STRESS SUL LAVORO: IL 48% DEI CAMPANI NE RISENTE ALMENO UNA VOLTA OGNI DUE GIORNI
IL 66% PENSA CHE STRESS E DISAGIO MENTALE DIMINUISCANO LA PROPRIA PRODUTTIVITÀ
Il mese di settembre, si sa, è uno dei più difficili per i lavoratori: ferie finite e nel futuro la prospettiva di un intero anno di lavoro, urgenze e scadenze. Lo stress e la cattiva salute mentale rimangono problemi persistenti sul posto di lavoro, È un argomento di cui si parla molto, ma il dibattito rimane acceso su quanto si stia effettivamente facendo per favorire il benessere mentale in azienda. Tra poco sarà la giornata mondiale della salute mentale (10 ottobre), un’occasione per riflettere su quanto in ambito lavorativo si stiano o meno facendo dei progressi in questo senso.
Il 17% pensa che invece sia attivo soprattutto tramite il dialogo, favorendo una comunicazione continua e costante, il 13% dichiara come il proprio datore di lavoro favorisca dei giorni di ferie per il benessere personale (per esempio in molte multinazionali il giorno del compleanno corrisponde a un giorno di ferie regalato), mentre l’11% dichiara come nella propria azienda sia in vigore il diritto di disconnessione da mail e messaggi fuori dall’orario di lavoro, e secondo il 10% vi sono vere e proprie pause stabilite per la gestione dello stress (esempio stanza zen, meditazione, palestra,…).
Alla domanda “hai mai la sensazione che il tuo lavoro sia influenzato negativamente dallo stress?” il 66% ha risposto “si”. Di questi, il 35% lamenta di non essere in grado di svolgere il lavoro al meglio delle proprie capacità mentre il 32% lamenta di avere continuamente necessità di staccare con piccole pause.
Il 53% dichiara poi come i colleghi siano un forte sostegno.
Per quanto concerne lo stress, il 16,5% degli intervistati afferma di sentirsi stressato giornalmente, l’11,5% almeno 4-6 volte a settimana, il 20% almeno 2-3 volte a settimana, una volta al mese il 7%.
Tra le cause di stress non solo il carico di lavoro ma anche l’insoddisfazione. Il 19,4% dei campani afferma infatti di non sentirsi soddisfatto della propria posizione, quasi uno su cinque. Le cause principali sono tre: il 33% lamenta il fatto di avere avuto un aumento delle responsabilità che non è combaciato con un aumento di stipendio, il 37% non ha avuto l’avanzamento di carriera che aspettava, sempre per il 37% è mancato supporto da parte della dirigenza.
Secondo Marcela Uribe, General Manager ADP Southern Europe:
Ricordiamo che sono indennizzabili tutte le malattie di natura fisica o psichica la cui origine sia riconducibile al rischio del lavoro, incluse depressione e ansia del lavoratore (Cassazione Civile, Sez. Lav., 11 ottobre 2022, n. 29611). Si riconosce così il ruolo dell’azienda nell’insorgenza di disturbi come ansia e depressione. Ne consegue che ogni forma di tecnopatia che possa ritenersi conseguenza di attività lavorativa risulta assicurata dall’Inail, anche se non è compresa tra le malattie tabellate o tra i rischi tabellati, dovendo, in tale caso, il lavoratore dimostrare soltanto il nesso di causa tra la lavorazione patogena e la malattia diagnosticata.
“Depressione, ansia e malessere mentale sono quindi oramai considerate malattie che possono essere causate anche da un cattivo ambiente lavorativo, o da un eccessivo carico. È fondamentale che il benessere mentale dei lavoratori diventi una priorità per tutti i datori di lavoro, pena una perdita di produttività, ma anche reputazionale, che potrebbe essere davvero dannosa” conclude Uribe.







