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Variante indiana a Napoli? Falso allarme

La sintomatologia della variante indiana ha un notevole impatto sull’organismo: tosse, raffreddore, mal di testa, mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza. I noti primi sintomi che segnalano la presenza del Coronavirus, nella variante indiana, sono molto più impattanti. Mentre il mondo ora trema per la variante indiana, le parole di Massimo Galli non sono affatto confortanti: “Il sistema dei colori non ha funzionato un granché. Tutte le volte che si è andati in giallo si è tornati in rosso o in arancione, è un dato di fatto assiomatico. Una data certa in cui non avremo più il Covid non c’è, anche perché ci inguaiamo da soli con tutti questi tira e molla (..) Le stesse riaperture in atto riscontrano comportamenti sbagliati, una sorta di segnale 'liberi tutti', in tal modo, rischiamo molti morti”. Andrea Crisanti: “La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto. Si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino".

📅 mercoledì 28 aprile 2021 · 📰 CovidSalerno

28042021 foto articolo 28 aprile
Credits Foto E.L.G.Romano

foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Modificazione non sostanziale rispetto a un tipo o a un esemplare ritenuto fondamentale. Questa la definizione della variante, di quelle innocue; persino quella fonetica In linguistica: ciascuno degli aspetti, diversi per caratteri fonetici, morfologici o anche soltanto grafici, forse disturbante, ma non deleteria. Altra la nostra variante. Parliamo di quella indiana del Covid-19. Ha provocato e provoca milioni di contagi ogni giorno. E’ diffusa per questa la preoccupazione, spaventa l’Europa intera. Alcuni casi sono stati diagnosticati a Bassano del Grappa ieri e, oggi, altri supposti a Napoli.

Fortunatamente, è emerso dal sequenziamento di due campioni di soggetti positivi provenienti dall’ Asl Napoli 1 Centro, non vi è alcun riscontro di variante indiana a Napoli. Gli esami di controllo, chiesti dall'Istituto superiore di Sanità, rientrano nelle attività di monitoraggio sulla diffusione di eventuali varianti del virus Sars-Cov-2 promosse dalla Regione Campania e condotte dall'Azienda ospedaliera dei Colli in sinergia con l'Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno e con il Tigem. Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che vieta l’ingresso nel nostro Paese a chi proviene dall’India. L’Italia, dopo il provvedimento del Ministro della Salute, si aggiunge al Canada alla Gran Bretagna, alla Germania, ai Paesi dall’Iran al Kuwait che hanno prescritto una stretta sui collegamenti aerei proprio per limitare la circolazione.

Ecco la dichiarazione di Speranza: «Ho firmato una nuova ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in India. I residenti in Italia potranno rientrare con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena». Per la prima volgta è venuta fuori nell’India centro-occidentale, nel Maharashtra. E’ identificata come B.1.617. Presenta due mutazioni già note (E484Q e L452R). Questa associazione sta attaccando drammaticamente l’India. La mutazione L452R trova corrispondenza in una modifica riscontrata nella variante californiana (B.1.427) che interessa la proteina spike. “La mutazione E484Q potrebbe invece incidere sulla capacità di 'dribblare' la risposta immunitaria: quindi, potrebbe portare il coronavirus ad essere più resistente agli anticorpi sviluppati dopo un'infezione o di aggirare, almeno parzialmente, l'efficacia del vaccino”. Al momento non è ancora stata dimostrata la resistenza della variante indiana ai vaccini.

A dire di Giovanni Maga, direttore dell'l'Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, "c'è uno studio di un gruppo indiano in cui i ricercatori dimostrano che il vaccino indiano in sperimentazione, protegge contro da questa variante, ed è un vaccino analogo a quello cinese, basato sul virus inattivato. Lo studio è al momento in revisione per la pubblicazione ma i dati sono già stati messi a disposizione su un banca dati pubblica perché la comunità scientifica potesse già valutarli". Andrea Crisanti, virologo, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, ha dichiarato: "Quello che sta succedendo in India, Cile e Brasile è il risultato combinato di aperture insensate e sviluppo di varianti con trasmissibilità elevata. La variante indiana è una variante che genera cluster molto numerosi, probabilmente ha un indice di infettività alto. In India ha completamente soppiantato la variante inglese. Poi ha due mutazioni nella regione che funziona da bersaglio per gli anticorpi neutralizzanti, quindi si ritiene che in qualche modo possa sfuggire al vaccino". La sintomatologia ha un notevole impatto sull’organismo. Tosse, raffreddore, mal di testa, mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza. I noti primi segnali che segnalano la presenza del coronavirus, nella variante indiana, sono molto più impattanti. A dire di Massimo Galli, docente ordinario presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “L. Sacco”, la variante indiana preoccupa parecchio: "E' un momento particolare e non ci sposo fare nulla se a tutto il resto si aggiungono le varianti. Non sappiamo molto sulla variane indiana, in quel Paese c'è stata una impennata molto forte della pandemia, ma c'è anche una popolazione di 1,3 mld di abitanti. Evidentemente preoccupa parecchio dal punto di vista dell'evoluzione fenomeno, ma ci sono anche condizioni locali molto particolari". Mentre il mondo ora trema per la variante indiana, le parole di Galli non sono affatto confortanti: “Il sistema dei colori non ha funzionato un granché. Tutte le volte che si è andati in giallo si è tornati in rosso o in arancione, è un dato di fatto assiomatico. Una data certa in cui non avremo più il Covid non c’è, anche perché ci inguaiamo da soli con tutti questi tira e molla...”. Le stesse riaperture in atto riscontrano comportamenti sbagliati, una sorta di segnale 'liberi tutti', in tal modo, a dire di Galli, rischiamo molti morti. “Più di tutto, aggiunge, quello che mi preoccupa è un messaggio che viene percepito come un segnale di liberi tutti, e questo non può che essere nocivo, perché non siamo abbastanza avanti con la vaccinazione. Non siamo scesi abbastanza: stiamo ancora sospesi, non siamo davanti ad una situazione tranquilla e stabilizzata(…)Preferisco non prevedere cosa accadrà, dico solo che non siamo scesi abbastanza. E' come se non ci si preoccupasse di un problema idraulico che rischia di provocare un allagamento. Anche la riapertura delle scuole è una scelta importante a livello sociale, ma abbiamo a che fare con la variante inglese che si è diffusa in maniera assoluta. E con questa variante, bambini e ragazzi si infettano".

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