De Luca, in Campania, vuole la DAD per tutti. Draghi pensa alla rimodulazione del calendario scolastico
Le primizie del costituendo Governo Draghi. Fra le iniziali azioni della politica scolastica: rimodulazione calendario scolastico e assunzione nuovi docenti.
La Didattica a Distanza (DAD), comunque, ha sicuramente colmato il grande vuoto creatosi a seguito della crisi pandemica. La stessa DAD ricucendo un legame, se pure virtuale, ha consentito di attenzionare anche i più piccoli e i più fragili. Ha permesso, diffusamente, di mantenere le classi con la proposta di un dialogo formativo e informativo. E’ stata ed è una modalità didattica benefica e non certo una evasione e un perditempo come qualcuno, purtroppo, lontano dall’esperienza della scuola viva, vuol credere e far credere.
di Emilio La Greca Romano | BlogLa scuola, nostro vecchio carrozzone, è stata da sempre fra i primi obiettivi dei vari governi che si sono succeduti. Qualcosa di “bello”, da toccare, da godere quasi morbosamente. Dall’Italia del Cavaliere, a quella del Conte e, per restare in tema di favole e fiabe, oggidì siamo passati a quella dei Draghi… La scuola, prima ancora della definizione e dell’insediamento di quest’ultimo Governo, è fatta oggetto ancora non di un sensato e salutare silenzio, ma spesso, diffusamente di preoccupanti parole senza senso. Udite, udite, si vuole partire, con la prossima nuova azione di governo, sembra, da una rimodulazione del calendario di quest’anno, procedere con l’assunzione certa e diffusa, già per l’inizio del prossimo anno scolastico, di tantissimi docenti per quante le stelle che brillano nel firmamento. Si deve partire, insomma, a dire di Draghi, senza buchi di organico. Mirabile intenzione, ma vecchia e fallimentare quanto la politica scolastica..Tutti siamo portati a riversare la nostra fede sull’ultimo capocordata prescelto, addirittura infatuati, come sempre, dalla novità che qualcuno rappresenta nei palazzi di Roma, ma anche per il grande desiderio di vedere mutata la realtà che non piace. Il giorno illuminato è stato l’8 febbraio scorso. Il Presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, a dire di qualche buona fonte, (ansa), avrebbe riferito ai gruppi parlamentari, di voler procedere con un cambio di rotta nella scuola. Ben otto milioni di alunni, oltre ai proff e a tutto il personale operante, troveranno modificato, a suo dire, da qui a poco, il calendario scolastico. Ma cosa significa? Semplice, la DAD per qualcuno, solo per qualcuno, è un colapasta, perde da più fori, bisogna rimediare quindi, per cervellotica convinzione, con l’aggiunta di un troncone all’anno scolastico in corso, fino ad arrivare a luglio con un obbligato prolungamento in presenza di tre o più settimane. Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, forse pure la flebile e indeterminata voce contraria dei sindacati, difensori dei lavoratori della scuola, l’inspiegabile e mai completo dissenso stesso degli operatori. Lo slittamento eventuale della didattica in presenza comporterebbe notevoli difficoltà oggettive connesse all’elevato grado delle temperature. Problematica di certo risolvibile se, sin d’ora, con tocco magico, da Montecitorio e Palazzo Madama si disponesse, per oltre quarantamila strutture scolastiche di adeguati impianti di condizionatori d’aria. Si è certi che nei palazzi della politica, in piena estate, ci si adopera nelle attività di supposto favore alla cittadinanza, confortati dal necessario refrigerio e non di certo respirando in temperature sfioranti i 30 gradi. Perché, dunque, a questi gradi di calura dovrebbero sottoporsi, se non per capriccio insensato di qualche novello Caronte, alunni e professori?! Si sente ampiamente parlare di Recovery plan e allora si provveda con sollecitudine a fornire concretezza alle parole. Giugno, comunque, è alle porte; siamo ancora alle consultazioni e alla resa dei conti, il Governo è ancora in grembo e le scuole, da attrezzare con funzionanti condizionatori eventualmente, sono oltre 42 mila. Ma di cosa stiamo parlando?! La questione, comunque, va considerata anche in relazione all’eventuale mutamento del calendario degli Esami di Stato. Di Quest’ultima prova ora nulla è dato conoscere. Della canonica Circolare di gennaio si è persa la traccia e la stessa si sottrae ancora alla cattura del nostro legittimo sapere.
La stessa Lucia Azzolina, Ministro dell’Istruzione ancora in carica, fino all’insediamento del nuovo Governo, a seguito di un infruttuoso studio elaborò un medesimo piano per permettere agli studenti di recuperare le lezioni “perse” in presenza. “Si può pensare, ebbe a dire, al massimo ad allungare il calendario scolastico al mese di giugno”. Ma le lezioni si interromperanno prima di agosto. Ma quali lezioni occorre recuperare se la modalità didattica, la più nota DAD, è stata adottata per non abbandonare gli alunni di ogni ordine e grado di scuola? La necessità di recuperare resta un incomprensibile mistero. Intanto la stessa Azzolina ci risparmiò la minaccia di mandare gli alunni italiani a scuola di domenica: "Il sabato in classe, c'è già soprattutto al Sud, per la domenica non penso sia da perseguire, anche le famiglie non lo vogliono". Possibile mai che con tanti problemi strutturali e sostanziali si rincorrono bisogni futilità garanzia del cambiamento e della tutela della scuola del nostro Paese?!
Alla DAD va riconosciuto di avere colmato il vuoto creatosi a seguito della crisi pandemica. La stessa, ricucendo un legame, se pure virtuale, ha consentito di attenzionare anche i più piccoli e i più fragili. Ha permesso, diffusamente, di mantenere le classi con la proposta di un dialogo formativo e informativo. E’ stata una modalità didattica benefica e non certo una evasione e un perditempo come qualcuno, purtroppo, vuol credere e far credere. In mancanza di questa modalità didattica avrebbe senso attivare un piano di politica scolastica finalizzato al recupero. Diversamente non se ne intravede la necessità, malgrado le molteplici difficoltà pragmatiche di un eventuale recupero in piena estate.
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