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Balene nel mare della costiera, ultimo ritrovamento a Palinuro

📅 15/10/2007 · 📰 AvvisiSalerno

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Citate nella Bibbia ben quattro volte, protagoniste di opere immortali come Moby Dick di Melville e Pinocchio di Collodi, le balene hanno da sempre affascinato l’uomo per la loro straordinaria grandezza e per i loro misteriosi comportamenti. Nell’ultimo mese le coste campane sono state, purtroppo, testimoni impotenti della morte di tre di questi eccezionali animali. Il primo ritrovamento è avvenuto il 3 luglio a largo di Capo di Conca: una giovane balena comune di 15 m, trovata già esanime con grossi tagli sul fianco destro provocati dall’elica di un grosso motoscafo. 15 luglio, il corpo di un’altra balena comune di 13 m è stato avvistato a otto miglia e mezzo a Sud Ovest dell’isola di Capri. Questa volta nessuna ferita, molto probabilmente il cetaceo è stato ucciso da una malattia virale, che ha attaccato il sistema immunitario dell’animale, già indebolito dall’inquinamento delle acque. Ultimo caso, 22 luglio, a Palinuro, il cadavere di un cetaceo lungo circa 10 metri e' stato individuato a circa 23 miglia dalla costa da un diportista. A questo punto l’allarme è serio e gli esperti pensano che una tale frequenza di decessi potrebbe infatti essere segnale di un'epidemia.
Questa tragica sequenza di ritrovamenti sta lasciando tutti gli amanti del mare sbigottiti ma, nello stesso tempo, rende evidente quanto i nostri mari siano frequentati, non così di rado, da questi enormi mammiferi. Sarebbe opportuno, quindi, conoscere qualcosa di più sull’argomento, nel caso qualcuno di noi, un giorno, si imbattesse in questi animali e magari avesse l’enorme privilegio di poterli osservare dal vivo in tutta la loro bellezza e maestosità. Cercherò di darvi qualche piccola informazione e curiosità che ho raccolto attraverso una serie di ricerche con l’aiuto di persone che vivono il mare intensamente, come Italo Nobile, subacqueo di Salerno e collaboratore della stazione zoologica di Napoli Anton Dohrn, che è stato tra i primi ad accorrere ad Amalfi per studiare il primo caso della balena morta.
Nel Mediterraneo si possono incontrare 21 specie di cetacei: 8 sono residenti e di osservazione regolare, mentre le altre sono di comparsa occasionale. Tra le specie residenti due sono di enormi dimensioni, la Balenottera comune e il Capodoglio.
I cetacei si dividono in: misticeti, che hanno al posto dei denti i fanoni e odontoceti, che invece hanno dei veri e propri denti conici.
Gli animali trovati sulle nostre coste sembrano essere esemplari di balenottera comune (Balenoptera phisalus), il secondo animale del pianeta per dimensioni.
Il nome indica un passato di abbondante diffusione nella acque di quasi tutto il mondo; a seguito della caccia alle balene, il numero si è notevolmente ridotto, ma con la sospensione di questa pratica si spera in un rapido recupero. Le notevoli dimensioni (sino a 26m) e la particolare colorazione, caratterizzata da una pigmentazione asimmetrica del capo, con il lato destro bianco e quello sinistro grigio, ne permettono un facile riconoscimento. La balenottera compie immersioni lunghissime di circa 90 minuti e vive in acque profonde (400 -2.500 m) nutrendosi di minuscoli gamberetti.
La forma affusolata del corpo le permette, nonostante la mole, di raggiungere notevoli velocità, sino a 30km orari, e di compiere spettacolari salti fuori dall'acqua.
Si tratta dell'unico misticeto che si riproduce nel Mediterraneo. E' comune nei bacini occidentale e centrale con una concentrazione estiva nel bacino Ligure-Corso-Provenzale (ovvero l’area del Santuario dei cetacei). Nell’area campana, nello specifico, sono due le principali rotte delle balene: la prima passa al largo di Capri e prosegue fin oltre Punta Campanella; la seconda incrocia il canyon di Cuma, a Nord Ovest di Ischia.
La balenottera, e più in generale i cetacei, respirano attraverso lo sfiatatoio situato sulla parte superiore della testa, in modo che l'animale possa rimanere quasi completamente immerso durante la respirazione. Nell'espirazione emettono un getto composto di vapore ed aria.
Le balene sono quindi "respiratrici coscienti": devono decidere quando respirare. Ma allora come fanno quando dormono? Le balene come tutti i mammiferi si riposano, con l'unica differenza che non possono cadere in uno stato di incoscienza per periodi troppo lunghi, proprio perché devono essere coscienti per poter respirare. La soluzione a questo problema è ottenuta facendo si che sia solo un emisfero per volta del loro cervello a dormire, così le balene non sono mai completamente addormentate, ma allo stesso tempo possono riposarsi secondo i loro bisogni.
Caratteristica fondamentale dei cetacei, ed in particolare degli odontoceti, è la capacità di utilizzare le onde sonore per individuare gli oggetti e per scegliere le prede più gradite anche al buio.
I cetacei sono animali longevi, che si riproducono con grande lentezza (11-12 mesi di gestazione!) e per questi motivi sono particolarmente vulnerabili ad una serie di minacce derivanti dalle attività umane. La situazione nel Mediterraneo è ancora più delicata trattandosi di un mare semi-chiuso, sulle cui coste vivono milioni di persone. Nessuna delle 8 specie di cetacei presenti è infatti considerata al sicuro dall’estinzione.
I fattori di minaccia sono molti: alcuni colpiscono direttamente i singoli individui, come la cattura incidentale negli attrezzi da pesca; l’uccisione deliberata (alcuni pescatori accusano questi animali di rubare il pesce); le collisioni con imbarcazioni dovute all’eccessivo traffico marittimo.
Più pericolosi i fattori di minaccia legati alla distruzione e degradazione dell’ambiente, in quanto colpiscono intere popolazioni di cetacei. Al primo posto c’è sicuramente l’inquinamento (dalle buste di plastica ai metalli pesanti) che indebolisce il sistema immunitario degli animali; la diminuzione delle prede (la pesca eccessiva ha ridotto numerose specie di pesci, naturale alimentazione dei cetacei); infine disturbo e rumore (l’accrescimento del traffico navale e della presenza umana sulle coste aumenta le occasioni di contatto e di interferenza con i cetacei).
Le notizie su questi animali non sembrano essere poche, eppure i Cetacei sono, tra i mammiferi, i più difficili da studiare dal punto di vista comportamentale, poiché trascorrono gran parte della loro esistenza sott'acqua riemergendo solo durante l'atto respiratorio.
Soltanto gli studi di naturalisti e biologi, attraverso l'utilizzo di sofisticati strumenti ma, soprattutto, trascorrendo moltissime ore in mare osservando queste creature, ci permettono di capire a poco a poco molti dei loro segreti e di entrare a far parte, in modo discreto, del loro fantastico mondo.
Restano ancora da comprendere le loro spettacolari attività di superficie: i salti, gli avvitamenti, gli schiaffi all'acqua, manifestazioni forse dettate da esigenze alimentari, da necessità riproduttive o semplicemente dimostrazioni di forza.
Di queste acrobazie, infatti, e non più di ritrovamenti funebri, ci auguriamo di essere in futuro, sempre più di frequente, fortunati spettatori, proprio qui nei nostri mari.
Valeria Di Martino

Fonte: positanonews.it

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