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In un palazzo storico la personale dell'artista Enzo Bianco

📅 20/09/2006 · 📰 AvvisiSalerno

Null
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Vernissage della Home Gallery "A" con la personale dell'artista Enzo Bianco: l'appuntamento è per sabato 16 settembre alle ore 19 presso la cappella di S. Leonardo nel Palazzo della famiglia Antico, in pieno centro storico a Castellabate. L'evento, che sarà presenziato dal sindaco Costabile Maurano, vede l'utilizzo di una residenza nobiliare del borgo medievale a fini espositivi.

L'esposizione “Acqua, colore, terra, fuoco” dà l'avvio, infatti, al ciclo di attività visive che si terranno allo spazio “A” home Gallery, allestito nella cappella di Palazzo antico, presso la casa-studio dell'artista, una sorta di “factory” alla Andy Warhol, ovvero un laboratorio di idee libero e indipendente in continua progettazione e non un contenitore polveroso di oggetti per una èlite. Una intensa narratività attraversa ogni acquerello ed ogni pezzo d'argilla di Enzo Bianco tanto che ognuno di essi può facilmente ispirare o far immaginare una storia, un racconto dalle punte oniriche, favolistiche e simboliche. Una sorta di libro a tinte acquerellate o di libro d'argilla ci narra dunque questo artista in quasi tutta la sua opera ed in particolare in questa sua ultima produzione in una transitività con la scrittura che rende omogenei il mondo della pubblicità e della grafica in cui opera da tempo e quello puramente visivo. E così nascono “l'officina delle idee” con i comignoli lunghi da cui fuoriescono lettere colorate, “I want to go” che vede l'omino in salita schiacciato dal peso sovrastante del suo cuore, il “vado via” che dà all'evaso una possibilità di fuggire sul mare della creatività attraverso la scrittura. C'è inoltre una “passione coloristica” nelle sue maioliche che sintetizzano in una cifra personalissima tanto la tradizione vietrese che quella napoletana di Posillipo in aperto contrasto con i suoi acquerelli dove le figure seguono la soavità delle tinte sfumate. “Sospingo il colore al massimo, quello sublime di Monet o quello forte di Kandiski”, ha affermato in più di un'occasione l'artista alludendo a questo sperimentalismo cromatico mai sopito nel suo lungo percorso che recentemente lo ha visto approdare alla Biennale di Venezia. Non si tratta mai, comunque, di un piatto descrittivismo figurativo realistico o fotografico, di una passiva riproduzione della realtà, al contrario essa sta sopra, sotto o al di là, mai nel quadro stesso. La sua opera mette in moto un pensiero, una immaginazione, uno spirito critico, non c'è immobilità ma movimento per la fruizione. L'astrattismo ma anche l'arte povera, quella pop sono il retroterra con cui continua a confrontarsi attualizzandoli e personalizzandoli.

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