Menu
Cerca Effettua una ricerca

📰 Categorie

📍 Località

Oggi preoccupante rientro a scuola in presenza. Bianchi richiama all’attenzione pedagogica. Scienza, sindacati e alunni contrari

Nella normalità mancata il Governo centrale auspica un ritorno alla socialità, ai ritmi della scuola, alla comunità educante, che seppure non ha mai smesso di seguire gli studenti, si riprende i propri spazi. Non mancano incertezze e critiche per questa scelta. Tutti a scuola in presenza, o quasi. Il Ministro Bianchi invita a prestare attenzione all’aspetto pedagogico entro la nostra Scuola, centrale istituzione nella vita del Paese. Si è detto che il ritorno alla normalità parte dalla scuola, un ritorno in coda all’anno scolastico che però rischia di restare simbolico o addirittura inutile e rischiosa farsa, considerati i recenti casi positivi diffusi. I sindacati domandano di concludere tempestivamente la campagna di vaccinazione del personale scolastico per evitare il danno. Inascoltate le contestazioni studentesche. Diffusi i richiami e le preoccupazioni dei virologi.

📅 lunedì 26 aprile 2021 · 📰 CovidCilento

26042021 ministro bianchi
Credits Foto E.L.G.Romano

foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Da oggi milioni di alunni torneranno a scuola con lezioni regolari in presenza con quote che vanno dal 70 al 100% nelle zone gialle e arancione, fino al 75% nelle zone rosse. Un ritorno alla normalità con le problematiche di sempre, in presenza di nodi mai sciolti. Resta il problema delle classi sovraffollate, il distanziamento minimo non garantito.

Argomento centrale dei tavoli di lavoro sono stati e restano specialmente quelli relativi ai trasporti inadeguati, le intese col fine dei monitoraggi e dei tamponi periodici che coinvolge il rapporto Scuole-Asl. Un aspetto attivato in rare zone, come in Alto Adige. Oggetto di discussione permane la fornitura di materiale anti-Covid e quindi le schermature, le mascherine Ffp2. Col ritorno simbolico di oggi si torna nella scuola con le mascherine chirurgiche scelte da Arcuri quotidianamente fornite agli studenti; mascherine di pessima qualità e oggetto del rifiuto di massa. Si tornerà entro aule prive di impianti di areazioni automatica, già non se ne parla più. Mario Rusconi, presidente Anp-Lazio, ha messo il dito nella piaga, individuando una serie di punti nevralgici: il sindacalista ha dichiarato che “il ritorno degli studenti a scuola, in presenza al 100%, è sicuramente un auspicio che abbiamo in animo da molto tempo”, ma “è necessario che vi siano le condizioni di sicurezza”, mentre “un gran numero di scuole in Italia, in particolare le superiori, non offrono come garanzia antivirus aule che permettano un adeguato distanziamento, nonostante il rispetto delle altre misure profilattiche (mascherine, lavaggio delle mani etc.)”.

Non basta, permane il problema degli organici, restano ancora le direttive Gelmini-Tremonti del 2009: “La composizione delle classi, prosegue Rusconi, non è stata modificata nel ritorno a scuola da settembre 2020 ad oggi. Risultano classi che possono variare da 22 a 29/30 alunni, talvolta con la presenza di alunni disabili, con l’attuale frequenza del 50-75 % degli studenti delle superiori il fenomeno sì è parzialmente attenuato, non rendendosi percepibile”.

Oggi, dunque, si torna in classi sovraffollate, potenziale pericolo per la salute dei nostri ragazzi e danno formativo grave per gli studenti più fragili scolasticamente, bisognosi di maggiore attenzione didattica da parte dei docenti”. Ritornare in queste condizioni, in un momento di elevata criticità, si rappresenta ritorno in “una fabbrica di dispersione, scolastica ed umana”.

Col rientro di oggi in presenza, in questa condizione di rischio ed incertezza, il Ministro Bianchi però invita a prestare attenzione all’aspetto pedagogico. “Molti studenti, in particolare nel secondo ciclo di istruzione, sono stati con discontinuità presenti a scuola nel corso di questo anno scolastico. Siamo tutti consapevoli che si è trattato di una esigenza correlata al difficile bilanciamento del diritto all’istruzione con quello alla salute. Sappiamo pure quanto la lontananza da scuola abbia nuociuto agli apprendimenti e quanto disagio psicologico abbia determinato.

Il tempo della pandemia è stato tempo di frammentazione; frammentazione delle esperienze vissute da ciascuno, rispetto a quelle vissute dagli altri; frammentazione “intrafamiliare”, “interfamiliare” e sociale in senso più lato. Frammentazione dell’esperienza quotidiana, accompagnata dalla disgregazione dei livelli cognitivi. Ben pochi i bambini e i ragazzi “attrezzati” per comprendere cosa stesse accadendo nel mondo, nel loro immediato prossimo, dentro loro stessi e per continuare ad apprendere senza conseguenze. La stessa collegialità dei docenti è stata trasformata in asettici collegamenti audio-video, in frammenti di lezioni on-line, talvolta parzialmente in presenza. Insomma gli effetti della pandemia continuano a minacciare l’Io e il Sé di ciascuno di noi, di studenti ed insegnanti. Ora, nell’esercizio della propria funzione educativa, alle scuole è affidato il compito di accogliere gli studenti che rientrano in classe con particolare attenzione pedagogica. Occorre affiancarli e sostenerli nel ritorno alla socialità scolastica, avendo particolare attenzione e comprensione in questo tempo che per molti costituisce un vero e proprio reinserimento scolare. Occorre “prendere con sé” specialmente coloro che più a lungo ne sono stati privati o che comunque manifestino (esplicitamente o implicitamente) forme di disagio. E, non da ultimo, occorre lavorare insieme per recuperare la fiducia, fiducia in se stessi, nei propri compagni ed amici, nella scuola, nel mondo adulto di riferimento.” Belle parole, ma dal sapore di fine pandemia. Intanto ci troviamo ancora a combattere, a schivare infezioni attimo dopo attimo. Si rappresenta il ritorno di oggi, in una scuola prossima alla chiusura solo un capriccio politico, una inutile e rischiosa farsa. Sarebbe stato opportuno ancora il ricorso alla didattica a distanza nella scuola di ogni ordine e grado, almeno fino alla conclusione dell’anno scolastico, tanto da consentire un maggiore numero di vaccinati e quindi il riscontro di una maggiore garanzia per l’eventuale nuovo inizio dell’anno scolastico in presenza. La scelta del ritorno a scuola resta prioritariamente politica. Massimo Galli, direttore del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano: “La curva dei contagi vede una flessione appena accennata, ma temo che avremo presto un segno opposto. A meno che non riusciamo a vaccinare così tanta gente da metterci al sicuro in fretta, ma non mi sembra questo il caso. Rimango in allerta e con grande preoccupazione”. Il rischio, ha concluso Galli sperando di sbagliarsi, è che in autunno staremo di nuovo chiusi in casa.

I sindacati, delusi a seguito dell’incontro inconcludente col Capo di Gabinetto del ministero all'Istruzione, Luigi Fiorentino, hanno assunto una posizione di netta contrarietà in merito al rientro di oggi. Rino di Meglio della Gilda e Francesco Sinopoli, della Flc-Cgil, chiedono che il governo rivaluti la scelta. La Cisl, si fa parola con Maddalena Gissi che dichiara: "In molte scuole gli spazi sono piccoli e quando una classe deve contenere 30 alunni la situazione diventa complicata. Per questo chiediamo che siano le scuole singolarmente a decidere sulla completa riapertura". Altre sigle sindacali domandano di concludere tempestivamente la campagna di vaccinazione del personale scolastico per evitare il danno. Inascoltate intanto anche le contestazioni studentesche, come quella di Melfi. Alunni hanno scioperato lo scorso 12 aprile per un ritorno in sicurezza e contro il definanziamento alla scuola "Non possiamo essere noi a continuare a pagare e rischiare per questa situazione". Oggi tutti a scuola in presenza, o quasi. Bianchi invita a prestare attenzione all’aspetto pedagogico nella nostra Scuola, centrale istituzione nella vita del Paese. Si è detto che il ritorno alla normalità parte dalla scuola, un ritorno in coda all’anno scolastico che però rischia di restare simbolico o addirittura inutile e rischiosa farsa, considerati i recenti casi positivi diffusi nelle istituzioni scolastiche. Una misura confortante adottate dal Governo, oltre alle già note indicazioni di tutela del ministero, vi è la pratica della scuola all’aperto. In considerazione delle condizioni climatiche via via più favorevoli, laddove il contesto lo consenta, si richiama la possibilità che le attività didattiche siano svolte all’aperto. La “scuola all’aperto” costituirà occasione di cura dei “mali” sofferti per la pandemia e di socializzazione dell’apprendimento anche con il mondo circostante. E’ diffusamente noto, a seguito della pubblicazione del secondo bollettino epidemiologico dell'Iss dopo la riapertura della scuola, che il premier Draghi corre un rischio irragionevole, contrariamente ai prudenti dettati corali delle Regioni. Dal 31 marzo al 21 aprile solo nelle età scolastiche l'aumento dei contagi è stato in doppia cifra: +15,32% per i bimbi sotto i 3 anni e non tanto distanti da questo le altre fasce di età. Ovviamente chi per primo è tornato a scuola con la didattica in presenza si è maggiormente contagiato. Contrariamente si registra una frenata di contagi fra gli anziani. Dimostrazione del fatto che è utile vaccinarsi diffusamente prima di tornare fra i banchi in presenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BLOG di Emilio La Greca Romano - La pagina corrente è autogestita

Cilento Notizie su GNews
Leggi il nostro regolamento dei commenti prima di commentare.