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Salerno: Crisi Despar, 250 dipendenti in mobilità

📅 martedì 20 aprile 2010 · 📰 AttualitàSalerno

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SALERNO — Serrande abbassate per ventidue punti vendita Despar Campania, nessun futuro occupazionale per duecentocinquanta lavoratori. Si è conclusa ancora con un nulla di fatto l’ormai estenuante trattativa tra l’imprenditore metelliano Antonio Della Monica, patron del marchio in regione Campania, ed il possibile suo successore, Antonino Gatto, titolare della Despar Calabria, per la cessione del ramo commerciale dell’azienda che occupa attualmente oltre mille e duecento lavoratori nel suo complesso. Ieri, lunedì pomeriggio si è conclusa la seconda riunione fiume, tenutasi presso gli spazi di Confindustria Salerno, alla presenza, oltre che di Della Monica e dei suoi contabili, del consulente di Despar Calabria, Luca Cappelli, dei sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil e di una folta rappresentanza di lavoratori. Nel corso della riunione di ieri, come confermato anche dalla Cisl, è stata prevista la chiusura di ventidue punti vendita in totale ed il licenziamento per duecentocinquanta lavoratori.

GDS E CAVAMARKET - «Per la società satellite Gds — è precisato nel documento della Cisl — chiuderà solo il punto vendita di Benevento, con i quarantuno lavoratori in esubero che usufruiranno degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge. Nella stessa situazione potrebbero finire altri sessanta dipendenti, impiegati attualmente nei nove supermercati rimasti aperti dalla società legata al gruppo di Della Monica. Più complessa la vicenda per Cavamarket, dove dei trentacinque punti vendita attuali ne chiuderanno dodici, con centotrentuno lavoratori che finiranno in mobilità». Gatto, nel frattempo, sarebbe interessato a mantenere attivi soltanto i punti vendita Despar che negli ultimi anni hanno garantito un riscontro economico positivo. Insomma si è al cospetto di una trattativa lunga e delicata, come conferma il responsabile Cisl Antonio De Michelo: «Rispetto ai primi incontri ci sono timidi segnali positivi, ma aspettiamo ancora per pronunciarci positivamente sulla vicenda che resta intricata».

TRATTATIVE FERME - Per i restanti seicento lavoratori, invece, scatterebbe la riassunzione con la nuova proprietà ma al momento la trattativa a riguardo è ferma davanti alle richieste di Gatto. «Di sicuro — ha sottolineato il segretario provinciale della Cgil Franco Tavella — noi come Cgil non firmeremo alcun accordo con la nuova proprietà se resteranno in piedi delle richieste assurde come la rinuncia alla quattordicesima mensilità, il congelamento degli scatti di anzianità e quant’altro. Siamo invece pronti ad accettare un discorso di flessibilità del lavoro visto che la situazione è decisamente drammatica».

Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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