso” è quella più appropriata per dare un’immagine di quello che è poi diventato “Bevimi”, il titolo del nostro EP nonché titolo del primo singolo omonimo. Perché bere è l’azione più spontanea e diretta che chiunque possa fare per estinguere un’esigenza fisiologica come la sete o semplicemente per il piacere di assaporare qualcosa. Il punto è che “Bevimi” è nata davvero tutta d’un fiato. La musica e le parole scorrevano contemporaneamente e le similitudini con un mondo Carrolliano erano lì, a portata di mano (complice anche una mia piccola deviazione personale su Carroll ndr.). Quindi ci siamo concessi di farci rappresentare da un gesto e in effetti, quello abbiamo fatto con questo singolo è fare un invito all’ascoltatore: “bevimi”. Il concetto che l’album vuole trasporre è la rappresentazione di una liquidità che si evolve in una metamorfosi, traccia dopo traccia. Dalla consapevolezza dei propri limiti di “7-8-9” fino al superamento degli stessi nell’omonima “Bevimi”, è costellato da una continua trama di cambiamenti che rimescolano i frammenti di un mondo pieno di contraddizioni e in costante ricerca di un cambiamento. Riprendendo il concetto di “modernità liquida” di Bauman in cui regna la convinzione che il cambiamento sia l'unica cosa permanente e che l'incertezza sia l'unica certezza. “Bevimi” è un invito e al contempo un imperativo a sentire la propria voce interiore che ci spinge a volere sempre altro o ancor più di ciò che abbiamo nel “qui ed ora” del nostro quotidiano. “Bevimi” è il racconto di una presa di coscienza di quell’impercettibile ma inarrestabile cambiamento che ogni giorno viviamo. Come una moderna Alice nel Paese delle Meraviglie, siamo reduci di quotidiani sogni lucidi e della baraonda di eventi che che ci spinge ad essere inevitabilmente diversi, giorno dopo giorno.
Il disco è stato registrato alla Goldmine Records di Maurizio Sarnicola – Vallo della Lucania (SA) e masterizzato presso Eleven Mastering di Andrea Bernie De Bernadi – Busto Arsizio.


Il vostro nuovo singolo/videoclip è “Sing: La - La - La”: parlatecene
Un bel respiro e ci si immerge nel pieno della quarta traccia del nostro EP, secondo singolo dal quale è estratto il nuovo video. Un passo indietro per fare un tuffo nel mondo liquido. Ci siamo lanciati un riff country punk e un treno di groove per nuotare nelle contraddizioni della società superficiale dove siamo costretti a vivere seguendo determinati canoni in cui spesso ci sentiamo annegare. “Nel mondo liquido-moderno la solidità delle cose, così come la solidità dei rapporti umani, tende a essere considerata male, come una minaccia: dopotutto, qualsiasi giuramento di fedeltà e ogni impegno a lungo termine sembrano annunciare un futuro gravato da obblighi che limitano la libertà di movimento e riducono la capacità di accettare le opportunità nuove e ancora sconosciute che (inevitabilmente) si presenteranno. La prospettiva di trovarsi invischiati per l’intera durata della vita in qualcosa o in un rapporto non rinegoziabile ci appare decisamente ripugnante e spaventosa”, preferiamo sbattere la testa nelle nostre “bocce di vetro”, dimenticare e ricominciare la nostra forsennata ricerca. La regia di Denise Galdo (Guns for Bunnies) è stata fondamentale per esternare questo concetto, dove si coglie anche una piccola citazione a “Il senso della vita” film storico del gruppo comico Monty Phyton. Una sottile critica quindi, alla superficialità dilagante e l’impossibilità di rompere la “maledizione” dell’ordinarietà e del vivere entro certi criteri e certi limiti che non rispecchiano frequentemente la volontà e il confort di chi li subisce.

Suonerete dal vivo alla vineria Hope di Palinuro, venerdì 21 dicembre: cosa deve aspettarsi il pubblico dal vostro live?
Siamo sempre felici di venire da Hope! Non vediamo l’ora di portare on stage il nostro lavoro inedito e gli arrangiamenti con i quali proponiamo un repertorio cover completamente stravolto e adattato al nostro sound.
Come Band cilentana speriamo di avere la partecipazione delle persone che da tempo seguono il nostro percorso ma anche di chi ancora non ha avuto modo di ascoltarci in questa veste, del tutto nuova.


Progetti attuali e futuri?
Puntiamo a proporre il nostro lavoro fuori dai confini cilentani, per riuscire a misurarci con altre realtà e per mettere nei nostri lavori futuri sempre più passione e voglia di far crescere il progetto, per questo contemporaneamente ci ritroviamo già a lavorare al nuovo album.

Salutate i nostri lettori.
Ciao lettori!!! Seguiteci sulle nostre pagine Social e ascoltate o scaricate il nostro EP su tutte le piattaforme di stream (Spotify, Google Play, Deezer) e i digital store!

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