Un flop il ritorno a scuola in presenza, aumento di contagi e classi in quarantena
di Emilio La Greca Romano | BlogGiovanni Sebastiani, matematico dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M. Picone’ del Cnr ha dichiarato: “Le scuole non le avrei riaperte, avrei fatto un discorso ai ragazzi rendendoli responsabili, scegliendo, insieme a loro, la modalità migliore per fare lezione a distanza. Invece i ragazzi sono diventati come barchette in mezzo alla tempesta, tra aperture e chiusure“. Risultano in significativo aumento i contagi registrati a seguito della riapertura in presenza della scuola, dopo il 26 aprile u.s.. Tutte le curve decrescono. Le uniche due che si riscontrano preoccupanti interessano le fasce di età da 0 a 9 anni che è in crescita e quella da 10 a 19 anni che è piatta. Lievitano, dunque, i contagi fra i bambini fino ai 9 anni. “Non avrei riaperto le scuole”, afferma Sebastiani. Il tutto, comunque, era nelle previsioni, ma la politica di riapertura e il ritorno a una pseudo normalità del Governo centrale si rese sorda alle molteplici segnalazioni dei virologi. Negli ultimi 15 giorni, rispetto alla settimana immediatamente precedente, (la terz’ultima), desta una certa preoccupazione il mancato calo delle rispettive due curve. “Fino a qualche tempo fa avrei detto che i bambini sotto i 10 anni non contribuivano alla diffusione, ma con la variante inglese la situazione è cambiata”.
Lo stesso Sebastiani riconosce, con questa affermazione, il suo errato pronostico, nel passato più prossimo, a fronte degli accorati avvertimenti della scienza. Corale e ripetuto è stato il messaggio nell’imminenza del ritorno in presenza da parte di molti, passato sistematicamente sotto silenzio. Intanto diffusi casi d’infezione riscontrati costringono molte classi in quarantena. Destano seria preoccupazione le varianti.
Il decreto anti-covid del Governo Draghi dispose l’attività didattica in presenza fino alle superiori dal 50% al 75% nelle regioni in zona rossa e dal 70% al 100% nelle regioni in zona arancione e gialla. I ragazzi delle superiori, in autonomia, organizzano oggi le attività in presenza. In virtù delle cromature regionali, dei dati quantitativi e della capienza, il numero di studenti in presenza è compreso in una forbice tra 7,7 e 8,5 milioni. Attualmente gli alunni in classe potrebbe oscillano tra i 7.667.374 e gli 8.505.440, cioè tra il 90% e quasi il 100% dell'intera popolazione scolastica. Regione che vai regola che trovi. Differiscono le ordinanze regione da regione. Le stesse, diversificandosi, determinano le relative percentuali in presenza. In Lombardia, nella settimana dal 19 al 25 aprile sono stati 658 i positivi al coronavirus nelle scuole delle province di Milano e Lodi.
A Brescia, in provincia, si contano in quarantena i 263 studenti. In Liguria, in Piemonte chiudono scuole. In Veneto sono 1.832 gli studenti e 169 i dipendenti che hanno contratto l’infezione. Nel Lazio, a Roma, chiudono altri istituti scolastici; decisione giunta a seguito del diffondersi di diversi casi nei giorni scorsi, riscontrati con i tamponi molecolari effettuati sui contatti diretti tra alunni, insegnanti e personale e dopo la messa in quarantena di diverse classi. In Campania, gli istituti superiori sono chiusi fino all'8 maggio ad Avellino. Ad Airola, in provincia di Benevento, tutte le scuole rimarranno ferme fino al 15 maggio. Sono molteplici casi di coronavirus in città. A Sant’Anastasia (Napoli) scuola senza lezioni in classe fino al 15 maggio. Diversi i lessi chiusi nel Cilento. Fra gli altri si registrano positivi e altre chiusure a Giungano. Giuseppe Orlotti, con una ordinanza ha chiuso le scuole finoa qualche giorno fa. «Questi 11 cittadini hanno contratto il Covid-19 a seguito della riapertura delle scuole, per questo ho chiuso tutti i plessi. Invito i cittadini giunganesi a non rilassarsi mantenendo alta la guardia». Scuole chiuse per accertamenti anche a Camerota. Il Cilento ricomincia a vacillare. Per 14 giorni chiusura in presenza anche a Villa Literno, in provincia di Caserta. In Calabria, a Careri e Delianuova, comuni in zona rossa, secondo un'ordinanza regionale "sono limitate a non più del 50% della popolazione studentesca le attività scolastiche e didattiche, in presenza, della scuola secondaria di secondo grado".
In Sicilia la situazione non è da meno. Preoccupanti i numeri dell’isola. Su 667.423 alunni delle scuole siciliane, 3.142 sono risultati positivi, lo 0,47%, secondo i dati dell'ufficio scolastico regionale su rilevazioni che riguardano il 95% degli istituti siciliani al 26 aprile. Su 82.130 docenti, 376 sono risultati positivi (lo 0,46%) e su 20.941 impiegati Ata 108 sono risultati positivi, lo 0,52%. E’ evidente che il ritorno a scuola non sta andando bene. A quanto pare, al momento, pur essendo alto il numero dei contagi, non viene praticata alcuna protezione, nessuna azione da parte del Governo centrale. Restiamo ancora a guardare i nostri alunni che veicolano il virus.
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