La Scuola Estiva per la Storia del Confine orientale
di Emilio La Greca Romano | BlogLunghi e sanguinosi conflitti politico-militari hanno segnato profondamente il confine orientale italiano. Diverse le dispute simboliche che lo pongono centrale riferimento, a causa dell'incrocio identitario, politico e culturale che questo confine ha attraversato in tutti i suoi spostamenti, dalla crisi dell'Impero austro-ungarico al secondo dopoguerra. Il gruppo di lavoro “Ministero dell’Istruzione – Associazioni degli Esuli” attenziona il confine orientale italiano con una interessante iniziativa di spessore, la Scuola Estiva per la Storia del Confine orientale. E' prevista dalla stessa norma del "Giorno del ricordo" la possibilità di proporre iniziative utili a diffondere la conoscenza degli eventi delle popolazioni del confine orientale italiano. Questo fare lo esplicita la legge 92 del 30 marzo 2004.
Le istituzioni scolastiche possono attivarsi nell'attività di studio, di ricerca, con convegni, incontri e dibattiti per la valorizzazione del patrimonio culturale, storico, letterario ed artistico degli Italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate. Opera in questa direzione un gruppo di lavoro dall'anno scolastico 2009/2010; il gruppo è costituito da rappresentanti del Ministero dell’Istruzione e delle Associazioni degli Esuli. Tra l'altro, rientrano nell'attività del gruppo, diverse iniziative come Seminari nazionali, regionali e il concorso “10 febbraio” - rivolte alle scuole primarie, secondarie di I grado e II grado, finalizzate ad accrescere la conoscenza e comprensione storica e sociale delle vicende dell’”Esodo”, che tanti cittadini italiani ha travolto. Il gruppo opera in termini di valido supporto a favore della formazione docenti e della progettualità scolastica.
L'aggregazione “Ministero dell’Istruzione – Associazioni degli Esuli” segnala, come accennato, una iniziativa di livello come quella della Scuola Estiva per la Storia del Confine orientale, dal 12 al 16 luglio 2021 presso il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (BS), con a tema: “Il difficile Novecento del Confine orientale. Dal Risorgimento italiano alle prospettive europee”. "I docenti ammessi a partecipare potranno assistere a lezioni magistrali e partecipare a laboratori finalizzati a stimolare riflessioni sulla storia del ‘900, incrementare la conoscenza di fatti noti e meno noti, rinnovare la didattica della storia contemporanea attraverso il confronto e la discussione con i colleghi. Fra le candidature pervenute saranno selezionati 20 docenti.
Affiancando questa interessante iniziativa del Gruppo “Ministero dell’Istruzione – Associazioni degli Esuli”, torna d'interesse una lettura speciale intorno al tema. Si tratta di una pubblicazione di Marina Cattaruzza dal titolo: "L'Italia e il confine orientale 1866-2006". Marina Cattaruzza è docente ordinario di Storia contemporanea generale nell'Historisches Institut dell'Università di Berna. Tra i suoi libri più recenti: "Trieste nell'Ottocento" (Del Bianco, 1995) e "Socialismo adriatico" (Lacaita, II ed. 2001). Ha curato con M. Flores, S. Levis Sullam ed E. Traverso la "Storia della Shoah" (4 voll., Utet, 2005-6). Fa parte del consiglio scientifico per il settore della Storia moderna dell'Accademia austriaca delle scienze.
"Non esisteva un libro, dice Sergio Romano, che rendesse conto in modo altrettanto equilibrato, informato e intelligente degli entusiasmi e delle angosce che quel confine suscitò". Nella storia d'Italia il confine orientale ha sempre costituito una zona di scontro: prima luogo simbolico in cui doveva compiersi l'azione risorgimentale tesa al raggiungimento dell'unificazione nazionale, poi confine fra mondi e ideologie negli anni della guerra fredda. A partire dalla disastrosa guerra del 1866, che nonostante le sconfitte portò il Veneto al neonato Regno d'Italia, per arrivare alla situazione attuale, l'autrice ricostruisce con puntualità la storia di questo confine contestato e conteso: lo sviluppo dell'irredentismo, l'intervento nella Grande Guerra, la sistemazione postbellica del territorio sulle ceneri dell'impero austro-ungarico (con la clamorosa protesta dell'occupazione di Fiume), l'aggressiva politica fascista, la durissima contesa con la Jugoslavia, la spartizione del territorio nel dopoguerra sancita dal trattato di pace del febbraio 1947, il ritorno di Trieste all'Italia nel 1954 dopo anni di governo alleato, da ultimo i lunghi decenni della guerra fredda.
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