INCHIESTA EOLICO - La nuova associazione segreta. Sica nelle telefonate scottanti
• C’è anche il nome dell’assessore regionale Ernesto Sica nelle sessanta pagine di ordinanza emessa dalla Procura di Roma nell’ambito di un’inchiesta su appalti e associazioni segrete. Sica, che è anche sindaco di Pontecagnano, figura in alcune intercettazioni telefoniche sulle utenze dei faccendieri finiti in carcere l’altro ieri. Secondo le indagini avrebbe avuto un ruolo in illegittime pressioni volte a favorire la candidatura del sottosegretario Nicola Cosentino alla presidenza della Regione. Secondo alcune indiscrezioni trapelate da Roma, Sica figurerebbe nell’elenco degli indagati, ma dal suo staff smentiscono che all’assessore siano stati notificati avvisi di garanzia o altri provvedimenti di carattere giudiziario.
• L’indagine è partita dal filone degli appalti dell’eolico in Sardegna e l’altro ieri ha condotto in carcere il faccendiere Flavio Carboni, Pasquale Lombardi (ex sindaco Dc di Cervinara) e l’imprenditore napoletano Arcangelo Martino. Sono accusati di associazione per delinquere e violazione della legge Anselmi, che vieta la creazione di associazioni segrete.Secondo la Procura avrebbero organizzato un’associazione per delinquere anche utilizzando «una fitta rete di conoscenze nei settori della magistratura e della politica». Lo scopo era collocare «persone ritenute vicine al gruppo in posizioni di rilievo in enti pubblici e in apparati dello Stato», e «ottenere vantaggi di varia natura (ivi compresi appalti pubblici e provvedimenti giudiziari e amministrativi favorevoli)».
• Nella sfera di interesse del gruppo sarebbero finite anche le elezioni regionali in Campania. Secondo i magistrati la "cricca" si sarebbe impegnata per la candidatura di Cosentino. Dopo l’adozione dell’ordinanza cautelare nei confronti del sottosegretario, avrebbero cercato di recuperare la sua candidatura favorendo un rapido accoglimento del ricorso proposto contro la misura, grazie al rapporto esistente tra Lombardi e il presidente della Corte di Cassazione. Di più. Dopo il rigetto del ricorso, e dopo che i vertici del Pdl avevano individuato come candidato
Stefano Caldoro (poi eletto), il gruppo avrebbe iniziato una intensa attivitá diretta a screditare il nuovo candidato e quindi a escluderlo dalla competizione elettorale, «tentando di diffondere all’interno del partito e a mezzo internet notizie diffamatorie sul suo conto». Di questa operazione avrebbe fatto parte anche Ernesto Sica, poi entrato nella giunta Caldoro in seguito a un’indicazione arrivata da Roma e al suo rapporto personale con Denis Verdini, uno dei tre coordinatori nazionali del Pdl, finito anch’egli nell’inchiesta sull’appalto per l’eolico con l’a ccusa di riciclaggio e corruzione.







