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Verso un autentico Natale Covid19, meno scintillante, con nostre finitudini, vulnerabilità e debolezze

Lo shopping natalizio ha creato diffusamente assembramenti. Approvato il decreto con le indicazioni per i giorni dal 24 dicembre all’Epifania, con l’Italia zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, zona arancione in quelli feriali. “Sciabolata artica”, sarà un Natale di pioggia, vento e neve. E’ diffusa allerta per il virus mutato identificato da Londra. Mega: "Non c'è nulla di sorprendente nell'aver trovato una variante del virus Sars-CoV-2 e non ci sono evidenze che dimostrino che la stessa sia più cattiva e pericolosa". Altro indirizzo di pensiero è quello di Pregliasco e un folto numero di esperti inglesi: “Dalle prime indicazioni sembra che colpisca più facilmente i giovani che, fino ad ora, erano meno colpiti e anche meno contagiosi”. Ricciardi, sulla linea rigorista di Speranza, invoca un “lockdown subito” e ritiene arduo riaprire la scuola in presenza il 7 gennaio.
Prezioso il Messaggio di Natale dei Vescovi italiani: “..Le immagini dello shopping natalizio si sovrappongono ai volti delle persone che ingrossano le file davanti alle Caritas diocesane e all’elenco sempre più lungo delle vittime del Covid-19. (…) Nella grotta di Betlemme, in modo paradossale, risplende tutta la luce gentile del nostro Dio. In ginocchio davanti al Bambino, insieme con Maria e Giuseppe, siamo consapevoli della nostra finitudine e vulnerabilità, percepiamo appieno la nostra debolezza di fronte alla potenza della nascita del Salvatore. (..) Un Natale meno scintillante non è un Natale meno autentico”. Dobbiamo credere nel vaccino, malgrado timori e perplessità. Sarà l’unica via d’uscita, l’unico mezzo di liberazione dal Covid19.

📅 mercoledì 23 dicembre 2020 · 📰 CovidCilento

23122020 GESU BAMBINO
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foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

La sconsiderata e frenetica corsa registrata nell’ultimo weekend di shopping natalizio ha creato diffusamente assembramenti. Negli Stati Uniti si contano 17.649.547 casi positivi al Covid. Tantissimi scappano da Londra per evitare il lockdown. Nelle ultime 24 ore, in Italia, come indicato dal Bollettino del Ministero della Salute di ieri, sono stati registrati 13.318 nuovi positivi a fronte di 166.205 tamponi effettuati. La percentuale di positivi scende all’8,01% (ieri 12,37%). Sono 628 i morti, 2.687 i pazienti in terapia intensiva, 44 in meno. Il numero dei positivi dall’inizio della pandemia, compresi morti e guariti, sale a 1.977.370. E’ stato approvato il decreto con le indicazioni per i giorni dal 24 dicembre all’Epifania, con l’Italia zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, zona arancione in quelli feriali. Nei giorni di festa è consentito ricevere fino a un massimo di due ospiti. Sarà un Natale di pioggia, vento e neve. La chiosa dell’anno all’addiaccio. Quest’anno ci saluterà con un severo calo delle temperature. La “sciabolata artica” interesserà l’Italia intera. E mentre gli italiani si apprestano allo stappo col botto, ulteriore preoccupazione è data da una variante del virus Sars-CoV-2. Una preoccupazione che, in un certo senso, malgrado la speranza del vaccino, mette in allarme. E’ diffusa allerta per il virus mutato identificato da Londra. Lo stesso è già stato individuato in diversi Paesi, l’Italia tra questi. Intanto sono stati sospesi i voli con la Gran Bretagna che ha imposto un lockdown a seguito della minaccia di una variante del Covid 19. Blindate Londra e le zone Nord-Est del Paese. Non dovrebbe sorprendere, comunque, secondo gli scienziati una variante del virus Sars-CoV-2. Non vi sono, secondo gli esperti ragioni di preoccupazione che questa variante sia più o meno pericolosa delle altre. "Non c'è nulla di sorprendente nell'aver trovato una variante del virus Sars-CoV-2 e non ci sono evidenze che dimostrino che sia più cattiva e pericolosa". E’ Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Igm) a fornire questa spiegazione. "Qualche giorno fa, ha dichiarato Maga, le autorità sanitarie inglesi hanno annunciato di aver trovato una nuova variante del coronavirus che sembra essere particolarmente frequente in una regione dell'Inghilterra meridionale. (…) In realtà i genetisti che guardano regolarmente le sequenze genetiche dei ceppi di coronavirus che circolano nel mondo, trovano ogni giorno nuove mutazioni. Il motivo per cui questa variante è stata oggetto di attenzione è perché alcune delle modificazioni delle sue istruzioni genetiche riguardano la regione che serve a esprimere la proteina ‘spike' che, oltre a consentire al virus di entrare nelle cellule, è anche la componente principale dei vaccini. (..) Non ci sono ancora dati pubblicati e quindi è quasi impossibile fare valutazioni precise. Ma da quanto traspare non sembra che questa variante sia più pericolosa delle altre e non è pure certo che queste mutazioni abbiano davvero il vantaggio di farla diffondere più velocemente. (…) Naturalmente si dovranno aspettare i risultati delle prove scientifiche ma sappiamo che i vaccini contengono l'intera proteina spike, che quando entra nel nostro organismo viene fatta a pezzi e che ciascuno di essi può funzionare per indurre degli anticorpi. Quindi, è molto difficile che modificazioni in una sola porzione della proteina possano causare una completa resistenza ai vaccini. Non c'è nulla di sorprendente nell'aver trovato una variante, non è la prima che si ritrova e non ci sono evidenze che questa variante sia più cattiva. Non ci sono neppure dati certi che possa essere più infettiva ed è considerato altamente improbabile che il vaccino possa avere difficoltà a indurre una risposta protettiva anche contro questa variante proprio perché il vaccino utilizza una proteina che ha delle regioni anche molto conservate che non cambiano. Per cui nessun allarme", ha ribadito Maga.
E se da un lato Maga distoglie dalla preoccupazione, dall’altro si profila un’altra chiave di lettura della variante inglese del Sars Cov2. Questa nuova condizione del virus potrebbe avere una maggiore propensione a infettare i bambini. Questo dato alla base della velocità di propagazione. La tesi in netta opposizione a Maga è sostenuta da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e da un folto numero di esperti inglesi. “Dalle prime indicazioni sembra che colpisca più facilmente i giovani che, fino ad ora, erano meno colpiti e anche meno contagiosi. (..) Questo è un elemento che se sarà confermato non sarà piacevole per il prosieguo del controllo della gestione dell’epidemia”, ha dichiarato Pregliasco.
Il Ministro Speranza ha assunto una posizione rigorista intorno alla variante Coronavirus. Si è detto preoccupato che possa diffondersi più rapidamente in tutta Europa. Sulla stessa lunghezza d’onda Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute. Bene, secondo Ricciardi è necessario un lockdown immediato. “Io farei un lockdown subito. Arduo riaprire la scuola in presenza il 7 gennaio in questa situazione ha dichiarato. Troppi punti interrogativi e criticità. L’incidenza del contagio resta alta e con queste premesse il consigliere di Speranza avrebbe fatto misure di lungo termine, perché quelle prese, ha affermato, non sono sufficienti. (..) Le nuove misure sono adeguate nei principi, perché la cosa importante è limitare la mobilità. Con la variante inglese siamo esposti non soltanto al virus per come lo conosciamo, ma a un virus ancora più contagioso (…) Se si pensa di attenuare questa curva epidemica con dei giorni è un’illusione, se invece si pensa di attrezzarsi per resistere settimane si ha una possibilità di vincita.”

Con le nostre quotidiane afflizioni, gli infetti e i morti per Coronavirus e la sua nuova preoccupante variante, le paure e le sempre più stancanti restrizioni, siamo arrivati al Natale. Prezioso si rivela il messaggio della Conferenza Episcopale Italiana in un forte momento di Avvento, prossimo al Tempo di Natale. Ecco cosa scrivono i Vescovi:


“Proprio l’attesa di una novità radicale e definitiva in una situazione di oppressione e di affanno era la condizione del popolo d’Israele, descritta dal profeta Isaia tanti secoli fa. Ma è anche la condizione di ciascuno di noi, delle nostre comunità, delle nostre famiglie, della nostra società. Una condizione resa ancora più precaria dalla crisi sanitaria e sociale che stiamo attraversando e che ci ha messo di fronte, una volta ancora, alla nostra vulnerabilità di fronte agli eventi. Guardiamo con preoccupazione alla situazione del nostro Paese, dove le immagini dello shopping natalizio si sovrappongono ai volti delle persone che ingrossano le file davanti alle Caritas diocesane e all’elenco sempre più lungo delle vittime del Covid-19. Tutti insieme siamo in ascolto delle fatiche, delle speranze, dei bisogni materiali - ma anche spirituali - di un popolo che non smette di guardare alla speranza, alla Stella. L’ascolto si fa preghiera e questa spinge all’impegno concreto. Lo abbiamo ricordato nel recente “Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia”: «Ci sembra di intravedere, nonostante le immani difficoltà che ci troviamo ad affrontare, la dimostrazione che stiamo vivendo un tempo di possibile rinascita sociale». Ed ecco che nel silenzio della notte, prolungata dalla pandemia, sappiamo per fede che sta per fare capolino la voce dell’angelo, che porterà la notizia attesa da sempre: «Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (cf. Lc 2,10-11). La luce del Mistero incarnato squarcia le tenebre. L’attesa diventa inno di lode e ringraziamento. Nella Messa celebrata nella notte del Natale diventa invocazione: «O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra contempliamo i suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo». Questo l’annuncio, antico e sempre nuovo, che abbiamo cominciato a contemplare in Avvento e che vorremmo consegnare idealmente ancora una volta alla comunità cristiana in questo Natale: il “vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1). Nella grotta di Betlemme, in modo paradossale, risplende tutta la luce gentile del nostro Dio. In ginocchio davanti al Bambino, insieme con Maria e Giuseppe, siamo consapevoli della nostra finitudine e vulnerabilità, percepiamo appieno la nostra debolezza di fronte alla potenza della nascita del Salvatore, che non ha esitato a farsi piccolo tra i piccoli per venire in mezzo a noi. Quel Bambino è la notizia che attendevamo; è lui il Messia che incoraggia i discepoli ad andare per le strade del mondo; è lui la pace che vince le guerre e le paure; è lui la salvezza che viene dall’alto e che ci rende una comunità di risorti. Ogni Natale è diverso dagli altri e questo, in particolare, sarà probabilmente il più difficile per molti, se non per tutti. Ma un Natale meno scintillante non è un Natale meno autentico: ricerchiamo nel nostro cuore quello che conta realmente, ciò che ci rende uniti a chi amiamo, ciò che è davvero indispensabile. Come Pastori, come sacerdoti, ma prima ancora come membra di uno stesso corpo, siamo accanto alla sofferenza e alla solitudine di ciascuno per prenderne una parte, per sollevare insieme un pezzo di croce e renderla meno pesante. A tutti i credenti e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà auguriamo di farsi trovare pronti la Notte di Natale, quando la buona notizia del Bambino Gesù busserà alla porta dei nostri cuori. Aprite la porta al Signore che nasce e non abbiate timore di salire, un passo alla volta, tenendo la mano del fratello, sul monte del dolore dell’umanità per annunciare a tutti che il nostro Dio è ancora l’Emmanuele, è il Dio-con-noi”. Va ricordata, in aggiunta alla riflessione del CEI, la sollecitazione alle coscienze del Santo Padre all’Angelus: "In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha di meno: non l'ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa".
Al messaggio di speranza della Conferenza Episcopale Italiana si assomma l’informativa AIFA intorno al nuovo vaccino Covid. Il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) è un vaccino destinato a prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 16 anni. Contiene una molecola denominata RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre una proteina presente su SARSCoV-2, il virus responsabile di COVID-19. Il vaccino non contiene il virus e non può provocare la malattia. Il vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) viene somministrato in due iniezioni, solitamente nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di almeno 21 giorni l’una dall’altra. I virus SARS-CoV-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike, che agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, in cui poi si possono riprodurre. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule. Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), durante la conferenza stampa sui vaccini contro il Covid-19. “Il vaccino è approvato per tutta la popolazione sopra i 16 anni e non ha controindicazioni assolute. Non sono richieste accortezze particolari per sottopopolazioni specifiche né per anziani o immunodepressi, inclusi chi ha problemi di coagulazione del sangue o sanguinamento. Anche per la gravidanza e allattamento, che si era detto potessero essere controindicazioni assolute, non lo sono, perché anche in questo caso i benefici superano i rischi”. Dobbiamo credere nel vaccino, malgrado timori e perplessità. Sarà l’unica via d’uscita, l’unico mezzo di liberazione dal Covid19.

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