Oggi preoccupante rientro a scuola in presenza. Bianchi richiama all’attenzione pedagogica. Scienza, sindacati e alunni contrari
Nella normalità mancata il Governo centrale auspica un ritorno alla socialità, ai ritmi della scuola, alla comunità educante, che seppure non ha mai smesso di seguire gli studenti, si riprende i propri spazi. Non mancano incertezze e critiche per questa scelta. Tutti a scuola in presenza, o quasi. Il Ministro Bianchi invita a prestare attenzione all’aspetto pedagogico entro la nostra Scuola, centrale istituzione nella vita del Paese. Si è detto che il ritorno alla normalità parte dalla scuola, un ritorno in coda all’anno scolastico che però rischia di restare simbolico o addirittura inutile e rischiosa farsa, considerati i recenti casi positivi diffusi. I sindacati domandano di concludere tempestivamente la campagna di vaccinazione del personale scolastico per evitare il danno. Inascoltate le contestazioni studentesche. Diffusi i richiami e le preoccupazioni dei virologi.
di Emilio La Greca Romano | BlogDa oggi milioni di alunni torneranno a scuola con lezioni regolari in presenza con quote che vanno dal 70 al 100% nelle zone gialle e arancione, fino al 75% nelle zone rosse. Un ritorno alla normalità con le problematiche di sempre, in presenza di nodi mai sciolti. Resta il problema delle classi sovraffollate, il distanziamento minimo non garantito.
Non basta, permane il problema degli organici, restano ancora le direttive Gelmini-Tremonti del 2009: “La composizione delle classi, prosegue Rusconi, non è stata modificata nel ritorno a scuola da settembre 2020 ad oggi. Risultano classi che possono variare da 22 a 29/30 alunni, talvolta con la presenza di alunni disabili, con l’attuale frequenza del 50-75 % degli studenti delle superiori il fenomeno sì è parzialmente attenuato, non rendendosi percepibile”.
Oggi, dunque, si torna in classi sovraffollate, potenziale pericolo per la salute dei nostri ragazzi e danno formativo grave per gli studenti più fragili scolasticamente, bisognosi di maggiore attenzione didattica da parte dei docenti”. Ritornare in queste condizioni, in un momento di elevata criticità, si rappresenta ritorno in “una fabbrica di dispersione, scolastica ed umana”.
Col rientro di oggi in presenza, in questa condizione di rischio ed incertezza, il Ministro Bianchi però invita a prestare attenzione all’aspetto pedagogico. “Molti studenti, in particolare nel secondo ciclo di istruzione, sono stati con discontinuità presenti a scuola nel corso di questo anno scolastico. Siamo tutti consapevoli che si è trattato di una esigenza correlata al difficile bilanciamento del diritto all’istruzione con quello alla salute. Sappiamo pure quanto la lontananza da scuola abbia nuociuto agli apprendimenti e quanto disagio psicologico abbia determinato.
I sindacati, delusi a seguito dell’incontro inconcludente col Capo di Gabinetto del ministero all'Istruzione, Luigi Fiorentino, hanno assunto una posizione di netta contrarietà in merito al rientro di oggi. Rino di Meglio della Gilda e Francesco Sinopoli, della Flc-Cgil, chiedono che il governo rivaluti la scelta. La Cisl, si fa parola con Maddalena Gissi che dichiara: "In molte scuole gli spazi sono piccoli e quando una classe deve contenere 30 alunni la situazione diventa complicata. Per questo chiediamo che siano le scuole singolarmente a decidere sulla completa riapertura". Altre sigle sindacali domandano di concludere tempestivamente la campagna di vaccinazione del personale scolastico per evitare il danno. Inascoltate intanto anche le contestazioni studentesche, come quella di Melfi. Alunni hanno scioperato lo scorso 12 aprile per un ritorno in sicurezza e contro il definanziamento alla scuola "Non possiamo essere noi a continuare a pagare e rischiare per questa situazione". Oggi tutti a scuola in presenza, o quasi. Bianchi invita a prestare attenzione all’aspetto pedagogico nella nostra Scuola, centrale istituzione nella vita del Paese. Si è detto che il ritorno alla normalità parte dalla scuola, un ritorno in coda all’anno scolastico che però rischia di restare simbolico o addirittura inutile e rischiosa farsa, considerati i recenti casi positivi diffusi nelle istituzioni scolastiche. Una misura confortante adottate dal Governo, oltre alle già note indicazioni di tutela del ministero, vi è la pratica della scuola all’aperto. In considerazione delle condizioni climatiche via via più favorevoli, laddove il contesto lo consenta, si richiama la possibilità che le attività didattiche siano svolte all’aperto. La “scuola all’aperto” costituirà occasione di cura dei “mali” sofferti per la pandemia e di socializzazione dell’apprendimento anche con il mondo circostante. E’ diffusamente noto, a seguito della pubblicazione del secondo bollettino epidemiologico dell'Iss dopo la riapertura della scuola, che il premier Draghi corre un rischio irragionevole, contrariamente ai prudenti dettati corali delle Regioni. Dal 31 marzo al 21 aprile solo nelle età scolastiche l'aumento dei contagi è stato in doppia cifra: +15,32% per i bimbi sotto i 3 anni e non tanto distanti da questo le altre fasce di età. Ovviamente chi per primo è tornato a scuola con la didattica in presenza si è maggiormente contagiato. Contrariamente si registra una frenata di contagi fra gli anziani. Dimostrazione del fatto che è utile vaccinarsi diffusamente prima di tornare fra i banchi in presenza.
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