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Istruzione e lavoro al centro della ministeriale G20

Ieri incontro dei Ministri G20 dell'Istruzione a Catania. Al centro dell’incontro i giovani, le donne e i gruppi vulnerabili, la povertà educativa, il confronto e l’analisi delle esperienze di didattica attivate durante la pandemia, la cooperazione internazionale nell'ambito dell'educazione, il potenziamento del rapporto fra istruzione e lavoro, la transizione dall’istruzione al lavoro, nodo centrale per una ripresa economica e sociale sostenibile e inclusiva.

📅 mercoledì 23 giugno 2021 · 📰 AttualitàSalerno

23062021 foto apertura 2 articolo 23 giugno
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foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

La scuola d’Europa si ritrova. L’aggregazione dei Ministri dell’Istruzione avviene nella bella Sicilia, sotto l’iconica trinacria, nell’antica città portuale di Catania, sulla costa orientale dell’isola, ai piedi del ruggito dell’Etna. L’Italia ora vuole guardare positivo. La scuola vuole credere nella ripartenza, dopo che la pandemia di Covid-19 ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Enfiato fuoriesce il nostro Paese dal dramma pandemico sotto il profilo economico.

Nel 2020, il prodotto interno lordo si è ridotto dell’8,9 per cento, a fronte di un calo nell’Unione Europea del 6,2. Resta più tumefatto il nostro Paese, più provato per la crisi sanitaria. I decessi dovuti al Covid-19, hanno reso l’Italia il Paese più devastato, ha subito la maggior perdita di vite nell’UE. La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Ora gli italiani vogliono svegliarsi nella forza di un’alba nuova, nella luce della speranza. La scuola si aggrega e rimane sulla cresta dell’onda facendo alleanza globale.

“Da Catania lanciamo un’alleanza globale per far sì che il post-pandemia continui a vedere la scuola protagonista. In questi mesi la scuola è tornata al centro del dibattito nazionale e internazionale. La sua importanza, durante la crisi che abbiamo vissuto, è riemersa con forza. A Catania abbiamo ribadito che dovrà restare al centro delle politiche di rilancio nella fase di uscita dall’emergenza.


Servono investimenti maggiori e mirati affinché tutte le ragazze e tutti i ragazzi trovino risposte sul piano educativo. Dobbiamo fare in modo che nessuno resti indietro. L’Italia ha un piano ambizioso, il Pnrr, che attueremo rapidamente. Perché la scuola è lo strumento più potente che abbiamo per garantire uno sviluppo solido, equo, sostenibile”, così il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, all’incontro dei Ministri G20 dell'Istruzione a Catania. Bianchi ha presieduto l’incontro. Sono emersi diversi temi.

Al centro sono stati posti la lotta alla povertà educativa, il confronto e l’ analisi delle esperienze di didattica attivate durante la pandemia, la cooperazione internazionale nell'ambito dell'educazione, il potenziamento del rapporto fra istruzione e lavoro. La riunione ha registrato da parte dei Ministri adesioni in presenza e in collegamento. L’istruzione è stata posta al centro dell’agenda politica internazionale come risposta strategica alla crisi globale generata dall'emergenza sanitaria, unitamente al bisogno di avviare iniziative per garantire un'istruzione inclusiva per tutte e tutti, promuovendo la parità di genere e contrastando ogni tipo di discriminazione. Occorre, è stato ribadito nella chiosa della manifestazione, che venga affermato l'impegno a “non lasciare indietro nessuno”. La dichiarazione conclusiva focalizza ‘attenzione sul fronte povertà educativa. Tale condizione è stata costretta ad una accentuazione dalla pandemia. Si rappresenta necessaria quindi, per i Paesi del G20, adottare misure preventive per affrontare il problema dalle radici, occorrono interventi finalizzati, capaci di inquadrare i bisogni reali degli studenti e azioni compensative. Occorre trovare risposta a chi ha abbandonato la scuola o ha subito significative perdite di apprendimento, per esempio.

Problema questo di rilevante interesse specialmente nella secondaria superiore ove si registra una dispersione scolastica estremamente elevata. Un problema al quale, secondo Patrizio Bianchi, si risponde con la formazione professionale, dando dignità e forza ai percorsi di formazione professionale che permettono a tutti i ragazzi di avere un loro percorso. “Purtroppo, dichiara il Ministro dell’Istruzione, in certe parti del Paese la formazione professionale è particolarmente critica. Dovremmo proporre non solo un corso di 5 anni, ma un corso di 3 anni che porti a un titolo che dica che su quella attività il ragazzo ha fatto un percorso. In altre aree del Paese abbiamo avuto risultati positivi.

foto g20


Ma dobbiamo prendere in grande considerazione questo indice della dispersione scolastica. Sono convinto per esperienza personale che lì dobbiamo lavorare. Siamo in un Paese convinto che esista una sola vera scuola e tutte le altre siano scuole di serie B. Invece dobbiamo riattivare la considerazione degli altri istituti professionali, tale che questi istituti ci permettano di fare impresa. Altrimenti finiamo in un circolo vizioso. Siamo tutti convinti, in ogni Paese che si debba lavorare su una tipologia di scuola che parta dal territorio e venga poi strutturata in un contesto nazionale”.

E’ necessario, dunque, attivarsi con una politica di supporto, capace di offerta di differenti opportunità. Dato per certo che l’istruzione è roccaforte della crescita sostenibile, ne consegue la necessità di assicurare, nel corso della vita, un pari accesso a tutti i livelli e a tutte le tipologie di formazione. Si è reso insostituibile, valutando con attenzione l’emergenza pandemica, il ruolo della didattica in presenza, pur riconoscendo la valenza del contributo tecnologico fornito alla comunità didattica. Di questo aspetto i Ministri dell’Istruzione presenti si sono detti convinti.

Nella seconda parte dell’incontro, avvenuta nelle ore pomeridiane, è stato trattato il tema della transizione dall’istruzione al lavoro, nodo centrale per una ripresa economica e sociale sostenibile e inclusiva. I Paesi G2o a tal fine si muoveranno con azioni di favore a garanzia della parità di genere e dell'inclusione delle ragazze e dei ragazzi più vulnerabili, per garantire pari accesso a un lavoro di qualità e dignitoso per tutti.


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