Foto Testata
Logo
Cilento Acciaroli Agropoli Casal Velino Castellabate Capaccio Marina di Camerota Palinuro Pollica Sapri Vallo di Diano Vallo della Lucania Salerno
Ambiente Attualità Avvisi Cultura Cronaca Dai comuni Concorsi Economia Salute Spettacoli-Eventi Sport Politica Tecnologia Video

Castellabate: Principe Angelo Granito di Belmonte riottiene il suo antico "feudo" dopo quasi mezzo secolo

Credits Foto
FB
Twitter
Whatsapp
Telegram
05/10/2007
CilentoNotizie su GNews
 

E alla fine il principe tornò in possesso del suo "feudo". Si potrebbe leggere così la decisione della Corte di Appello di Bologna che ha respinto la richiesta, avanzata dalla famiglia Boroli, proprietaria dell’Istituto Geografico De Agostini, di sospendere la sentenza con la quale si ordinava la restituzione di decine di ettari di terreno nel comune di Castellabate al principe Angelo Granito di Belmonte. Una decisione, quella dei giudici bolognesi, che potrebbe chiudere definitivamente una vicenda giudiziaria durata più di quarant’anni e alla cui origine vi è l’impugnazione del nobile cilentano della vendita, da parte del padre, della proprietà compresa tra Punta Licosa e Punta Tresina, una delle aree più "mozzafiato" dell’intera costa cilentana.

Una battaglia legale lunga quasi mezzo secolo e che ha visto protagonisti da un lato alcuni privati del posto, la società Famab Srl di Marco Boroli e altri membri della famiglia da sempre impegnata nell’editoria, e dall’altro il principe Angelo Granito di Belmonte, ultimo rampollo di una antica casata longobarda le cui origini risalgono agli inizi dell’anno Mille. Decine di ettari di terreno e altrettanti fabbricati rurali, alcuni di grande pregio storico e architettonico, immersi nel verde della macchia mediterranea o a pochi metri dal mare cristallino di Punta Licosa: un patrimonio di valore inestimabile appartenuto per secoli alla famiglia Belmonte e al quale, entro novembre, dovranno dire addio i nuovi proprietari, compresa la famiglia Boroli, come stabilisce la sentenza della Corte di Appello di Bologna. Ma non è detta l’ultima parola. Dopo i tre gradi di processo, dopo quattro pronunciamenti da parte delle corti di Appello di Salerno, Roma, Firenze e Bologna in seguito ad annullamento delle sentenze da parte della Cassazione, sarà proprio quest’ultima a doversi esprimere, ancora una volta, sulla decisione dei giudici bolognesi. Intanto, sullo stemma di famiglia del principe di Belmonte spicca più che mai il motto "Rumpar non flectar": sarò spezzato, non sarò piegato.


Fonte: denaro.it

 
Selezione Video
cilento vacanze