Menu
Cerca Effettua una ricerca

📰 Categorie

📍 Località

Un mese di scuola in presenza a fine anno scolastico. Qual è l’utile didattico, se non pura politica d'esaltazione demagogica?

Superata in Italia la soglia delle 120 mila vittime dall’inizio dell’emergenza. In Campania aumentano i positivi dal ritorno in presenza negli istituti scolastici. Stop scuola, allarme dai sindaci ai presidenti delle municipalità in alcune città campane. Fortunatamente, al momento, malgrado tutto, continua a scendere l'indice di contagio nella nostra regione (8,18%). Si registrano, comunque, 31 morti. Fra le altre, preoccupa la variante inglese, la più trasmissibile nella fascia giovanile con maggiore potere infettante. In una condizione pandemica di così elevata criticità, sotto la pioggia costante di varianti che precipita furiosa, specialmente sui giovani, alla luce della malconcia condizione dei trasporti e delle vaccinazioni a singhiozzo, che senso ha aprire le scuole per un mese, a fine anno scolastico? Dov’è il recondito utile didattico, il bene sommo che giustifica di mettere a repentaglio i nostri giovani e tutti gli operatori della scuola? Pura politica d'esaltazione demagogica! Inutile e rischioso trionfo populistico che echeggia un bisogno di rimbalzante socialità in un momento inopportuno, fatto di elevato rischio e diffusa, inopinabile criticità.

📅 giovedì 29 aprile 2021 · 📰 CovidSalerno

29042021 coronavirus campania
Credits Foto E.L.G.Romano

foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

Si moltiplicano i casi Coronavirus in Campania dalla riapertura delle scuole. Complessa la situazione nelle province di Salerno e Caserta. L’Asl Napoli Centro ieri ha registrato ben 189 studenti positivi e 470 familiari infetti. Diffuse le pratiche, dal ritorno a scuola in presenza, di sanificazione e destinazione di classi in quarantena. Ad oggi sono tremila in quarantena. Solo al centro città si contano, nella prima settimana di riapertura, circa trenta docenti contagiati. Le parole di Vincenzo De Luca, Governatore della Campania: «I contatti scolastici in quarantena sono tremila per il mondo della scuola. Vorrei che davvero affrontassimo questo problema senza ideologismi. Vorremmo aprire tutto ma non è possibile». In molti punti nevralgici del territorio campano è subito stop scuola, allarme dai sindaci ai presidenti delle municipalità.
La scuola media 'Pergolesi 1' di Pozzuoli ha ripristinato le lezioni in Dad per l'indisponibilità di alcuni docenti, in quarantena fiduciaria a casa perchè risultati positivi al Covid-19. A Qualiano, il sindaco Raffaele De Leonardis ha firmato una ordinanza per la chiusura di due plessi: il “Don Bosco” e il “Verdi”, qui 22 gli alunni positivi a seguito della riapertura delle scuole. A Giugliano, all’istituto “Marconi” è stata disposta la quarantena preventiva per sei classi fino al 30 aprile. A Castelnuovo stop scuola in presenza anche per il circolo didattico “Madre Teresa di Calcutta”. Un’altra classe in quarantena all’ “Ibsen” di Casamicciola a Ischia. Preoccupa la variante inglese, fra le altre. La stessa era già stata riscontrata in Campania in misura del 25%, rapporto uno a quattro.

Non è da meno la situazione nel Cilento. Alcuni casi positivi sono stati rilevati fra gli studenti che frequentano le scuole di Agropoli. C’è anche uno studente tra i cinque nuovi casi di positività registrati nelle ultime ore, frequenta la “Scudiero”. Sempre qui, di recente, furono registrati altri casi. Col ritorno in presenza diverse scuole sul territorio hanno registrato assenteismo. Le scuole del Comune di Capaccio Paestum detengono il primato sul territorio. Ben 182 i positivi attivi. Diversi genitori hanno fatto valere le proprie ragioni con la richiesta di chiusura delle scuole.
Sin dalla prima decade di febbraio scorso era risaputo che la variante inglese colpiva maggiormente bambini e giovani in generale. E’ la variante più trasmissibile nella fascia giovanile e ha maggiore potere infettante. “Abbiamo anche noi evidenze chiare sul fatto che la variante inglese” sia più trasmissibile afferma Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità. “Si afferma nelle fasce di età comprese tra i 10 e i 19 anni, ma anche tra i 6 e 10 anni” nelle quali “vi è un aumento del numero di casi infetti come Sars-Covid 2”.
Intanto, sulla base dei dati più recenti, è stata superata in Italia la soglia delle 120 mila vittime dall’inizio dell’emergenza. Il tasso di positività di ieri è salito al 4% (27 aprile: 3,4%) con 336.336 tamponi. Sempre in calo le degenze: i ricoverati totali sono meno di 20 mila, come a inizio marzo. Nessuna regione, al momento, registra zero decessi. Resta drammatico il quadro, è ancora alto il bilancio delle vittime. Questi i dati di ieri: il maggior numero di morti si è registrato in Puglia (+48) e Lombardia (+47). Ad avere oltre 30 lutti sono: Piemonte (+34), Lazio (+32), Toscana (+32), Campania (+31, di cui 21 deceduti nelle ultime 48 ore e 10 nei giorni scorsi) e Sicilia (+30). Nella nostra regione, fortunatamente, al momento, continua a scendere l'indice di contagio (8,18%). Si registrano, comunque, 31 morti. Il bollettino di ieri dell'Unità di crisi della Regione Campania fornisce questi dati: 1.844 positivi (1.347 asintomatici e 497 sintomatici) su 23.004 tamponi molecolari; il rapporto positivi/tamponi è pari all'8,18%, in calo rispetto al 9,17% registrato ieri; 31 morti (21 nelle ultime 48 ore, 10 in precedenza ma registrati ieri) per un totale di 6.336 vittime; 1.689 pazienti guariti per un totale di 289.769; occupati 136 posti letto su 656 disponibili in terapia intensiva (stesso numero di ieri), 1.507 su 3.160 disponibili in degenza. Alla situazione drammatica che stiamo vivendo, sventolando bandiera gialla, con la consapevolezza errata del liberi tutti, si aggiunge la giustificata preoccupazione della variante indiana. L’OMS (Organizzazione mondiale sanità) lancia l’allarme. Sembra che tale variante potrebbe essere più contagiosa e resistente al vaccino. Intanto sempre l’OMS considera più gravi le altre varianti: inglese, brasiliana, sudafricana. Sempre l’OMS, nel suo rapporto settimanale, ha rilevato come detta variante includa mutazioni «associate a una maggiore trasmissione» e una minore capacità di neutralizzare il virus con alcuni trattamenti con anticorpi monoclonali. Viene considerata al momento, nel quadro pandemico generale, malgrado il disastro indiano, solo una «variante di interesse» e non una «variante di preoccupazione» diffusa. Regno Unito, Sud Africa e Brasile, allo stato attuale, devono allertarsi maggiormente .
Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’Ospedale “San Martino di Genova”, in relazione alla situazione, criticando la modalità di gestione della vaccinazione dei mesi scorsi, denuncia anche l’inadeguata campagna di informazione sull’uso dei vaccini. "Gli obiettivi prefissati a livello nazionale prima dell’inizio della somministrazione dei vaccini non stati raggiunti e per questo boccio nettamente il trimestre Gennaio-Febbraio e parte di Marzo. Ora cerchiamo di recuperare ma ho delle perplessità. Non è stata fatta una campagna di informazione adeguata sull'uso dei vaccini autorizzati in emergenza, non è stata altresì fatta una campagna di comunicazione sull'importanza del vaccino, dando per scontato che siano tutti pro-vaccini" E aggiunge: “E’ probabile che a ottobre/novembre assisteremo a un nuovo incremento di casi. Ovviamente si spera che saranno pochi e che sapremo gestirli e controllarli senza tornare a chiusure e coprifuoco. Questo si chiama imparare a convivere con il virus".
In una condizione pandemica di così elevata criticità, sotto la pioggia costante di varianti che precipita furiosa specialmente sui giovani, alla luce della malconcia condizione dei trasporti e delle vaccinazioni a singhiozzo, che senso ha aprire le scuole per un mese, a fine anno scolastico? Dove si nasconde l’utile didattico, il bene sommo che giustifica di mettere a repentaglio i nostri giovani? E’ un po’ come destinarli obbligatoriamente al passaggio su un campo minato, pur sapendo che le mine sepolte sono tante, confortati dalla sola idea che solo qualcuno potrà lasciarci le penne. Contro l’apertura generalizzata della scuola in presenza da parte del Governo centrale per fortuna ancora qualche santo locale intercede. Viva Dio se ancora a qualche amministratore locale viene permesso di correre ai ripari.
Se la scuola, a questo prezzo, in questo momento di normalità assente, deve restituire ai giovani la socialità, è meglio che desista, continui con la didattica a distanza dove possibile; aspettiamo che finisca la guerra, finora abbiamo solo perso tante battaglie. Non servono azioni politiche dirette all'esaltazione demagogica. Non abbisogna la società intera e specialmente i giovani della cosiddetta socialità, dobbiamo salvarci prima la pelle, poi staremo insieme in una normalità relazionale vera, ormai mantra, frutto di un estremo ingiustificato protezionismo, specialmente ora che bisogna correre ai ripari, adesso che necessita salvarsi la pelle. Intanto tristemente torniamo, malgrado le richieste diffuse di un buon senso reso sempre più adombrato, all’inutile trionfo populistico del Governo di turno, a tutela di una politica fatta bella solo di facciata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

BLOG di Emilio La Greca Romano - La pagina corrente è autogestita

Cilento Notizie su GNews
Leggi il nostro regolamento dei commenti prima di commentare.