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Figliuolo vuole vaccinare 230mila persone della scuola

I lavoratori nella scuola italiana sono un milione 400mila. Circa 230mila non hanno ancora ricevuto la prima dose del vaccino. Figliuolo ha chiesto alle regioni di attuare in maniera più incisiva il metodo di raggiungimento attivo del personale ancora non vaccinato. Patrizio Bianchi: “Stiamo lavorando per escludere la Dad l’anno prossimo e non trovarci così nella situazione dell’anno scorso. Ci stiamo lavorando tutti, non solo io, anche tutti gli insegnanti. Lavoriamo per una scuola in presenza che dia molta attenzione alla società, c’è il bisogno dei bambini di tornare a trovarsi.

📅 lunedì 28 giugno 2021 · 📰 CovidSalerno

28062021 figliuolo
Credits Foto newsmondo.it

foto autoredi Emilio La Greca Romano | Blog

In vista della riapertura della scuola, il Generale Figliuolo, scrive alle regioni. Chiede collaborazione. Vanno vaccinati tutti possibilmente. Vanno rintracciati e immunizzati. “Il vaccino, ha dichiarato, è uno dei pilastri della lotta al virus, ma per me nessuno mai deve essere discriminato: finchè ci sono le leggi che permettono la non obbligatorietà, chi organizza l’attività scolastica deve mettere in campo tutto quello che è possibile.

Gli alunni o il personale non vaccinato va garantito. “A quanti per scelta personale o dei propri genitori, abbiano pensato legittimamente di non vaccinarsi, va resa sicura la loro permanenza negli istituti scolastici. Il mio auspicio è che ci possa essere il massimo coinvolgimento nella campagna, poi sono scelte di coscienza e personali che io rispetto”. Si farà di tutto, comunque, per garantire il massimo risultato in termini di adesione alla campagna vaccinale. Specialmente a seguito delle attuali diffuse minacce della variante Delta. Comincia a preoccupare, alla luce dell’allarme Delta, il prossimo rientro a settembre a scuola e in presenza. I lavoratori nella scuola italiana sono un milione 400mila. Circa 230mila non hanno ancora ricevuto la prima dose del vaccino. I dati sono del 23 giugno a fronte di una copertura nazionale dell’84%. In taluni contesti regionali la percentuale assente è del 25%.

E’ il caso della Campania, della Sicilia, della Liguria, della Sardegna e dell’Umbria. In aggiunta si registra un rallentamento delle somministrazioni al personale scolastico che attesta somministrazioni soltanto intorno all’1%. L’agitazione europea intorno alla variante Delta innesca tensione e preoccupazione. Il potentino Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19, in vista della riapertura della scuola, ha come obiettivo la vaccinazione degli adolescenti tra i 12 e i 16 anni.

Figliuolo ha chiesto alle regioni di “attuare in maniera più incisiva il metodo di raggiungimento attivo di questi cittadini, provvedendo a prenotare gli aderenti e comunicando alla struttura del commissario entro il 20 agosto il numero dei soggetti impossibilitati ad aderire alla campagna vaccinale per motivi sanitari e di quelli che hanno manifestato la volontà di non aderire alla suddetta campagna“. E’ fondamentale questo intervento secondo la Fimp. Un modo per evitare la diffusione delle nuove varianti e le severe conseguenze. “E’ ormai dimostrato che i minori si ammalano con la stessa incidenza degli adulti, pur con percentuali di gravità fortunatamente più basse, e che rappresentano una potenziale fonte di diffusione del virus in tutti gli ambiti di vita frequentati”.

La riapertura della scuola a settembre con la didattica in presenza non passa sotto silenzio. Non avverrà magicamente, da sola. Per valutare, pianificare e intervenire è stata costituita una commissione dei ministeri della Salute e dell’Istruzione, dell’Istituto superiore di sanità e di Inail. La stessa si è già riunita. Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha dichiarato: “Stiamo lavorando per escludere la Dad l’anno prossimo e non trovarci così nella situazione dell’anno scorso. Ci stiamo lavorando tutti, non solo io, anche tutti gli insegnanti.

Lavoriamo per una scuola in presenza che dia molta attenzione alla società, c’è il bisogno dei bambini di tornare a trovarsi. Una scuola che però deve essere anche molta attenzione a quel recupero di tutte le conoscenze che ovviamente in un anno così difficile sono state più carenti”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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