SALERNO — Controlli in mare e a terra contro l’evasione fiscale. Gli uomini del comando provinciale della guardia di finanza di Salerno, guidata dal comandante Angelo Matassa, stanno passando al setaccio tutte le barche di lusso ancorate nel porto salernitano. Dalla scorsa settimana, i proprietari di yacht sono obbligati a compilare un questionario fornito dalle fiamme gialle, in cui bisogna dichiarare la proprietà del mezzo di lusso posseduto, il costo, da chi e quando è stato acquistato e, soprattutto, a che prezzo. Una volta compilato, il questionario sarà inviato alla banca dati centrale per comparare il prezzo del bene al reddito dichiarato dal proprietario. E, da qui, poi, scatteranno ulteriori controlli volti ad accertare se via sia corrispondenza tra il reddito dichiarato al fisco e il tenore di vita tenuto. Non solo: saranno controllati anche i flussi di denaro per verificare se ci sia stata evasione fiscale.
L’operazione di verifica, cominciata la settimana scorsa, è rivolta anche ai proprietari di auto di grossa cilindrata. Sono già un centinaio i proprietari, o presunti tali, di barche di lusso e di auto di grossa cilindrata che hanno dovuto sottoporsi agli accertamenti avviati per stroncare il fenomeno dell’evasione fiscale. Che non risparmia neanche Salerno, come hanno dimostrato, lo scorso anno, i risultato dell’operazione «Clippers» condotta dal nucleo tributario della finanza. Delle 759 barche di lusso con lunghezza superiore ai dieci metri, del valore di 300mila euro, la maggior parte sono risultate intestate a pensionati ottantenni e a fantomatiche società finanziarie.
Le persone trovate al bordo delle imbarcazioni dichiararono di averle ricevute in prestito per trascorrere una giornata di mare o di averle prese in leasing o a noleggio da una società del settore. Nella rete dei controlli fiscali finirono i diciotto i porti turistici salernitani, da Positano a Sapri. L’epilogo fu l’apertura di 316 dossier per altrettante situazioni da approfondire. Delle mille persone identificate, un terzo risultò essere di Salerno e provincia, mentre una buona parte risiedente tra Napoli e Caserta. I controlli incrociati con l’Agenzia delle Entrate di Salerno fecero emergere già alcune incongruenze fiscali. E non solo. Oltre a ottantenni prestanome e nullatenenti, alcuni dei soggetti controllati dai finanzieri risultarono collegati a clan camorristici napoletani.
Prima dell’operazione «Clippers», la guardia di finanza di Salerno chiuse il 2008 con un’attività di controllo capillare tra i cosiddetti «finti poveri». Coloro cioè che dichiaravano un reddito quasi al di sotto dei livelli di povertà, non facendosi però mancare barche di lusso e auto di grossa cilindrata. Il blitz denominato «Arianna» individuò 33 persone, di cui la metà presentano delle situazioni fiscali irregolari per svariati milioni di euro. L’operazione «Suv», invece, indirizzata ai proprietari di auto di grossa cilindrata, fece emergere le modalità con cui imprenditori e professionisti acquistassero, con leasing taroccati, fuoristrada extralusso, dichiarando nel contempo redditi da fame.