L'ASSOCIAZIONE ARPERC ARTE PER COMUNICARE DI CASTELLABATE HA DEDICATO UN MURALE AL MUSEO MARCONI
di Marisa Russo | BlogSu RAI 1 lunedi 2O e martedì 21 maggio andrà in onda uno sceneggiato dedicato a Marconi. A lui dobbiamo la prima pagina rivoluzionaria della storia del giornalismo. Nel 1898 a Lui dobbiamo infatti la prima cronaca sportiva in diretta della storia della Kingstown regata! Realizzato un Murale, con la mia Ideazione e Direzione Artistica, a Saludecio (Rimini) al Festival dell'800 da Rosa Stassi con interventi del cilentano Antonio Suriano, abbiamo voluto evidenziare l’habitat dove il giovane Guglielmo Marconi inventò la radio, nel 1895, la VILLA GRIFFONE oggi MUSEO MARCONI.
Un ameno, verde habitat visitabile con tante testimonianze di quel tempo e di quelle ricerche. E’ un invito a visitarlo, anche un richiamo in genere all’importanza dei Musei attuali testimonianze di un passato!
Nel 1995, in occasione del centenario dell’invenzione della radio, si diede il via alla realizzazione di tale Museo Marconi. Grazie ad appositi finanziamenti statali, la Fondazione Marconi acquisisce i due fondi che costituiscono il nucleo fondante del Museo Marconi e del Centro storico documentale di Villa Griffone: la collezione Bigazzi, straordinario insieme di repliche funzionanti degli apparati che hanno fatto la storia della radiotelegrafia, e il fondo Soresini, vasta collezione di monografie, fotografie, documenti e autografi sulla storia delle radiocomunicazioni. Finalmente a Villa Griffone c’è materiale per allestire un vero e proprio museo e si dà l’avvio ad un programma di ristrutturazione e sistemazione degli spazi interni per fare posto alla nascente esposizione.
Si decide di recuperare a spazio espositivo una parte dell’ultimo piano di Villa Griffone, proprio quei locali, "la stanza dei bachi" dove il giovane Marconi aveva allestito il suo primo laboratorio.
Anche la radio è una invenzione molto discussa. C’è chi dice che Marconi non fece altro che assemblare varie invenzioni di altri. Tuttavia anche in questo caso l’efficacia dell’assemblamento ed il voler raggiungere il prefisso obiettivo di trasmettere onde radio a distanza è una invenzione. Marconi, anche se non la chiama così, ha anche messo a punto un dispositivo fondamentale per la ricezione dei segnali radio: l’antenna. Quest’ultima trovata, assieme al perfezionamento del coesore, aprono alla trasmissione radio la possibilità di aumentare notevolmente le distanze tra trasmettitore e ricevitore. È testando questa conformazione del proprio apparato che Marconi può passare progressivamente a coprire distanze sempre più grandi, fino a quando non deve avvalersi della collaborazione del fratello Alfonso o del maggiordomo che sparano un colpo di fucile a salve quando ricevono il segnale a qualche kilometro di distanza, oltre la collina dei Celestini, nei pressi di Pontecchio.
Fu il primo italiano ad ottenere il premio Nobel per la fisica.
Guglielmo Marconi nasce a Bologna il 25 aprile del 1874 dal padre Giovanni Giuseppe Marconi, un gentiluomo bolognese che ha diverse proprietà nella zona di Pontecchio, sui primi colli appenninici alle spalle della città e la seconda sposa, l’irlandese Annie Jameson, nipote del fondatore della distilleria di whiskey che ancora oggi porta il suo nome.
Si dice che Guglielmo, ancora ragazzo, mentre era in vacanza, nel 1894 abbia letto degli esperimenti che Hertz aveva fatto negli anni ‘80 e del lavoro di Nikola Tesla nel libro di questi appena pubblicato e, da questi studi, cominciò a capire che onde radio potevano essere usate per comunicazioni senza fili.
All'inizio usò una trasmittente per suonare un campanello in un ricevitore nel suo laboratorio in soffitta. Sostituì il dipolo verticale di Hertz con un filo verticale collegato a una lastra di metallo, con il terminale opposto connesso a terra. Dalla parte del ricevitore, Marconi sostituì lo spinterometro con un coesore di polvere di metallo, un rivelatore sviluppato da Édouard Branly e altri sperimentatori.
Nel 1898 la più importante gara nautica d’Irlanda, la Kingstown regata, si è svolta tra il 20 e il 22 luglio, con gli equipaggi avversari che si sono dati battaglia a partire dal porto di Dún Laoghaire (nota anche come Kingstown) nella baia di Dublino. In queste occasioni grande è l’attesa per il rientro a terra dei giornalisti, soprattutto fino a quando le imbarcazioni non sono visibili con chiarezza dai moli: tutti vogliono sapere quale barca è in vantaggio e quali sono state le giuste manovre dagli equipaggi. Ma questa gara di fine Ottocento non è stata una gara come le altre: continui aggiornamenti arrivano da un rimorchiatore dove Guglielmo Marconi ha montato un telegrafo senza fili che trasmette costantemente verso la terraferma, comunicando con le redazioni del Daily Express e dell’Evening Mail, due quotidiani di Dublino.
Nell’arco dei tre giorni di gara, lo stesso Marconi fa giungere a terra oltre 700 messaggi in codice morse da una distanza compresa tra i 16 e i 40 chilometri dalla costa:0 ed ha un’eco mediatica enorme perché mostra a un pubblico molto vasto le potenzialità del sistema di trasmissione di onde radio che l’inventore e fisico italiano sta mettendo a punto in quegli anni. Marconi ha appena ventiquattro anni, ma idee piuttosto chiare sugli obiettivi che vuole raggiungere e sa benissimo che l’appoggio della stampa potrebbe rivelarsi fondamentale. Ha ragione, poiché l’impresa irlandese gli fa guadagnare una convocazione della corona britannica. Da lì il passo è breve per un contratto tra la giovane azienda dell’italiano e il Lloyd’s: il sistema telegrafico senza fili viene montato su tutte le navi della compagnia e su ogni faro.

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