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Cilento: a Piaggine una frana gli ha portato via la casa

📅 mercoledì 5 maggio 2010 · 📰 CronacaCilento

frana piaggine casa
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SALERNO - Passa una mano sul tavolo in legno massiccio, quasi ad accarezzarlo e forse pensa: «Chissà quando mi siederò qui un’altra volta». Carmelo Di Perna è un uomo di circa quaranta anni che in pochi giorni si è dovuto arrendere davanti a una frana che come un mostro della terra gli ha portato via la casa. Gliel’ha sollevata, spaccata, spostata. Un mese fa ha smontato i mobili della cucina, ha chiuso le finestre, ha girato la chiave nella toppa della porta e se ne è andato. Lì non può più abitarci. In tasca ha un’ordinanza del sindaco di Piaggine, Angelo Ciniello che il 16 marzo scorso dopo un sopralluogo dell’ufficio tecnico da cui emerge «la presenza di elementi concreti e probanti circa il progressivo distacco di strutture portanti dell’edificio» e gli ordina «l’immediato abbandono e sgombero del fabbricato». Di Perna è un uomo di poche parole «Questa casa— racconta— l’ho iniziata a costruire nel 1994. Qui ho speso tutti i miei soldi». Giorni, mesi, anni passati a prendersi cura di una creatura sua; gli infissi in legno, le pietre nel giardino, le rifiniture del camino. Va ad abitarci nel 2002. Era la sintesi del suo lavoro e dei suoi sacrifici. «Sono tornato a casa di mia madre— dice mentre ricopre il tavolo— qui non so se e quando potrò tornarci».

E chi può saperlo, chi può dare una risposta a quella casa obliqua, appoggiata su una frana che cammina? Chi guarderà negli occhi quest’uomo e gli ridarà la certezza di un tetto? Già un anno fa Di Perna, operaio della Comunità Montana Calore Salernitano, aveva notato delle fessure lungo il muro in pietra in giardino. A luglio aveva fatto fare una perizia geologica che aveva confermato che c’erano dei movimenti in atto. Quest’anno dopo le piogge invernali la situazione è precipitata. La casa, in località Confuoci, diventa inagibile. Oggi nel salire le scale che conducono al portone d’ingresso è facile perdere l’equilibrio. Le ante del balcone una volta aperte non reggono, si chiudono come trascinate da una misteriosa forza dal basso. Di inspiegabile però non c’è nulla. Questa casa è semplicemente parte integrante di quello che i geologi chiamano scorrimento rotazionale.

Il costone si muove e con esso tutta l’abitazione. Ma questa è un’area a rischio? Di Perna con una semplicità disarmante risponde: «Nessuno mi ha mai impedito di costruire. Ho tutti i pareri». E ora attende che qualcuno gli spieghi se c’è una soluzione al problema, quanto tempo passerà prima di poter far rigirare la chiave nella toppa. E come chi non vuole staccarsi da una cosa cara dice: «Non posso lasciarla così». E richiude in silenzio il cancello. La sua drammatica storia è solo un pezzo del mosaico franoso di località Confuoci. Non è solo un bene privato ad essere stato colpito dal palese e diffuso dissesto idrogeologico. A essere stato percosso è un tratto della strada provinciale 11, dal km 64.300 al km 65.400. Frana che altro non è se non uno sfacelo di asfalto sprofondato nel terreno. Da oltre un mese questa strada che porta a Sacco è interrotta. Per le indicazioni stradali, qualcuno ha improvvisato cartelli bianchi con scritte a pennarello nero. È il 23 febbraio scorso quando il sindaco Ciniello scrive al settore Viabilità della Provincia di Salerno.

E più o meno gli dice che le frane degli anni precedenti per le quali «non è stato posto in essere alcun intervento» sono peggiorate «in maniera che desta preoccupazione per gli avvallamenti e i crolli avvenuti in ben sei punti diversi». Passa quasi un mese. Arriva la seconda comunicazione datata 15 marzo. Funerea. «La situazione si è aggravata con cedimenti di notevole importanza ed ampiezza». In pratica, i mezzi non riescono più a passare. E allora che si fa? La provinciale viene chiusa e il transito viene spostato su un tratto comunale che però «non presenta sufficienti requisiti di sicurezza soprattutto per il transito dei mezzi pesanti». E non è finita. Se sulla strada provinciale si sprofonda su quella comunale ci sono pendenze dovute all’asfalto deteriorato e c’è pure il pericolo di caduta massi. Della serie: di che morte vuoi morire.

E così il Comune di Piaggine chiede alla Provincia di Salerno, lettera indirizzata all’assessore ai lavori pubblici Marcello Feola, la bitumazione di quel tratto alternativo, l’installazione di un semaforo, la rimozione dei massi più pericolosi. Perché non lo fa il Comune se quel tratto è comunale? Perché non ha soldi. È il 16 marzo. Il sindaco scrive alla Prefettura di Salerno, al Genio Civile, alla Difesa Suolo della Regione Campania. La musica è la stessa. Chiede la messa in sicurezza del percorso alternativo comunale. Accontentato. Lunedì sono stati avviati i lavori di somma urgenza da parte della Provincia di Salerno. Il sindaco ora aspetta la relazione scaturita dal sopralluogo dei tecnici della protezione civile di Palazzo Sant’Agostino e del Genio Civile. Poi bisognerà capire come e quando intervenire per affrontare la frana che avanza, sistemare la provinciale 11 e ridare a Carmelo Di Perna la speranza di tornare a casa.

Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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