Vallo Della Lucania Teatro La Provvidenza “Na Santarella”
di Marisa Russo | BlogMaria Rosaria Verrone: Bentornato al Teatro La Provvidenza di Vallo della Lucania. Siamo sempre felici di rivederla. La Commedia della scorsa stagione teatrale IL MEDICO DEI PAZZI è stato un successo, ho letto che il successo si ripete anche per NA SANTARELLA. Tutto ciò è ottenuto grazie alla tradizione artistica partenopea, al grande Eduardo Scarpetta oppure grazie alla bravura degli attori e alla regia di Claudio La Palma?
Massimo De Matteo: Sicuramente per la potenza dei testi. Pur essendo un adattamento di una pochade francese, pertanto una storia che viene da lontano, c’è però la grande capacità dell’autore di adattare. Questa letteratura, non solo di Scarpetta ma di tutti gli “autori nobili “ della cosiddetta tradizione e del teatro della lingua napoletana, e non lo dico per vanagloria, lo dico per una sostanza vera, ha la potenza dei grandi testi. Questi testi hanno anche la capacità di essere l’uno diverso dall’altro, per esempio nel Medico dei pazzi Felice Sciosciammocca, il personaggio principale che viene dal paese è un uomo anziano, è un ingenuo. In quest’altra commedia Felice Sciosciammocca veste i panni di un altro tipo di uomo, è un brillante, anzi furbamente si finge un organista di testi divini ma in realtà scrive musiche per l’Operetta. E’ un bravo musicista, non è il “Paperino della situazione”, non è un goffo. Forse la forza di questi testi deriva da come avviene l’approccio, ci troviamo di fronte a testi che sono vera letteratura, sono commedia vera… dei classici. Se sono letti e interpretati con rispetto, secondo me, restituiscono tutta la loro potenza e capacità si spettacolarità.
Maria Rosaria Verrone: Nella “Santarella” protagonista è una donna che è “angelo e diavolo”, timida, timorata di Dio ma anche ribelle. Troviamo un insieme di contraddizioni. Quante di queste caratteristiche possiamo trovare anche nella vita reale? Oppure c’è da considerare il comportamento di Santarella come una forma e un tentativo di un certo femminismo per ribellarsi alle oppressioni e costrizioni del suo tempo?
Massimo De Matteo: Troviamo una sana furberia, senza dubbio c’è una disobbedienza ma siamo sempre nei limiti della “marachella”. Questa donna rivendica le sue reali passioni, il suo vero talento, lo rivendica e lo ritrova scappando con il maestro che le dà questa grande opportunità. E’ come un ragazzo che fa “filone” a scuola e, forse, ci fa capire come i ragazzi di oggi, super controllati con il registro elettronico, non possono assentarsi, non possono fare nemmeno un semplice e innocente filone. Se la Santarella fosse nata oggi sarebbe immediatamente bloccata sul treno e lei non troverebbe la sua grande passione, non incontrerebbe il successo, non determinerebbe un finale così bello grazie all’amore che trionfa. In questa fuga, in questa sana e brillante disobbedienza, secondo me, si trova l’umanità. Tutta la disobbedienza, quella lecita, è, secondo me, la grande bellezza ed è anche una piccola lezione di vita.
Maria Rosaria Verrone: Notiamo che pure di fronte alle drammatiche fratture psicologiche, alle contraddizioni, ai vizi, alle ipocrisie non troviamo nello spettacolo alcun dramma. Questo è dovuto al potere della comicità che riesce a sdrammatizzare tutto?
Massimo De Matteo: Sì, non c’è mai il dramma, è comunque un affresco della società, siamo in un convento, racconta in un certo modo il convento, la religione, la chiesa. Ci fa capire che anche lì si annidano piccoli vizi, per esempio la madre superiora fuma, il guardiano tuttofare gioca a lotto, le suore che si fanno abbindolare da questa tentazione e cadono pure loro nel vizio del lotto ma, ripeto, tutto è profondamente umano, lecito. La capacità della commedia non è solo di farci divertire ma di ricordare che ci sono delle possibilità per l’umanità, che potrebbero essere anche disobbedienze ma capaci di mostrare la bellezza della vita.
Maria Rosaria Verrone: lo spettatore, quando uscirà dal teatro, dopo aver goduto di questa commedia, cosa porterà dentro di sé?
Massimo De Matteo: Io, spero, il tempo abbastanza corposo della commedia in quanto la commedia ha una sua durata consistente. Lo spettatore, innanzitutto, porti con sé l’immagine di questo, c’è infatti sudore, c’è tanta fatica. Spero che si porti a casa la bravura di tutti, questi attori che lavorano in una maniera come una volta, che si mettono in gioco con la voce, con il corpo, con l’anima e soprattutto con la grande gioia di stare insieme. Si deve sentire la compagnia e anche questa è una piccola cosa che, secondo me, va ricordata. Il pubblico l’ha sempre percepita, devo dire la verità, quell’aggettivo “bravi” che qualche volta scappa al pubblico sta ad indicare ”bravi”, “grazie per lo sforzo, per l’impegno”. C’è Angela De Matteo che interpreta la Santarella, per la sua formazione lei incarna tutte le possibilità che questo genere dà, è musicale, è recitativo, ci sono momenti di ballo e lei è un’interprete giusta per avere le capacità di fare tutto ciò.
Maria Rosaria Verrone: I futuri impegni professionali? Continuerà con i tradizionali testi napoletani?
Massimo De Matteo: E chi può dirlo, direbbe un famoso personaggio della commedia di EDUARDO…chi lo può dire! Io spero di sì, sta di fatto che chi può dare il permesso di continuare è soltanto il pubblico. Spero che il pubblico lo desideri!
Maria Rosaria Verrone: Penso che stasera noi tutti seguiremo lo spettacolo con grande entusiasmo, concludiamo proprio in bellezza questa stagione teatrale! La ringrazio con un arrivederci al prossimo anno.






