La stazione di Capaccio Scalo resta aperta e fruibile: il Tar di Salerno respinge il ricorso della Rete Ferroviaria

Il Sindaco, Pasquale Marino, soddisfatto per i cittadini e gli utenti capaccesi

La seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania - Salerno, nella persona del presidente Luigi Antonio Esposito, con ordinanza n. 987/2007 ha respinto, in fase cautelare non ravvisando gli estremi del danno grave ed irreparabile per la parte ricorrente, il ricorso proposto contro il Comune di Capaccio Paestum dalla Rete Ferroviaria Italiana S.p.a (R.G. n. 1512/2007) avente ad oggetto il divieto di chiusura dei servizi ferroviari e ricovero stazionamento passeggeri della stazione di Capaccio Scalo, che resterà dunque regolarmente aperta e fruibile a cittadini ed utenti capaccesi e del locale comprensorio.
In merito, grande la soddisfazione espressa dal primo cittadino di Capaccio Paestum, Pasquale Marino: “Si tratta di una bellissima notizia per i nostri cittadini, soprattutto per quelli che, ogni giorno, usufruiscono della stazione di Capaccio Scalo per le proprie disparate esigenze. Il mio pensiero è rivolto, in particolare, alle decine e decine di impiegati, professionisti e studenti che ricorrono al treno per raggiungere più agevolmente il posto di lavoro, l’ufficio e le scuole. Ci siamo battuti fortemente per difendere quello che reputo un diritto sacrosanto per tutti i residenti del nostro comune, ovvero quello di poter usufruire di una stazione sicura e all’altezza della situazione. Aver ottenuto l’annullamento dell’ordinanza n. 140/07 della Rete Ferroviaria Italiana Spa è da ritenersi anche un successo politico, perchè testimonia come l’Amministrazione comunale che ho l’onore di rappresentare, sia sempre attenta e sensibile a quelle che sono le esigenze della gente, soprattutto quelle quotidiane come questa, dimostrandosi efficace e di parole nella risoluzione delle stesse”.
Nella controversia, l’ente comunale è stato rappresentato dallo studio legale dell’avvocato Lorenzo Lentini di Salerno.