Digitale terreste, segnale in tilt: scoppia la protesta a Salerno
SALERNO — Black out televisivo venerdì per tutta la città di Salerno a causa dello spegnimento definitivo del segnale analogico e del passaggio alla piattaforma del digitale terrestre. Solo domenica l’allineamento definitivo delle frequenze, sia delle emittenti nazionali che di quelle locali. Quella di venerdì, comunque, sarà ricordata come la giornata «senza tv» per tutti gli abitanti di Salerno. Tutto ha avuto inizio alle ore tre del mattino quando i tecnici del servizio Rai hanno aperto le cabine dei ripetitori posizionati sulla collina del «Masso della Signora». In pochi minuti tutti i segnali tv del vecchio sistema di trasmissione analogica sono stati oscurati per consentire l’accensione definitiva della piattaforma digitale terrestre. E così, al loro risveglio, i televisori della città sono rimasti senza alcun canale visibile.
Solo verso le ore quattordici di venerdì, alcune frequenze hanno ripreso a funzionare, ma la situazione appariva a macchia di leopardo su tutto il territorio comunale. Nel centro storico erano visibili Telecolore e Tds ed in qualche zona del porto anche il bouquet di Lira Tv, mentre a Mercatello continuava ad essere oscurata Mediaset. In serata, la situazione è andata lentamente migliorando ma si tratta comunque di una soluzione temporanea. Il centralino del Codacons Salerno è stato tempestato di chiamate per tutta la giornata.
«Sapevamo benissimo che si sarebbero verificati disservizi e questa situazione di black out quasi totale — conferma Maria Cristina Rizzo dell’ufficio legale del Codacons — ma l’attesa di alcuni giorni per riavere finalmente un segnale accettabile ci sembra eccessiva, specie per i tanti anziani che hanno solo un tv come compagnia durante la giornata. A parte questa situazione, se la mancanza di segnale dovesse prolungarsi, riteniamo che ci siano gli estremi per l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio e dunque invitiamo i cittadini danneggiati da questo disservizio a fare richiesta alla Rai per ottenere uno storno sul canone».
Umberto Adinolfi







