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S’indaga per l'omicidio di Carmine Abate dovuto alla frana in Costiera

📅 lunedì 4 gennaio 2010 · 📰 CronacaSalerno

frana costiera 2010 atrani

ATRANI. C’è tanta rabbia e sofferenza in Costiera. Sentimenti condivisi da tutti, ma che albergano, in particolar modo, tra i familiari di Carmine Abate, lo chef di 44 anni morto per la frana che si è abbattuta, sabato scorso, sull’ingresso e buona parte della sala da pranzo esterna del ristorante "Da Zaccaria". Nessuno sa darsi pace ed è pure difficile trovare una spiegazione plausibile che possa, in un qualche modo, "giustificare" la tragedia.

"E inconcepibile morire in questo modo", ripeteva continuamente un parente nell’atrio dell’ospedale Costa d’Amalfi, dove era stata portata la salma, prima del trasferimento a Salerno. «Non è possibile che si esca per recarsi al lavoro e si trovi, invece, la morte», evidenzia Armando Imperato, vice sindaco di Tramonti, paese dove il cuoco era nato e viveva, con la moglie Lidia, originaria di Scala, e le due figlie, Maria, di 16 anni, e Sara, di 13. Paese che, in occasione dei funerali, si fermerá per una giornata di lutto cittadino. Imperato ha trascorso l’intera giornata di sabato con i familiari, per essere loro vicino e portare non solo il proprio cordoglio, ma quello dell’intero centro costiero. E ha sorretto la consorte nel momento in cui si è recata al nosocomio, speranzosa di trovare in vita il marito. Perché ancora nessuno le aveva detto che, invece, per il suo Carmine non c’era più nulla da fare. In quei momenti concitati e dolorosi viene meno anche il raziocinio e si dimenticano pure le cose più ovvie e scontate. Così capita che un fratello della vittima, emigrato in Germania, abbia appreso la ferale notizia dai telegiornali, mentre un altro, impegnato al mercato a Salerno, sia stato informato dal radiogiornale.

L’inchiesta. Proseguono, intanto, le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Maria Chiara Minerva e Angelo Frattini. Due i fascicoli aperti che ipotizzano i reati di omicidio colposo e disastro colposo. L’intera area è stata sequestrata e si sta cercando di fare chiarezza su quali siano state le cause che hanno provocato lo "scollamento", dal costone roccioso, di una lastra lunga 12 metri e larga 11. Stamane, con ogni probabilitá, nell’o bitorio di Salerno, sará effettuata l’autopsia, mentre i carabinieri di Amalfi, diretti dal capitano Erminio De Nisco, stanno raccogliendo tutti gli elementi utili alle indagini. Ieri sono stati effettuati una serie di rilievi fotografici, mentre oggi si procederá ad una ispezione dall’alto.


IL GIALLO DELLE RETI. Tra i diversi punti oscuri che accompagnano la triste vicenda c’è quella delle reti di protezione, posizionate a pochi metri dal punto in cui la montagna è crollata, ma non sul punto "incriminato". Reti che, nel 2007, su espressa richiesta del Comune di Atrani, vennero rinforzate in quanto, in alcuni tratti, erano "collassate". «Quella zona, territorialmente è di competenza di Amalfi - spiega il sindaco di Atrani, Nicola Carrano - non ha mai dato problemi. Anche i titolari del ristorante mi hanno confermato come non ci fosse stata alcuna avvisaglia di pericoli». In base alla mappatura delle aree a maggior rischio, inoltre, sembra che quel costone non fosse neppure catalogato come "zona rossa".

Al di lá dei misteri, sono in tanti però a chiedere che venga fatta chiarezza al più presto. Tra loro, anche il consigliere regionale del Pdl, Pasquale Marrazzo. «Rinnovo - sottolinea - la mia piena e totale vicinanza alla famiglia Abate che conosco da decenni. Ritengo che questo sia il momento di piangere una giovane vita che se ne va, di essere vicini alla moglie e alle figlie, concretamente. Le responsabilitá sembrano evidenti e vanno individuate fuori dalle emotivitá, con rigore, senza sconti per nessuno, in tempi rapidi e senza condizionamenti».
Gaetano de Stefano

Fonte: lacittadisalerno.gelocal.it

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