Oggi la festa dei proff.
Con l'adozione dell'Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, "Istruzione di qualità", gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l'attuazione dell'Agenda 2030 sull'educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire un'educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l'obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l'abbandono scolastico precoce, contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile.
di Emilio La Greca Romano | BlogA partire dal 1994, in tutto il mondo, il 5 ottobre, si celebra la festa laica dell’insegnante. A che serve festeggiare? Sicuramente a incentivare e apprezzare la figura dell’insegnante. In undici nazioni, tutte rientranti nel mondo arabo (Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Yemen, Bahrain, Emirati Arabi Uniti e Oman) il prof viene festeggiato il 28 febbraio. La figura del docente è fatta bersaglio nel nostro Paese, da qualche decennio, di una vera e propria aggressione.
In Italia, le numerosissime riforme che si sono succedute negli anni hanno contribuito a denigrare gli insegnanti delle scuole pubbliche in molti modi. La totale subalternità delle riforme scolastiche a una visione mercatocentrica ha trasformato la scuola da istituzione ad azienda, tale da rendere profetiche le parole pronunciate nel 1955 dal premio Nobel per l’economia Milton Friedman: “Le scuole saranno più efficienti se saranno sottoposte alle leggi del mercato capitalistico e, come tutte le aziende, entreranno in concorrenza le une con le altre per attirare i loro clienti: gli studenti”.
In Italia, l’inizio di questa svolta risale a più di vent’anni fa: la legge Bassanini del 1997, prima, e la riforma dei cicli scolastici del 2000 a firma di Luigi Berlinguer, poi, avviarono il percorso giuridico dell’autonomia scolastica. Una strada lunga che passa per la riforma Moratti del 2001, i correttivi del ministro Fioroni nel 2003, i drastici tagli al personale effettuati dal ministro dell’economia Tremonti in concerto con l’allora ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini nel 2008, fino alla “Buona scuola” del governo Renzi, diventata legge nel 2015. Nella recente storia italiana, ogni governo ha voluto influire sul sistema scolastico, ma nessuno ha contribuito a porre davvero il valore della cultura e dell’insegnamento al centro del dibattito politico. Le varie riforme hanno invece reso la scuola l’anticamera del mondo del lavoro – con risultati non sempre efficaci come nel caso dell’alternanza scuola-lavoro, il cuore della riforma della “Buona scuola” – e pochi sembrano essersi posti il problema di far diventare quei futuri lavoratori prima di tutto dei cittadini coscienti e preparati”. Questa Giornata, chiarisce la Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO, commemora la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell'UNESCO sullo status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale, ed ha come obiettivo fondamentale quello di suscitare riflessioni sul ruolo dei professionisti della formazione, sulle sfide che affrontano quotidianamente, sulle difficili condizioni di lavoro a cui sono spesso sottoposti.
Con l'adozione dell'Obiettivo 4 di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, "Istruzione di qualità", gli insegnanti vengono riconosciuti come soggetti chiave per l'attuazione dell'Agenda 2030 sull'educazione. Il loro impegno infatti è fondamentale per fornire un'educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti, con l'obiettivo di incrementare il livello di alfabetizzazione globale e ridurre l'abbandono scolastico precoce, contribuendo a migliorare la vita delle persone e a raggiungere lo sviluppo sostenibile.
In molti paesi, tuttavia, la libertà accademica e l'autonomia degli insegnanti sono sotto pressione. Ad esempio, nelle scuole primarie e secondarie in alcuni paesi i rigidi schemi di responsabilità hanno esercitato un’enorme pressione sulle scuole affinché fornissero risultati su test standardizzati, ignorando la necessità di assicurare un curriculum di ampio respiro che soddisfi le diverse esigenze degli studenti. La libertà accademica è fondamentale per gli insegnanti a tutti i livelli di istruzione, ma è particolarmente importante per gli insegnanti di istruzione superiore, sostenendo la loro capacità di innovare, esplorare e rimanere al passo con le più recenti ricerche pedagogiche. A livello universitario gli insegnanti sono spesso impiegati a tempo determinato e su base contingentale. Ciò può generare a sua volta una maggiore insicurezza del lavoro, minori prospettive di carriera, un carico di lavoro più elevato e stipendi inferiori - fattori che possono limitare la libertà accademica e danneggiare la qualità dell'istruzione che gli insegnanti possono offrire. A tutti i livelli di istruzione, la pressione politica e gli interessi commerciali possono porre dei freni alla capacità degli educatori di insegnare in libertà.
Gli insegnanti che vivono e che lavorano in paesi e comunità colpiti da conflitti e instabilità affrontano spesso sfide maggiori, tra cui aumento dell'intolleranza, discriminazione e restrizioni sulla ricerca e sull’insegnamento. Quest'anno è il 20° anniversario della Raccomandazione dell'Unesco del 1997 sullo Status del personale insegnante di istruzione superiore, che integra la raccomandazione UNESCO/ILO del 1966 sullo Status degli insegnanti. Insieme, questi strumenti costituiscono il principale quadro di riferimento sui diritti e sulle responsabilità degli insegnanti e degli educatori. Entrambi sottolineano l'importanza dell'autonomia dell'insegnante e della libertà accademica nella costruzione di un mondo in cui l'istruzione e l'apprendimento sono veramente universali. Mentre tutto il mondo lavora per realizzare la visione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ci rivolgiamo ai nostri partner nei governi, nel settore privato e nel mondo dell'istruzione affinché si impegnino a costruire una forza lavoro altamente qualificata, valorizzata e rafforzata. Ciò costituisce un percorso cruciale per la realizzazione dell'Obiettivo 4, che prevede un mondo in cui ogni ragazza, ragazzo, donna e uomo abbia accesso a un'istruzione di qualità e alle opportunità di apprendimento lungo tutto l'arco della vita. Ciò significa garantire condizioni di lavoro dignitose e stipendi equi per tutti gli insegnanti, anche a livello universitario. Significa fornire agli insegnanti formazione e sviluppo. Significa aumentare il numero di insegnanti di qualità, soprattutto in quei paesi con un elevato numero di insegnanti impreparati.
Significa eliminare restrizioni inutili sulla ricerca e sull'insegnamento e difendere la libertà accademica a tutti i livelli di istruzione. Infine, significa migliorare lo status degli insegnanti in tutto il mondo in un modo che onori e rispecchi l'influenza che essi hanno sulla forza della società. In questa Giornata Mondiale degli Insegnanti unitevi a noi nel a permettere agli insegnanti di insegnare in libertà affinché ogni bambino e ogni adulto siano a loro volta liberi di imparare - a beneficio di un mondo migliore”.
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