"Segni Epocali": Fernando Mangone racconta Paestum tra mito e modernità
Paestum, 26 ottobre 2024 – Immersi nel fascino millenario del Parco Archeologico di Paestum, con il Tempio di Nettuno a fare da sfondo, si è inaugurata "Segni Epocali: Fernando Mangone racconta Paestum". La mostra, visitabile fino al 12 gennaio 2025, porta i visitatori in un viaggio tra mito e contemporaneità, rivisitando i simboli classici di Poseidonia attraverso l'arte di Mangone. L’evento, nato dalla collaborazione tra i Parchi Archeologici di Paestum e Velia e la Fondazione Arte Mangone, si sviluppa in un percorso diffuso tra il museo e l’area archeologica, offrendo un’esperienza immersiva e senza tempo.
Ad accogliere i visitatori, la maestosa opera site-specific di Mangone: un Polittico di 40 metri, composto da 20 tele, in cui l’artista rende omaggio ai simboli più iconici di Paestum, come il Tempio di Nettuno e il Tuffatore. Mangone, in una performance di live painting all’apertura della mostra, ha svelato l’intensità di questa opera che, grazie a una pennellata energica e dinamica, si trasforma con la luce del giorno e della notte, offrendo uno sguardo sempre diverso. In via eccezionale, alcune tele sono state allestite all’interno del Tempio di Nettuno, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza unica tra le antiche colonne.
Un viaggio artistico e storico
«Questa mostra rappresenta un viaggio tra epoche diverse, dal paesaggio greco-lucano di Poseidonia fino alla contemporaneità», ha dichiarato Tiziana D’Angelo, Direttore dei Parchi Archeologici, sottolineando come l’arte di Mangone riporti Paestum a una "dimensione altra" che fonde il presente con l'antico. «Mangone non utilizza Paestum come semplice scenografia, ma come interlocutore vivo, rendendolo protagonista di un dialogo autentico tra passato e presente». La mostra, curata da Luciano Carini, crea un ponte tra la tradizione classica e la modernità, offrendo una visione nuova e profonda della città antica, che appare così immersa in una "continuità costruttiva" attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea.
L’omaggio di Mangone al patrimonio di Paestum
Da oltre trent’anni, Mangone si dedica a interpretare il patrimonio storico di Paestum con una pittura capace di evocare il valore eterno del mito classico. Grazie alla sua profonda conoscenza dell’arte e della storia, che abbraccia la Grecia e Roma antica fino al Rinascimento, l’artista propone una rilettura che mantiene viva la grande eredità della Magna Grecia e dell’Impero Romano, rendendola parte del nostro presente.
Il curatore Carini ha commentato: «Con Segni Epocali, Mangone riesce a fondere l’antico con il moderno senza mai spezzare il legame storico, creando una continuità visiva che dà nuova vita al passato e fa dialogare la nostra epoca con quella delle antiche civiltà».
Partecipazioni e progetti
All'inaugurazione erano presenti, oltre a D'Angelo e Carini, anche Teresa Marino, Funzionario archeologo dei Parchi, e Carlo Motta, Responsabile Libri Editoriale Giorgio Mondadori, che ha curato la pubblicazione del catalogo della mostra, un prezioso volume da collezione per approfondire l’opera di Mangone. La mostra si conferma un appuntamento imperdibile per riscoprire, attraverso uno sguardo artistico contemporaneo, uno dei siti archeologici più suggestivi al mondo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO e visitato ogni anno da quasi cinquecentomila persone.







