OSSERVAZIONI, RICORDI E UN CARO SALUTO AL MIO CILENTO
di Bianca Fasano | BlogDesidero ringraziare, se mai, una volta di più, la mia seconda patria: il Cilento. Vero è che quanto vi giunsi era proprio vergine, Però già iniziavano i soprusi, le "violenze carnali" da parte di chi vi aveva intuito un serbatoio di soldi possibili (e anche di voti).
Uno dei miei primi articoli sul Mattino titolava: “Camerota; si deturpa, ma con licenza”
Tuttavia c'era anche, come i sindacati con cui mi trovavo spesso a lavorare in qualità di giornalista, chi lavorava davvero per quello che oggi si chiamerebbe "bene comune".
Pure se sembra si sia dimenticato il senso originale del termine. Dunque: un territorio immenso tra cui i miei primi articoli nascevano dettati dalla disperazione causata dall'Alento (di Ciceroniana memoria), che invadeva i terreni e le case, compresa quella in cui mi trovavo a vivere (diciamolo pure: costruite a due passi dal suo lento fluire estivo, che si tramutava in tumulto durante i mesi invernali), dalle zone archeologiche depauperate, su cui nascevano e proliferavano case e alberghi (vedi il Magna Graecia), giacché i resti di quello che oggi è denominato Parco archeologico degli scavi di Velia per i romani o Elea per i Greci, si trovano nel territorio di Ascea Marina e, quando vi giunsi, circa 45 anni fa (!), non erano recintati in quanto tali, ma lasciati a se stessi.
Nessun “colpevole”, quindi.
Mario Napoli è stato il primo “grande uomo” la cui conoscenza mi è stata regalata dal Cilento. Giorgio Bassani, lo scrittore, un altro. Persone che a una giovane giornalista come me, “facevano tremare le gambe”. Tuttavia non lo facevo notare.
Dicevo: grazie al Cilento e ai tanti amici conosciuti e amati, che mi hanno amata e sostenuta, dopo il primo periodo di sfiducia; difatti, chi era quella napoletana di pelo rosso che girava con un alano bianco dagli occhi azzurri al guinzaglio?
Durò poco. A quella napoletana cominciarono a giungere le lamentele giustificatissime, di persone come gli abitanti di “Piani Marri”, che l’Alento privava della possibilità di mandare i figli a scuola, perché li faceva vivere su di un isolotto. Come l’uomo dapprima sconosciuto, che venne a chiamarmi, munito di stivali di gomma, chiedendomi di andare con lui a verificare lo stato dell’Alento. Mi munii anche io di stivali di gomma, chiedendomi, nel contempo, perché quell’uomo del Cilento si fosse rivolto a me, una donna quasi sconosciuta e non a mio marito, cilentano d’Hoc. Così cominciò la mia avventura giornalistica sul territorio. Da qui, a partire alla difesa di quello splendido Cilento e dei suoi abitanti, passò poco e mi venne incontro dapprima la radio, quindi Rete 7, con il suo presidente Antonino Scelza e i due altissimi e giovani figli: Giorgio e Dino. Divenni corrispondente del Roma, ebbi l’iscrizione all’albo, scrissi per il Mattino, Cronache, Il Tirreno. Fondai, per merito di due giovanissimi in gamba, anche un giornale. Perdonatemi se manco qualcuno nel ricordo.
Feci un mare di interviste, venendo a contatto diretto e dovrei dire amichevole con tanti personaggi della “vecchia Repubblica”, che, all’epoca, non mi sembravano poi tanto “pericolosi”. Mi rivolgevo a loro per richieste sul Cilento e mi ascoltavano. Non chiedevo nulla per me e si è visto: libera ero e libera sono ancora oggi di esprimere i miei pareri, sbagliati o no che possano sembrare.
Qualche nome tra gli amici che mi sono stati vicini? Basti ricordare quelli che fungevano da giurati del Premio Nazionale Parmenide, di Saggistica, Narrativa, Poesia e Parapsicologia nella quinta edizione, anno duemila: Presidente Dr. Domenico Cheffallo, scrittore; Dr. Carolina Attanasio, past president Fidapa; lorenzo Barone, giornalista e poeta; Prof.ssa Giulia Cappuccio, poetessa, studiosa di idiomi dialettali; M° Gugliemo De Leva, musicista ed editore; Prof. Antonio de Vita, Preside, Prof. ssa Maria Pia De Marcio, insegnante, Dr. Fabrizio Fasano, fisico teorico, scrittore; Dr. Giacomo Giuliano, giornalista e scrittore; Dr Luigi Giuliano. scrittore; Prof.ssa Laura Guerra Rascio, parapsicologa e scrittrice; Dr Emilio Malandrino, sociologo; Dr, Lucio Mazzarella, notaio; Prof. Romeo Messano, preside e poeta; Prof. Mario Modica, pittore e poeta; Giornalista Giacomo Monteleone, direttore de “La Rete”, scrittore; Generale Guardia di Finanza Oscar Pedrazzini; Prof. Angelo Perriello, semiologo e scrittore; Prof. Emanuele Salsano, docente universitario; Prof. Michele Ragona, docente di filosofia; Adriana Ruocco, cantautrice; Prof.ssa Marilena Tiso, insegnante; Dr. Gaetano Turco, Poeta.
Senza dimenticare Il mio amico l’Avv. Franco Di Vietri di cui conservo intatta e affettuosa memoria.
Non voglio dilungarmi. L’ho fatto già troppo. Così come tanti sarebbero gli amici da ricordare, ripeto: mi perdoneranno.
Le persone che giungono ai settant’anni con l’esperienza di vita (felice e meno felice), di chi i propri anni li ha vissuti davvero, anche in ambito sociale e culturale, sono sempre tentate di “rivangare”. Io più che rivangare, ringrazio il mio Cilento, una volta di più. Non una di troppo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA






