Libri: Aree protette fluviali in Italia. Biodiversità, gestione integrata, normative
I libri dedicati ai fiumi sono numerosi ed estremamente vari. Tra questi ve ne sono alcuni a carattere più direttamente gestionale, dell’uso quotidiano che se ne fa, del loro ‘sfruttamento’, delle opere di manutenzione e quindi dei loro costi e anche degli effetti che tali interventi - spesso assai costosi - producono e che risultano in molti casi dannosi e pericolosi.
Questo è però è il primo libro dedicato interamente alle aree fluviali protette dai parchi nazionali a quelli regionali, alle riserve fino ai siti comunitari.
Si tratta in diversi casi di realtà storicamente affermate e consolidate come per il Ticino lombardo, il Taro, il Po, la Magra ma anche di corsi d’acqua molto importanti e carichi di storia – si pensi al Tevere- che stanno cercando di mettere a punto strumenti di gestione molti impegnativi non più per singoli e frammentati tratti dell’asta del fiume ma per più regioni. C’è il lavoro in corso al Parco regionale del Delta del Po per il Masterplan di cui parlano il Presidente del Parco Valter Zago, Giovanni Gabbianelli, Roberto Gambino e Michele Fabbri in cui si ha la conferma quanto sia vero che non si protegge ciò che non si conosce. C’è poi – e si scende così al sud - la situazione che riguarda un’area più ampia del pur cospicuo Parco Nazionale del Cilento affrontata con dovizia di informazioni e di dati da Domenico Niccoletti e sempre al sud si riferisce il prof. Giuliano Cannata parlando del Sarno, che consente di fare il punto su alcuni aspetti più generali, incluso quello che potrebbe risultare paradossale, specie di questi tempi, che non bastano i soldi per fare quel che serve e farlo bene.
Ma accanto a queste ve ne sono altre non meno significative come l’Alcantara - il quarto Parco siciliano - dove si stanno sperimentando e rodando interessanti strumenti di ricerca tecnico scientifica che confermano - anche sotto questo specifico profilo - il ruolo importantissimo delle aree protette. Vi sono inoltre realtà ‘minori’ rispetto al panorama nazionale – si veda il Rio Posada in Sardegna - dove sono in corso non meno significative iniziative di tutela di corsi fluviali ricchissimi di biodiversità. E ancora situazioni come è il caso del Secchia dove sulla base di un Masterplan molto impegnativo si stanno definendo molteplici ipotesi di lavoro per il futuro che fra le altre cose prevede la trasformazione del Consorzio in ‘Parco Regionale’ in base alla legge regionale emiliana.
E, tuttavia, se si escludono le lodevoli e preziose pubblicazioni e ricerche prodotte da parchi storici quali appunto il Ticino, il Po e pochi altri, dei nostri fiumi sotto il profilo della loro reale condizione e soprattutto gestione si sa poco talvolta quasi niente; per esempio su quanto si sta facendo per istituire un Parco interregionale del Tevere. Ecco la novità del volume.
D’altronde non è certo un caso che esso esca all’insegna del Centro Studi delle aree protette fluviali del Parco regionale di Montemarcello-Magra, che sarà alla base del Convegno nazionale che si terrà il 26 ottobre alla Fortezza Medicea a Sarzana sulla pianificazione dei parchi fluviali e dei bacini idrografici.







