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Cucina italiana patrimonio UNESCO, Vivone (FedAPI): "Riconoscimento storico. Ora un Piano nazionale per l’artigianato del cibo"

📅 giovedì 11 dicembre 2025 · 📰 EconomiaSalerno

Comunicato Stampa

«L’iscrizione della cucina italiana nella Lista del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO è un riconoscimento che ci riempie d’orgoglio, ma che deve tradursi in misure concrete per chi questo patrimonio lo tiene vivo ogni giorno: artigiani, piccoli imprenditori e partite IVA», dichiara Pietro Vivone, Presidente nazionale di FedAPI – Federazione Artigiani e Piccoli Imprenditori.

Vivone ricorda come «dietro la formula “cucina italiana” ci siano migliaia di laboratori artigiani, botteghe, ristoranti, agriturismi, forni, pastifici e bar di quartiere che danno lavoro a centinaia di migliaia di addetti e rappresentano l’ossatura economica e sociale dei territori».

«Già lo scorso anno, in occasione della Giornata del Made in Italy – sottolinea il Presidente FedAPI – abbiamo presentato il libro Italia Autentica, un viaggio nel Paese seguendo il gusto e le tradizioni enogastronomiche. In quelle pagine abbiamo raccontato storie di imprese reali. Oggi il sigillo dell’UNESCO conferma che quelle esperienze sono un patrimonio nazionale da proteggere con scelte politiche chiare.»


Secondo le elaborazioni del Centro Studi FedAPI, incrociando i dati ufficiali su artigianato alimentare, turismo ed export enogastronomico, emerge che la domanda di esperienze legate al cibo è in forte crescita, ma una larga parte delle imprese della filiera – spesso microaziende familiari – opera con margini ridotti, costi in aumento e un forte peso burocratico.
Da qui le proposte di FedAPI: «Chiediamo alle istituzioni – afferma Vivone – un Piano nazionale per l’artigianato del cibo che preveda tre interventi immediati:

Un canale unico per la promozione e vendita dei prodotti italiani all’estero;

un Fondo di garanzia dedicato alle imprese artigiane del comparto per facilitare l’accesso al credito;
procedure semplificate e costi ridotti per il ricambio generazionale e il subentro dei giovani nelle attività di famiglia, accompagnati da percorsi formativi specifici.»
Sul fronte burocratico, FedAPI propone inoltre «una sorta di “zona franca amministrativa” per le micro imprese sotto una certa soglia di fatturato, con modulistica unica digitale, adempimenti calendarizzati e assistenza tecnica gratuita. Meno carta e più tempo per lavorare», sintetizza Vivone.

Altro capitolo cruciale è la tutela del Made in Italy: «Serve rafforzare la lotta all’“Italian sounding” e alle forme di concorrenza sleale che danneggiano chi produce davvero in Italia, sostenendo al tempo stesso filiere corte, marchi territoriali e progetti che coinvolgano direttamente le imprese artigiane nella promozione della cucina italiana.»

«Non si può parlare di patrimonio immateriale senza ascoltare chi lo custodisce ogni giorno – conclude il Presidente di FedAPI –. Per questo chiediamo che nella cabina di regia nazionale sulle politiche per la cucina italiana e il turismo enogastronomico siedano anche le rappresentanze delle micro e piccole imprese. FedAPI è pronta a fare la sua parte, con il lavoro del proprio Centro Studi e con l’esperienza maturata attraverso Italia Autentica, perché questo riconoscimento UNESCO diventi davvero sviluppo, buona occupazione e nuove opportunità per i territori.»

Nel giorno del riconoscimento UNESCO – spiega Alberto Bertamino Presidente di FedAPI Campania – FedAPI ha firmato un protocollo d’intesa con la Toffini Academy, con l'obiettivo di valorizzare i prodotti artigianali italiani attraverso un catalogo di videoricette realizzate da chef professionisti. Le ricette, basate su tecniche certificate e tradotte in più lingue, includeranno e menzioneranno i prodotti delle nostre filiere, offrendo agli artigiani uno strumento moderno per promuovere qualità, tradizione e utilizzo reale dei loro ingredienti. Una collaborazione che mette l’innovazione digitale al servizio dell’artigianato del gusto e trasforma il riconoscimento UNESCO in un’opportunità concreta di crescita per le imprese.»

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