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Caprioli, un convegno sul Clarinetto organizzato dall'Accademia Nazionale Eleatica

📅 mercoledì 16 marzo 2022 · 📰 Spettacoli-EventiCilento

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CAPRIOLI (Pisciotta) - Proviamo ad immaginare per un attimo di trovarci in una Parigi in fermento, fra rudimentali locomotive e primi dagherrotipi, a cavallo tra l’età dei “lumi” e i primi albori del movimento romantico, in un ligneo caffè letterario dall’ambiente caldo e rumoroso, bohémien, anticonformista, animato da famosi scrittori, pittori e altre personalità che gravitano intorno alle arti.

Senza alcun esercizio di immaginazione, pareva di trovarsi proprio in mezzo a quelle suggestioni lo scorso 26 febbraio, durante il Primo Raduno dei Clarinettisti: iniziativa unica nel suo genere fortemente voluta dall’Accademia Nazionale Eleatica e dal direttore artistico Giuseppe Navarra. Leitmotiv della serata ricordi, aneddoti ed esperienze raccontate attraverso svariati interpreti dello strumento protagonista.
Già da tempo l’Accademia aveva immaginato un “concorso” di persone (per questa prima edizione a numero chiuso per via dell’attuale emergenza Covid-19) che avesse come fulcro il tema di uno strumento, il clarinetto, con l’intento di ricostruirne origini e curiosità. Fra i presenti, i clarinettisti della Symphony Wind Orchestra, alcuni amatori, musicisti e strumentisti di vario genere e provenienza, il parroco, altri curiosi accorsi e professionisti di altri ambiti.
In un’atmosfera particolarmente evocativa, l’evento, ospitato all’interno del suggestivo Agriturismo San Carlo - a pochi passi da uno dei fiori all’occhiello del Cilento (Pisciotta) - si è districato in tre momenti salienti, in un’ambientazione fra preziosi ritrovati dell’originaria macina in pietra e l’allestimento di angoli musicali con clarinetti e strumenti di vario genere. Sullo sfondo di un panorama mozzafiato, a picco sul mare, la serata ha ispirato ai tanti partecipanti accorsi un innato senso di accoglienza, qualcosa che è sembrato avesse a che fare con un tradizionale cerimoniale dall’aria quasi mistica e religiosa, come si confà ad un convivio vero e proprio.


L’evento tripartito ha seguito senza intoppi la scaletta prefissata, che ha visto dapprima un incontro fra i partecipanti in un libero scambio di contenuti, premessa di una serata più che densa di interesse e spunti, per proseguire in un dibattito incentrato sulla ricerca di nuove strategie di coinvolgimento, al fine aumentare l’interesse verso la cultura in generale e la pratica quale avviamento alla professione delle arti, con un interesse particolare per lo strumento cardine dell’evento, il clarinetto; per lo più un pretesto: le tracce della passione e della storia di quest’ultimo in territorio cilentano disegnano infatti una perfetta iperbole dello stato dell’arte.
Sempre nel rispetto delle vigenti normative anti Covid-19, un conviviale buffet ha riunito i partecipanti, seppure a distanza, in un brindisi finale di buon augurio, affinché iniziative di questo tipo possano ripetersi e rinnovarsi nel tempo. A coronare il tutto un piccolo cadeau per tutti gli accorsi: una maglietta ideata dal team grafico dell’Accademia con su scritto “I LOVE CLARINET!”.

Ad aprire il salotto musicale, una breve introduzione del direttore artistico, il M° Giuseppe Navarra, affermato clarinettista e instancabile didatta, ideatore e coordinatore dell’incontro. Nel ringraziare gli appassionati del passato che hanno inconsapevolmente ispirato lo spirito che si respira oggi in accademia, il M° Navarra ha toccato molteplici problematiche dei giorni d’oggi nel campo dell’educazione e della formazione, allargando il discorso fino a portarlo fuori dai confini propriamente musicali, oltre il teatro, la danza, verso lo sport e l’associazionismo in genere.

“Perché il clarinetto? - spiega Navarra - Il clarinetto, quarant’anni fa era lo strumento principe della banda nei nostri centri. Da Pisciotta a Camerota erano presenti a dozzine le persone che si dedicavano al clarinetto, professionisti o semplici amatori. Questo strumento era metro di misura dello stato di salute di una banda; ne servivano molti e quei molti si trovavano con facilità. Col passare degli anni, seguendo le tracce di questa cultura di banda, sono state istituite scuole medie ad indirizzo musicale poi licei, ma i risultati attesi non sono mai arrivati. Qualcosa, in verità, sta cambiando nella Scuola delle Arti Musicali e dello Spettacolo annessa all’Accademia, che superando i cinquanta allievi potrebbe determinare una crescita esponenziale nella scelta degli strumenti a fiato. Sappiamo che i numeri grandi generano maggiori probabilità di istruire futuri clarinettisti; tuttavia, per ovvie ragioni, assecondiamo la scelta propria dei ragazzi verso uno strumento senza forzarli a seguire un percorso di studi diverso da quello che hanno deciso di intraprendere”.

In un continuo dibattito positivo e propositivo, sono emerse tutte le criticità che hanno portato a ciò che stiamo vivendo oggi. Mauro Greco, un tempo clarinettista amatoriale, suonatore del piccolo in Mib nella banda di Caprioli, forte di un lungo legame con la musica e attivo collaboratore di tutti gli eventi nella comunità, ha sottolineato quanto il desiderio di vedersi alle prove, di fare squadra, gruppo, fosse fortemente prepotente prima dell’era del boom digitale. Gli interventi che si sono succeduti, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non hanno demonizzato i social network che, tuttavia, restano un valido supporto ai fini della crescita e la scoperta delle nuove realtà e iniziative musicali e artistiche. Il confronto ha messo in luce quel senso di torpore scaturito dalle attività social, a scapito del confronto a tu per tu, e il cambiamento del ruolo della famiglia e della scuola, dei “nuovi” modelli educativi e della mancanza di un’educazione meno accondiscendente, un tempo funzionale alla crescita del singolo individuo.

E il clarinetto? Beh, il clarinetto non ha perso il suo fascino ed è lì, in attesa di essere riscoperto. I presenti, tra cui il Parroco Don Franco Giordano, l’Avvocato Filippo Puglia e il Dottor Vittorio Marsicano, hanno messo sul tavolo alcune idee che, seppur non risolutive, tendono verso questa direzione.
L’Eleatica non ha perso l’occasione di cogliere i molteplici spunti emersi, in una minuziosa ricerca di intenti e progetti più ampi. Riferisce il segretario artistico Nicola Saturno, prossimo alla laurea in clarinetto, quell’allarmante mancanza di ambizione (nel senso positivo del termine) che vede nel futuro un’opportunità, un sogno da coltivare; quell’ambizione che porta a credere che l’arte, oggi, si possa ancora fare esprimendosi a grandi livelli, come già accaduto con la neonata Symphony Wind Orchestra.

clarinetto


“Dopo questo periodo di chiusura, io stesso riprenderò le attività concertistiche col clarinetto, con un programma dedicato alla figura di Henghel Gualdi, promotore della conoscenza dello strumento in tutte le sue declinazioni. Mostrerò un clarinetto sconosciuto ai più, accompagnando il pubblico in un viaggio che toccherà più generi ad ampio spettro, dalla musica klezmer passando per la musica classica fino ad arrivare a quella contemporanea. Mi auguro che ciò possa contribuire a riavvicinare il pubblico, specialmente i giovani, alla riscoperta di questo strumento meraviglioso. E lo farò chiedendo di spegnere i dispositivi in sala per tutta la durata del concerto, come d’uso prima che l’era di internet mobile ci investisse” - Promette ancora il M° Navarra.
Tirando le somme di una serata assolutamente riuscita, il vicepresidente Antonio D’Alessandro si lascia sfuggire quanto il raduno sia stato un punto cruciale decisamente sopra le aspettative prefissate. Conclusioni che non lasciano il posto al pessimismo dei vecchi tempi andati, ma anzi, tese al riportarli in auge.

Ma è la stoccata finale del M° Navarra a mettere un punto ai molteplici spunti emersi: “Sono le persone a fare la differenza, non i tempi. Siamo troppo spesso presi dai luoghi e dai compagni di viaggio del passato, dimenticando che i veri artefici di quelle emozioni sono stati quegli adulti che, con umiltà e silenzio, creavano per noi atmosfere che sapevano di magico. Dobbiamo assolutamente continuare su quella strada, cercando di creare opportunità per i giovanissimi e per tutti coloro che vorranno seguirci sulla scia dell’entusiasmo generato da questi incontri”.

La speranza è che la lungimiranza di intenti e di progetti dell’Accademia e dei tanti collaboratori possa essere sempre una ventata d’aria fresca per i tanti giovani appena addentri all’ambito musicale, un faro nell’oscurità. Di certo, la proficua attività dell’Accademia Nazionale Eleatica, ristretta in soli due anni ma di ben conclamata eccellenza, già lascia a bocca aperta. Virgilio Carlini

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