Risale la curva dei contagi da Covid19. Scuola, acceso dibattito. In Campania le superiori torneranno in presenza a fine gennaio
di Emilio La Greca Romano | BlogQuotidianamente il Ministero della Salute, col suo Bollettino Covid19, fornisce immancabilmente il quadro della situazione. Con riferimento alla giornata di ieri, 2 gennaio, la condizione è veramente poco incoraggiante, malgrado una prima ventata di sollievo dovuta alla novità della distribuzione delle prime dosi di vaccino. Troppe poche le dosi, troppo lunghi i tempi di attesa a garanzia della copertura completa! Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 11.831 nuovi casi di Coronavirus a fronte di 67.174 tamponi effettuati. I morti registrati ieri sono stati 364. Il totale delle persone che hanno perso la vita dall’inizio della pandemia sale così a 74.985. I guariti, invece, 9.166. Cresce il tasso di positività al Covid-19, si attesta al 17,6%. Aumenta la pressione sugli ospedali. Nelle ultime 24 ore le terapie intensive sono aumentate di 16 unità, così come gli altri reparti Covid, che hanno segnato 126 ricoveri in più. Sulla base dei dati dell’Unità di Crisi Regionale, nel nostro territorio, nelle ultime 24 ore, si rileva una forte risalita della curva dei contagi da Covid.
Sono emersi 392 nuovi contagiati di cui 48 con sintomi su 3209 tamponi processati. La Campania, malgrado la recente risalita della curva degli infetti, nel quadro complessivo, al momento, per fortuna, è tra le regioni che non ha superato i 500 casi giornalieri. I maggiori contagi sono stati registrati nel Veneto, in Emilia Romagna, in Lombardia, Lazio e Sicilia.
A parere dell’Istituto Superiore di Sanità, dopo l’Epifania, non dobbiamo pensare a un “liberi tutti”. Qualche spiraglio si comincia a intravedere con la distribuzione delle prime dosi del vaccino, ma non abbiamo ancora vinto la partita. L’aggravamento della curva epidemiologica del coronavirus potrebbe influire proprio sul processo di vaccinazione. L’Istituto Superiore di Sanità, nella bozza del monitoraggio relativa all’arco temporale 21-27 dicembre u.s., ecco cosa riferisce: “Continua il segnale di controtendenza nell’indice di trasmissione segnalato nelle due precedenti settimane nell’intero Paese. Questo si realizza in un contesto caratterizzato da un nuovo aumento nel numero di casi in molti paesi europei e la comparsa di varianti virali segnalate con una potenziale maggiore trasmissione. L’epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali. (..) L’ incidenza nella nostra penisola rimane ancora molto elevata e l’impatto dell’epidemia è ancora sostenuto nella maggior parte del Paese. Il valore è ancora lontano da livelli (50 casi per 100.000 in sette giorni) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti”.
Dopo l’Epifania, il prossimo 7 gennaio, scadrà il Decreto Natale varato dal Governo lo scorso 18 dicembre, mentre il 15 gennaio terminerà l’effetto del Dpcm. Torneranno le regioni colorate; qualcuna potrebbe restare rossa. “Continueremo col sistema per fasce, ha dichiarato il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, se queste fasce ci daranno l’effetto di tenuta del sistema le manterremo. Se rischiano di compromettere il risultato positivo dovremmo operare dei ritocchi, ma il sistema resterà questo”. La stessa Sandra Zampa aveva detto: ” il 7 gennaio si ricomincia con la normale colorazione, giallo, arancione e rosso, sulla base delle misurazioni illustrate ogni settimana e che tutti conoscono, a partire dalle Regioni”. Dal 6 gennaio gran parte dell’Italia tornerà gialla e quindi, alla luce di questa previsione e di un eventuale rischio contagio più basso, diversi impedimenti e costrizioni non ci saranno, finalmente si potrà circolare fra regioni. Resterà invariato il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino. Restano sotto osservazione 6 Regioni in cui l’indice di trasmissione Rt è superiore o pari ad 1: Veneto, Calabria, Basilicata, Liguria, Puglia, Lombardia. Rimane acceso, in questo momento, considerata la granitica posizione di Lucia Azzolina, il dibattito sul ritorno a scuola in presenza. Un coro di voci contrastanti la linea di Azzolina, favorevole all’apertura dal 7 gennaio prossimo e a un ritorno iniziale, in misura del 50%. Sarebbe il caso, questa volta, dopo la letterina a Babbo Natale, di far recapitare una missiva alla Befana affinchè ci risparmi il carbone. Nostro primo carbone del 2021 potrebbe rappresentarsi il ritorno obbligato in presenza a scuola per proff e alunni in un momento di acuta fase emergenziale. Certo, un regalo immeritato.
Tra le voci, bene intonate, del coro polifonico contro l’orientamento di Lucia Azzolina, si distingue quella del Segretaio della Lega, Matteo Salvini: “I nostri figli in queste condizioni a scuola non li rimanderei. Come si fa a pensare che il 7 gennaio il 50% degli studenti torna a scuola, con gli stessi autobus, gli stessi treni, gli stessi tram, le stesse metropolitane, gli stessi orari, lo stesso numero di alunni per classe, con le stesse cattedre vuote, perchè l’Azzolina non ha voluto stabilizzare le migliaia di insegnanti precari?! Non si può giocare sulla pelle degli studenti, degli insegnanti e delle famiglie!”
Mentre Conte si appresta a chiedere la proroga dello stato di emergenza, d’altra parte ecco cosa afferma in relazione all’apertura delle scuole: “Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%. Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici. Sul trasporto pubblico locale si è rivelato uno dei momenti più critici, perché se dovessimo rispettare il distanziamento, dovremmo quintuplicare la flotta dei mezzi di trasporto. Ma abbiamo stanziato tre miliardi per sostituire la flotta dei bus e stanziato 390 milioni per favorire il noleggio dei mezzi privati. Sono iniziative che vanno messe a terra a livello regionale”. Tanti in Campania temono il ritorno a scuola. A migliaia fanno sentire la propria voce contrastante con la linea di Lucia Azzolina e di Giuseppe Conte. Tantissimi i commenti e le proposte a margine della petizione promossa dal Sindacato datoriale Unsic per rinunciare alla riapertura delle scuole superiori in presenza. Oltre 18mila adesioni, un secco no, dunque, all’idea di tornare a scuola dopo l’Epifania. E’ un momento difficile! La minaccia Coronavirus è ancora troppo alta! Si vive di paura! In questo momento facciamoci bastare la DAD che, comunque, si rappresenta efficace specialmente nelle scuole superiori. In Campania è confermato il rientro graduale per ordini scolastici, con le superiori che torneranno sui banchi solo nella terza decade di gennaio. “In Campania, ripete convinto il Governatore Vincenzo De Luca, non apriamo tutto il 7” gennaio, perché si devono valutare i dati”aggiornati dei contagi da Coronavirus e l’idea di mandare a scuola il 50% degli studenti è un’idea che la Campania non condivide”. Intanto per Conte il prossimo 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Si dice determinato e fiducioso in quanto “i tavoli delle Prefetture hanno lavorato in modo efficace”. E che Dio ce la mandi buona!
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