Centro di Promozione Culturale per il Cilento, il libro di poesie di Corrado Lucibello “Le colline della Poesia”
CORRADO LUCIBELLO nasce il 1° aprile 1944 a Pollica, dove attualmente risiede. Geometra di professione e vignettista per passione; consigliere provinciale negli anni 80, rimane a presidiare la terra cilentana collaborando a varie testate giornalistiche. Già autore di: “Cilento... di Bolina“, ci regala adesso questo suo “Le colline della Poesia” Edizioni del Centro di Promozione Culturale per il Cilento, copertina di Bianca Fasano (Accademia dei Parmenidei).
Avendo seguito l’autore di questo libro nel suo percorso, da sempre si apprezza la forza magnetica che emana e la concretezza del suo sguardo sul Cilento, che si rileva anche nelle sue vignette e nel precedente lavoro “Cilento... di Bolina“.”Il termine “andare di bolina”, vuol dire navigare controvento verso una boa o un punto d'arrivo. Possiamo dire che il punto di arrivo del Cilento non sia tuttora chiaro, almeno per quanti amano questo territorio e non sempre, o quasi mai, sembrerebbe che lo amino coloro che hanno il potere di deciderne la sorte”.
Ci ha offerto negli anni la sua inventiva di vignettista, in cui si rivela l’attenzione al lato sociale/umano e a quello politico del Cilento, suo territorio Natale e più diffusamente, la sua attenzione alle questioni solidali a largo raggio nella società attuale.
Tra i trofei vinti: Premiazione del racconto "La vita in un bicchiere"al Concorso Nazionale di Narrativa promosso dalla Pro-Loco S. Martino Cilento e dal Centro Culturale Studi Storici"IL SAGGIO"di Eboli; 1° Classificato per la migliore immagine.
Per l'opera "U cunto re Ninno" nel Concorso “Foto in Versi” alla Pro Loco San Martino;
“Arte e poesia” a Padula, premiato per la poesia “Battito d'ali... ”, nella prima edizione del Premio di poesia a tema libero dedicato a Padre Giovanni Minozzi, organizzato dall'associazione culturale Nuove idee.
Nella seconda edizione del Premio Giuseppe Ripa, Concorso Giornalistico gli è stato assegnato un terzo premio, proprio per il giornalismo.
Al Premio Aniello De vita (il mai dimenticato medico cantore del Cilento), sezione umorismo figurativo, Carlo Sacchi, direttore artistico, gli consegnò questa motivazione: “ (…) per la sottile intuizione e l’acuto spirito ideativo alla base di una documentata e brillante “inchiesta narrativa”, carica di pregnanti riferimenti storico-culturali e argute caratterizzazioni psicologiche, quale originale chiave di lettura nell’interpretazione e comprensione di tematiche e problematiche realizzata nell’entusiasmo di coinvolgere l’amato Cilento in un'impegnata riflessione mediante la freschezza creativa di una geniale ironia”.
La sua poetica si estende anche al suo mondo del sentimento, forse nascosto ai più ma in ogni caso evidente per coloro che hanno avuto modo di intendere l’autore nello sviluppo del tempo, apprezzando il suo intimo convivere con il suo Cilento e in forma più intima con il suo paese: Pollica, appollaiato sulle pendici meridionali del Monte Stella, che apre al mare e al turismo con Acciaroli, a sud-ovest, e Pioppi a sud-est, presso la valle del torrente Mortelle.
Quella cittadina che ritroviamo ad esempio nelle sue poesie in vernacolo, tra cui “U’ vico”;(sezione Vernacolo, 2015), in cui ritroviamo una visione rurale, salva dall’impatto della modernità che appare come relegata e allontanata allo scopo di permettere ai versi una vicinanza alle più semplici e umili forme di vita. In tal modo possiamo penetrare assieme all’autore, nei luoghi più inaccessibili, che ci concedono l’osservazione dell’esistenza segreta del piccolo borgo e della gente che lo abita:
”A lampa schiara appena u’vascio niuro/ e na’ cannela a uoglio int’a cucina/ fa luce a’nonna ca prepara l’uorio/ pp’spunzà u ppane tuosto a ninno suo./ Sienti aizà nu’ canto re cungrea,/ all’improvviso saglie u’controcanto,/ ra’cummare ca puzeia int’a na matra/ acqua e farina ppe fa’ pizza e pane,/ cc’u maccaturo ncapo mamma e figlia/ pp’ mbucà u furno rrevotano i fascine”.
Pur dovendo porre l’accento sul fatto che Corrado Lucibello sia lo stesso che ha scritto articoli giornalistici capaci di svelare questioni complesse e delle vignette satirico/umoristiche in grado di mostrare con arguzia le problematiche più multiformi della società, verifichiamo che custodisce percorsi di pensiero articolati e ricchi di amore per la sua terra e per la gente che la abita. In grado di essere presente, compartecipe, fermo nelle intenzioni, solidale con gli amici e la sua gente tutta.
Non possiamo dimenticare che il Cilento, continua a offrire le usanze di tempi andati, la sua religiosità, la portata dell’essere umano di restare vicino alla natura.
Parlando di Cilento ricordiamo che Pollica, Pioppi, Acciaroli, hanno offerto al mondo la dieta mediterranea per mezzo di Ancel Keys e che il Museo vivente della Dieta Mediterranea si trova proprio a Pioppi, collocato al primo piano di Palazzo Vinciprova.
In questo suo lavoro poetico, la cui copertina ad opera della giornalista napoletana Bianca Fasano ci apre a spazi cromatici multiformi, troveremo dell’autore Lucibello anche uno spazio dedicato a una giovinezza lontana e mai dimenticata ne: “I miei quindici anni”.
Chiaramente gli anni dell’adolescenza restano impressi nell’essere umano sempre, anche se nascostamente e quelle poesie non potranno che donarci un Lucibello inedito.
Tra le poesie scopriamo anche quel “Battito d’ali”(1°premio, Concorso Arte e Poesia “Don Minozzi”, 2014) che ci riporta al presente e all’adulto.
Non ci resta, dunque, che aprire quel libro, ritrovando l’insieme di personalità del Corrado Lucibello giornalista, uomo che conosce la politica del territorio Cilentano e grafico personalissimo.
Termino quindi questo mio scritto col consigliare a tutti la lettura del libro di poesie di Corrado Lucibello “Le colline della Poesia” Edizioni del Centro di Promozione Culturale per il Cilento per scoprirne tutto il fascino.
Ciro Riemma editore







