“Piccoli eroi a scuola, il gioco motorio per lo sviluppo delle attività di base nella Scuola dell’Infanzia”
di Emilio La Greca Romano | BlogSi riparte anche con i piccoli. Tornati a scuola in presenza sicura si focalizza l’attenzione specialmente sui nostri bambini, il nostro futuro, la nostra speranza. Si attiva, dunque, una programmazione ludico-motoria per la Scuola dell’Infanzia. E’, in sostanza, un Progetto denominato: “Piccoli eroi a scuola, il gioco motorio per lo sviluppo delle attività di base nella Scuola dell’Infanzia”. Il Ministero dell’Istruzione, col supporto dell’USR Calabria, anche quest’anno, promuove il progetto ludico-motorio. La finalità consiste nella costruzione del sé anche in relazione con l’altro, attraverso il movimento e lo sviluppo di abilità percettivo-motorie, cognitive e linguistiche. Si vuole sviluppare il senso dell’identità personale, del gioco e del lavoro costruttivo e creativo con gli altri bambini, della percezione di appartenere a una comunità col favore di una serie di attività motorie adeguate per questa fascia d’età. Bisogna orientarsi in termini di potenziamento delle abilità individuali per affrontare sicuri i prossimi segmenti scolastici. Per rispondere a questa esigenza si rappresenta prezioso il contributo che l’esperienza ludico-motoria propone. La contestualità scolastico-infantile si traduce opportunità d’incontro e favorevole sviluppo di prime autonomie personali. La scuola d’infanzia è spazio fortunato entro il quale è data la possibilità dell’incontro e dello scambio. Mettere in comune oggetti e materiali è una esperienza di crescita formativa importante. La scuola dell’Infanzia è uno spazio di relazioni multiple da vivere ed esplorare, da conoscere e condividere in cui bisogna imparare ad orientarsi e a muoversi con altri.
L’iniziativa si rivela anche di supporto per l‘azione educativa degli insegnanti. In base all’obiettivo da raggiungere per fascia di età, è possibile sintetizzare le finalità delle attività psicomotorie in comunicazione, conoscenza, stimolazione al fare, sollecitazione alla ricerca. Grandi e piccoli ovviamente hanno bisogni relazionali innati. Sin da piccoli è reso manifesto il trasporto alla socializzazione. La psicomotricità è un momento importante del grande processo di collettivizzazione. In tal modo viene favorito il controllo e l’autocontrollo del corpo, l’incontro, il rispetto di regole, competenze, linguaggi, desideri d’espressione, interscambio di esperienze. Il bambino si racconterà con la sua storia e si incontrerà con la storia altrui. Tramite il gioco e le attività motorie gli sarà permesso di sviluppare consapevolezza e padronanza del proprio corpo e delle proprie azioni, fino ad esprimere per mezzo del corpo un proprio linguaggio interiore. Per la fascia d’età 3-4 anni, lo sviluppo psicomotorio e l’acquisizione delle capacità sono straordinari. Il bambino impara a vestirsi da solo, a parlare in maniera sempre più complessa e imita gli adulti e i compagni di gioco.
Dai 5 ai 7 anni poi migliorano le competenze motorie, anche se lo sviluppo corporeo non è del tutto integrato. Migliorano anche la coordinazione e l’equilibrio. I bambini sono alla ricerca di nuove esperienze motorie e sono molto motivati al movimento e al gioco. Il gioco, dunque, riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo. E’ il gioco che stimola la memoria.
E’ il gioco che stimola l’attenzione e consente di ampliare gli schemi percettivi. Dal gioco scaturisce la capacità di confronto e la relazione. Attività ludica carente è spia di gravi problemi cognitivi. Jean Piaget, Lev Semënovič Vygotskij e JeromeBruner sono solo alcuni autori che hanno trattato l’importanza della ludicità nel bambino. Jean Piaget correla lo sviluppo ludico a quello mentale. Il gioco, asserisce, è la "più spontanea abitudine del pensiero infantile". I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie, ritiene M. De Montaigne.
Emilio La Greca Romano






