Alcatel, Bassolino scrive a Romani: si apra un tavolo per i lavoratori
SALERNO — Il governatore Antonio Bassolino ottiene dal viceministro Paolo Romani la convocazione di un tavolo per risolvere la vertenza dell’Alcatel Lucent di Battipaglia. Ma non si sbilancia sulla data in cui istituzioni locali e sindacati saranno chiamati a raggiungere Roma. «Già nei prossimi giorni» riferisce Bassolino in nota stampa, ma l’indeterminatezza non fa che esasperare gli animi dei dipendenti che mantengono il presidio dinanzi ai cancelli dello stabilimento e dei tre lavoratori che da nove giorni vivono barricati all’interno senza mangiare.
Neanche la visita di ieri del sottosegretario agli Esteri, Enzo Scotti, accompagnato dal deputato ex Mpa Gaetano Fasolino, trasmette speranza, nonostante il sottosegretario si sia impegnato a contattare il collega francese. «Noi non ci muoviamo da qui - ribadisce la rappresentante delle Rsu aziendali Stefania Cavaliere - fino a quando dal piano industriale non sarà estromesso il nome di Pierluigi Pastore (l’imprenditore salernitano a capo di una cordata di azionisti che intende rilevare l’intera produzione; ndr)». Sotto accusa finisce anche l’intero consiglio comunale, che sabato scorso non ha votato l’emendamento proposto dai sindacati e dai lavoratori alla delibera da portare sul tavolo di discussione.
La vertenza diventa sempre più pericolosa, lo sottolineano anche le tre sigle sindacali dei metalmeccanici. Anche Confindustria, in una nota stampa, chiede che venga ripristinato il dialogo tra le parti in causa e «di ricondurre il confronto nei binari della civiltà, rispetto reciproco e collaborazione», appoggiando, contrariamente ai lavoratori, «gli imprenditori locali impegnati a mantenere i livelli occupazionali».







