I 21 punti del “Patto Scuola” tra Governo e Sindacati
di Emilio La Greca Romano | BlogL’importante documento contenente gli impegni per il rilancio della scuola, firmato il 20 maggio scorso dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, su delega del Presidente del Consiglio e i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri per CGIL CISL e UIL, rappresenta una intesa su ventuno punti. Ora dovrà seguire un impegno fattivo intorno al reclutamento, alla stabilizzazione, alla formazione, alla contrattazione, alla riduzione di alunni per classe e su altri temi di rilievo per il sistema di istruzione. Il documento è la certificazione degli impegni per il rilancio della scuola, la valorizzazione del personale scolastico e la promozione del protagonismo di tutte le componenti del mondo istruzione. Dopo un confronto delle parti sul lavoro pubblico si è arrivati al testo sottoscritto. I 21 punti d’impegno dovranno essere affrontati congiuntamente e dovranno rappresentarsi nell’utilità dell’incremento e ad elevare qualitativamente l’offerta formativa, nonché il superamento della dispersione scolastica. L’applicazione del patto è tempestiva ed integrale al Decreto sostegni. Dovrà servire a stabilizzare tutti i precari. Gli impegni concordati vengono anticipati da questa premessa: “la scuola, viene precisato, è risorsa decisiva per il futuro della comunità nazionale” e le risorse europee consentiranno di “rilanciare la centralità della scuola per il Paese” compresi Convitti, Educandati nazionali, CPIA, attraverso “il superamento di situazioni di povertà educative e dei divari territoriali” nella consapevolezza che “un accordo corale sull’istruzione e la formazione per il Terzo millennio deve passare attraverso il pieno compimento della riforma costituzionale dell’autonomia scolastica, a garanzia dell’unitarietà del sistema di istruzione”.
A questo scopo si rendono necessari “interventi strutturali e organici, evitando provvedimenti frammentati” in un’ottica “di valorizzazione di tutte le persone che in esso sono impegnate compreso il personale scolastico italiano operante all’estero”. I punti assumono tutti una importanza rilevante. L’applicazione degli stessi dovrà avvenire d’urgenza a garanzia di soluzioni immediate. In primo luogo bisognerà attivarsi a favore della lotta contro la condizione del precariato e a favore della promozione della stabilità nella scuola. Il primo settembre 2021 è una data e un obiettivo che dovrà segnare una ripartenza senza le annose e ormai croniche disfunzioni a cui la collettività assiste da anni. Ogni cattedra, ogni ufficio, ogni presidenza, a settembre dovranno essere coperti dal personale necessario, nella consapevolezza che la stabilità, la tempestività della copertura, la continuità del servizio, sono la condizione necessaria per rilanciare la scuola del nostro Paese. A tal fine, scrive la FLC CGIL, Federazione dei lavoratori, è necessario mettere in atto ogni misura per assumere il personale e ottenere la copertura e la stabilità dei posti vacanti, anche attraverso procedure inedite e semplificate. In questo quadro si impone l’avvio immediato di un meccanismo di assunzioni che sia regolare e non più sporadico e frutto di situazione emergenziale.
Altro punto importante e decisivo per dare un segnale di riconoscimento della centralità delle professioni scolastiche è quello del perseguimento, tramite il contratto, di una concreta valorizzazione del personale (dai docenti agli ATA, ai dirigenti scolastici, agli educatori) con apposite risorse stanziate in coerenza con il “Patto per l’Innovazione del lavoro pubblico”. Accanto a ciò nell’accordo si puntualizza la necessità di una politica programmatoria sugli organici in funzione di una riduzione del numero degli alunni per classe e per istituzione scolastica, in coerenza con quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Completano il quadro degli impegni i temi della sicurezza, della individuazione e distinzione delle responsabilità in materia di sicurezza degli edifici scolastici, della formazione iniziale e in servizio per ogni specifica professionalità, del rafforzamento e supporto all’autonomia scolastica, del rafforzamento della struttura centrale e periferica dell’amministrazione, della semplificazione delle procedure e della normativa (redazione di un nuovo testo unico della scuola), della mobilità del personale e della dirigenza, del potenziamento della istruzione tecnica e professionale. Con una metodologia improntata alla partecipazione e al confronto, su tutti questi temi l’Amministrazione sottoscrive un impegno di consultazione e confronto permanente e preventivo con le Organizzazioni sindacali al fine di rendere effettiva l’intenzione esplicitata dal Ministero di operare, tramite specifici tavoli tecnici, con il coinvolgimento attivo delle forze sindacali. “Sono convinto, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, Patrizo Bianchi, che la via intrapresa, quella del dialogo e del Patto - ha dichiarato il Ministro -, resti la via necessaria per trovare delle soluzioni per il Paese. Questo Patto è la base per gli sviluppi successivi. Vogliamo andare avanti e quindi prendiamo questo come un punto di partenza, che abbiamo costruito insieme, per rimettere la scuola al centro”. Il ministro Bianchi ha siglato con i sindacati un “Patto per la scuola al centro del paese”. A dire di Antonino Petrolino contiene gli stessi errori che hanno creato la crisi attuale. “Un vaste programme, secondo la celebre battuta attribuita, fra gli altri, al generale De Gaulle. Nel senso che le ambizioni, non dissimulate, che sostengono il Piano devono poi fare i conti, a partire dal testo stesso, con i mille tabù del politicamente corretto e del timore di smuovere equilibri consolidati: di cui tutti si dicono insoddisfatti, ma che al tempo stesso temono di abbandonare. Più in generale e, purtroppo, non per la prima volta, la visione del ministro Bianchi si connota per una divaricazione fra il piano degli obiettivi – forse sarebbe meglio dire delle intenzioni – e quello degli strumenti operativi. Un respiro ampio ed una visione apprezzabile per il suo impegno sociale e culturale contraddistinguono in genere il primo aspetto: un insieme di formule generiche e non impegnative, quando non un imbarazzante silenzio, sono il tratto distintivo del secondo”.

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